Roberto e i piaceri del palato
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` IL 23 maggio, uno dei giorni tragici di questa nostra terra colpita a morte e risorta. A Palermo sbarcherà Matteo Salvini, che nel '92 si era appena diplomato, perché è il ministro dell'Interno ed è giusto che ci sia: non può essere lui il 'nemico' nell'anniversario della strage di Capaci. Vorremmo che chi ha conti politici da regolare rimandasse l'appuntamento con gli striscioni, i lenzuoli e i cori, perché non è questo il giorno. Vorremmo che il ministro, per una volta, si limitasse alle composte e sobrie dichiarazioni che spettano ai rappresentanti delle istituzioni, evitando battute, 'salvinismi', ripicche e frasi corrosive, perché non è questo il giorno. Vorremmo che i 'vado' e i 'non vado', le oscillazioni, da Fava, a Orlando, a Musumeci, con tutte le ragioni possibili e meritevoli di ascolto, non fossero l'epicentro di qualcosa che, con il dovuto rispetto, è molto più sacro. Vorremmo che questo fosse soltanto il giorno della memoria e della bella antimafia, un'occasione per riflettere e guardare insieme il nostro dolore, la nostra resurrezione. Vorremmo che nessuno strumentalizzasse i martiri, in un senso o nell'altro, arruolandoli in una battaglia postuma e inappropriata, perché il loro sacrificio, come la democrazia che hanno custodito, riguarda tutti, fino a prova contraria. Vorremmo ardentemente che questo fosse il giorno della memoria, della memoria e di niente altro. Temiamo, leggendo certe cronache di politica e di varia umanità, che non sarà così.
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COSA SI MANGIA OGGI A PRANZO?
2019-05-23 09:20:49