Sandro Muller

Top Founder Executive

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ICO Initial Coin Offering Le Initial Coin Offering (meglio conosciute come ICO) sono oramai ampiamente diffuse nel mondo delle criptovalute e della Blockchain e si stima che nel solo anno 2017 siano stati raccolti circa 1,25 miliardi di dollari con tale strumento. Le ICO sono una forma di finanziamento, utilizzata da startup o da soggetti che intendono realizzare un determinato progetto, resa possibile tramite la tecnologia. In estrema sintesi, per reperire dei finanziamenti si propone al pubblico (normalmente tramite un cd. “withepaper”) un progetto che sarà realizzato tramite Blockchain con creazione di “token” da cedere, a fronte di un corrispettivo, ai soggetti finanziatori. Il termine Initial Coin Offering è stato evidentemente mutuato da quello di “Initial Public Offering” ossia di un’offerta pubblica di strumenti finanziari da parte di un soggetto emittente (azioni, obbligazioni, etc.), però, anche sulla base di quanto sopra accennato, in realtà si dovrebbe parlare più correttamente di “Token Generation Event”, ossia di un evento di generazione di token, dato che tali token possono rappresentare diritti diversi (o non rappresentarne affatto). In considerazione della rapida diffusione delle ICO appare necessario tentarne una ricostruzione in termini giuridici, dando anche conto di come i vari legislatori sono sinora intervenuti sul fenomeno. La vicenda The DAO Uno dei provvedimenti più rilevanti sulle Initial Coin Offering, e che ha dato il via all’adozione di provvedimenti da parte di altri legislatori, è quello del 25 luglio 2017 della U.S. Security and Exchange Commission relativo al Report di investigazione n. 81207 su The DAO. La vicenda di The DAO è stata uno dei primi eventi di di ampia rilevanza relativo alla tecnologia Blockchain ed ha coinvolto numerosi soggetti, dando origine al fork – ossia alla “spaccatura” – della Blockchain Ethereum. Obiettivo di The DAO era quello di raccogliere capitali (tramite lo scambio di DAO Tokens a fronte di ETH) da investire su progetti che venivano previamente vagliati da un comitato e successivamente posti in votazione ai possessori di DAO Token. Questi ultimi potevano esprimere il loro voto (proporzionale al quantitativo di DAO Token posseduti) per determinare a quali progetti sarebbero poi stati erogati i capitali. Nel giro di pochi mesi gli organizzatori di The DAO riuscirono a raccogliere circa 150 milioni di dollari. Il 18 giugno 2016 veniva violato l’indirizzo in cui erano allocati gli ETH ricevuti dall’organizzazione ed in poche ore furono persi circa 70 milioni di dollari. La vicenda portò ad una scissione della Blockchain Ethereum ed alla creazione di due nuove blockchain (oggi suddivise in Ethereum classic (quella più antica) ed Ehthereum). La SEC nell’analizzare la vicenda si è posta innanzitutto l’obiettivo di qualificare la fattispecie, soprattutto per comprendere la riconducibilità o meno della stessa nell’ambito dell’attività di collocamento di strumenti finanziari e, conseguentemente, poter vagliare se nel caso di specie fosse stata applicabile la “Securities Law”. A tale scopo la SEC si appella ai principi articolati in una decisione della Corte Suprema statunitense del 1946 (caso SEC v. W. J. Howey Co), principi oggi conosciuti come il test Howey. Questo “test” prevede che per comprendere se Questo “test” prevede che per comprendere se la fattispecie concreta possa essere definita un “contratto di investimento” è necessario riferirsi alla sostanza e non alla mera forma contrattuale, dovendo essere considerato come contratto di investimento qualsiasi “investimento di denaro in un’impresa con la ragionevole aspettativa di profitti derivanti da sforzi manageriali o imprenditoriali di altri”.

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SAPER GESTIRE UN CLIENTE ARRABBIATO NON È SEMPRE FACILE...... Se la gestione di un cliente è fondamentale, gestire un cliente arrabbiato è cruciale! Ci siamo passati tutti: un momento ti senti produttivo e carico e improvvisamente dal nulla sbuca una telefonata o una mail di un cliente arrabbiato che ti fa esplodere…la giornata! Le accuse, la rabbia e spesso il linguaggio pesante di una persona profondamente scontenta possono fare saltare molto in fretta i nervi di chiunque. Mettersi sulla difensiva è una reazione normale ma controproducente: se riesci a resistere alla tentazione di rispondere subito i problemi potrebbero essere spazzati via e quel cliente scontento potrebbe trasformarsi in un fervente sostenitore della tua azienda! Per fare questo ecco cinque parole chiave che ti potranno aiutare a mantenere il controllo e a ricordare ai tuoi clienti che la tua azienda è lì per loro anche in questi momenti: 1. Atteggiamento Risolvere una situazione spiacevole ti spinge dal sentirti attaccato all’ essere motivato. Sebbene gestire un cliente arrabbiato non sia un’esperienza piacevole, nel momento in cui cambi il tuo atteggiamento, una situazione complicata può trasformarsi in un’opportunità per dimostrare il valore tuo e della tua azienda. Parti dal principio che non c’è alcun bisogno di rassegnarti a perder un cliente o subire una sfuriata! Prova invece a sfidare te stesso e a concentrare le tue energie nel reagire chiedendoti: “Come posso risolvere la situazione o almeno migliorare la considerazione di questa persona?” 2. Distacco Resta calmo e professionale. Ricorda che non si tratta di nemici e che il loro (ri)sentimento non è personale! Cerca di guardare oltre l’energia ostile che potrebbe pioverti addosso e, anche se non riesci a capirne le motivazioni, sospendi semplicemente i giudizi ed inizia ad ascoltare. 3. Ascolto L’essere ascoltati è un bisogno molto potente e fondamentale per l’essere umano. Il semplice ascoltare disinnesca immediatamente una situazione tesa: per questo cerca di restare aperto e ricettivo nei confronti del punto di vista del tuo cliente, anche quando sai che sta sbagliando. Resisti alla tentazione di formulare una contro-argomentazione o di ribattere in qualche modo. Mantieni tutta la concentrazione sulla persona, sulle sue parole e su cosa potrebbe celarsi dietro ad esse. È sotto pressione o vicino ad una deadline? Ci sono stati una serie di problemi e questo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? 4. Concentrazione Concentrati su ciò che puoi fare, non su quello che ti è impossibile. Ora che ne hai sentito le motivazioni puoi valutare cos’è effettivamente possibile fare viste le circostanze. Di solito c’è una soluzione parziale o momentanea che è immediatamente disponibile: mostrare al cliente la tua volontà di tuffarti subito alla ricerca di una soluzione gli fa percepire chiaramente che tu sei lì per aiutarlo. Ci sono occasioni in cui l’unica opzione disponibile è ascoltare e cercare di essere empatici ma in nessuna circostanza devi considerarti il punching ball emotivo di un cliente. Un cortese avviso che la conversazione non è più produttiva per nessuna delle parti è più che lecito, poi cerca di chiudere educatamente il discorso e salutare. 5. Analisi Cerca di scoprire come migliorare il tuo processo o la tua comunicazione per evitare di ricadere in simili situazioni in futuro. Se le proteste da parte di un determinato cliente diventano croniche, valuta bene questo segnale e ricordati che, a volte, separarsi può essere meglio! Ovviamente questi sono solo dei consigli da cui partire per impostare la propria gestione dei clienti arrabbiati o problematici: ricordatevi che non esiste una formula magica ma che ogni singolo cliente richiede attenzione, ascolto e una strategia personalizzata! Buonanotte ragazzi!

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Ti svelo i SEGRETI PIÙ IMPORTANTI per convertire in SI' le tue telefonate PROFESSIONALI ! Quando chiami il contatto, ti giochi la partita. Che inizia con.... pronto? Al telefono vengono a mancare gli aiuti della gestualità, che utilizziamo quando abbiamo il nostro contatto davanti a noi. E' quindi fondamentale utilizzare LA VOCE in modo da sopperire a tale mancanza. Le statistiche indicano che l'interlocutore si adatterà a te ( e quindi si predisporrà in modo positivo o meno ad ascoltarti) nei primi 3 secondi della telefonata. Quindi dovrai avere una voce chiara, decisa, scandire con esattezza il tuo nome, e spiegare il motivo della tua chiamata. SORRIDI. Esatto! Sorridere al telefono ti aiuterà a rendere più chiaro, positivo e convincente il tono della tua voce, oltre a smorzare la tua tensione. SPALLE LARGHE. Certo, la postura durante la telefonata è importante. Quindi spalle larghe, schiena dritta per rendere la tua voce più squillante. NIENTE ARMI. Non partire a raffica modello "mitraglia", rischieresti di terrorizzare il tuo contatto oltre a non esprimere i concetti in modo chiaro. USA GLI ALTI E BASSI. Immagina che la tua voce sia uno strumento musicale. Una musica monotona non è apprezzata. Per mantenere vivo l'interesse nel tuo contatto, cambia spesso l'intonazione della voce, assumendo toni gravi o acuti per colorire l'argomento. PAUSA. Ogni tanto, rimani in silenzio qualche secondo. Questo metterà di nuovo sul "livello attenzione" il tuo contatto. EVITA IL MONOLOGO. Non sei un attore di teatro che sta facendo la sua esibizione sul "monologo dell'opportunità o del prodotto". Chiedi sempre un feedback al tuo contatto, lascialo parlare, sii attento a tutto ciò che dice. REGISTRATI. (questa è TOSTA). Esatto, registra la tua chiamata, così da riascoltarla per trovare i punti di miglioramento. Pronto? Pronto pronto pronto..📲📲🤙 Sandro Muller  Global Business Advisor Se ti va , Condividi il tuo pensiero nel mio canale !

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