Marina Lapini

Top Founder Senior

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LE PREVISIONI DELL 'ECONOMIST E LA NASCITA DEL BITCOIN

2018-06-12 13:35:32

Trent'anni fa la rivista britannica Economist metteva in copertina l'avviso ai lettori dell'avvento di una nuova moneta globale: il Phoenix. Reperto emblematico: un'aquila che tiene sotto le zampe le banconote dei vari Paesi mondiali che stanno bruciando e al collo una grossa moneta da 10 che indica il nome della valuta e l'anno di conio, il 2018. A fianco il titolo: tenetevi pronti per una valuta mondiale. Sembra quasi una profezia ..:-) Bitcoin è la prima delle criptovalute e nasce nel 2009, da un non ben identificato individuo che pare abbia celato la sua identità sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Secondo il premio Nobel Robert Shiller, uno dei motivi del successo del Bitcoin è proprio il mistero attorno alla figura/e del suo creatore sulla cui identità ci sono varie ipotesi più o meno probabili. Nel documentario Banking on Bitcoin, gli autori ipotizzano facesse parte dei Cypherpunk, gruppo il cui lavoro degli anni 90 ispirò la nascita di Bitcoin e della Blockchain. Qualche anno fa però un imprenditore australiano di nome Craig Steven Wright proclamò: 'Satoshi sono io', producendo alcune prove a riprova di ciò ma smascherato dai giornalisti per alcune incongruenze . E' rilevante anche l'anno di nascita del Bitcoin,il 2009, anno in cui lo scoppio della crisi finanziaria ha manifestato gli effetti più disastrosi, sia sul sistema bancario e finanziario, sia sull'economia reale. Numerosi istituti bancari si sono ritrovati sull'orlo della bancarotta, il commercio mondiale ha subito un crollo dell'11% con conseguenze negative sul Pil. E' stato l'anno in cui si sono manifestati gli impatti in seguito al default di Lehman Brothers ed è lo stesso anno in cui la Federal Reserve, mediante il quantitative easing, ha anticipato le mosse di numerose Banche Centrali nel mondo. (fonte Investimenti Finanziari)

Marina Lapini

Top Founder Senior

BITCOIN - spunti di riflessione

2018-06-11 09:11:17

Il 2017 è stato senza dubbio l'anno del Bitcoin. La principale delle criptovalute si è apprezzata di circa il 2000% passando dai 1000 dollari di gennaio ai 19000 dollari di dicembre. Neanche a dirlo l'interesse intorno a Bitcoin è esploso incoronandolo ad asset class dell'anno. A dicembre dello scorso anno sono anche stati quotati alla Borsa di Chicago, i primi due strumenti finanziari (future) sul Bitcoin, ma ironia della sorte il debutto ha coinciso con il picco massimo di valutazione del Bitcoin. Dallo scorso dicembre il suo valore è crollato di oltre il 50%. Come spesso accade le oscillazioni da brivido hanno fatto gridare da alcuni alla bolla finanziaria, mentre altri ne rimangono strenui sostenitori ipotizzando valutazioni future decine di volte superiori rispetto le attuali. Comunque sia Bitcoin è diventato un fenomeno collettivo, destinato a lasciare il segno. Si tratta a questo punto di capire in che modo: e cioè Bitcoin è solo una tra le tante bolle che hanno costellato la storia economica e finanziaria o si affermerà come nuova valuta in grado di modificare gli attuali equilibri monetari globali? Certo è, che è bene evitare i due errori che tipicamente si rischia di compiere di fronte alla crescita adi un nuovo e inarrestabile fenomeno: volerlo cavalcare a tutti i costi senza capirlo da una parte o rifiutarlo senza approfondimento dall'altra. Se è vero che numerose rivoluzioni, anche tecnologiche avvengono senza averne capito l'effettiva utilità, è altrettanto dimostrato che la loro affermazione è accompagnata dall'identificazione di uno o più obiettivi specifici da raggiungere che portano opportunità per alcuni e rischi per altri. (fonte Investimenti Finanziari)

Marina Lapini

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ANDAMENTO INIZIALE DEGLI INVESTIMENTI E PROPRENSIONE AL RISCHIO DEI RISPARMIATORI

2018-06-08 08:45:10

Uno spunto interessante su cui riflettere è tratto da un articolo pubblicato nel 1990 (ma tuttora valido) su 'Management Science'. Parte dallo stesso processo mentale che si osserva nei Casinò, con i giocatori che diventano via via più spregiudicati nelle puntate, quando stanno rischiando soldi già vinti in precedenza, non sentendoli come propri, ma del Casinò stesso. Di fatto succede la stessa cosa negli investitori, i quali dimostrano una maggiore propensione al rischio nell'investire la quota di ricchezza derivante da precedenti guadagni sui propri investimenti. Negli anni, infatti, ho potuto verificare come i livelli di propensione al rischio dei risparmiatori varia a seconda dell'andamento iniziale dei loro investimenti: risultati positivi li incrementano, mentre risultati negativi li riducono in maniera sensibile fino a portare ad una liquidazione irrazionale degli asset a rischio, spesso proprio nel momento peggiore. Subentra la cosiddetta 'Sindrome del Pareggio', per la quale in presenza di perdite iniziali, l'unico desiderio è quello di tornare in parità modificando la struttura del portafoglio globale sulla base di eventi di breve termine che non sono altro che l'espressione della naturale volatilità degli strumenti a maggior rendimento.

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