La "lazzaronite"​, causa o conseguenza?

"E' intelligente, ma non si applica!"

E' la frase usata da tanti docenti per evitare di dire al genitore speranzoso: suo figlio, mi spiace dirlo, é un gran lazzarone!

Raramente tuttavia ci si pone la domanda: perché non si applica?

La risposta più semplice é che non é interessato.

Come ci comportiamo, noi adulti, quando siamo obbligati ad ascoltare qualcosa che non ci interessa? Telefonino, sguardi persi nel vuoto, chiacchiere. Proprio come i nostri ragazzi, dai quali pretendiamo attenzione ed impegno, a prescindere da ciò che gli si propina.

La pigrizia, la malavoglia verso lo studio, é quindi la conseguenza di un coinvolgimento mancato. Perché ormai sappiamo tutti che non c'é apprendimento se non si instaura con i ragazzi un rapporto empatico, se essi non avvertono che ci stiamo prendendo cura di loro.

Purtroppo la "lazzaronite" può essere anche causata da altri fattori.

Una bassa autostima, ad esempio, é spesso la causa principale della rinuncia a mettersi in gioco, per paura del fallimento e di subire il giudizio negativo del professore e dei genitori. Meglio nascondersi dietro la maschera del lazzarone, almeno sembra una cosa voluta, una scelta consapevole.

Ma l'essere umano ha innata la voglia di migliorare, di ottenere successi, di progredire. Non si può credere che un ragazzo abbia gettato la spugna per scelta!

Può essere in un momento di confusione, non aver ancora trovato la propria strada, il proprio perché. E sta a noi adulti dar loro l'aiuto per mettersi in carreggiata, fornendo loro gli strumenti necessari per scoprire i propri talenti ed attitudini.

Ricordiamoci quindi sempre che i ragazzi svogliati non SONO lazzaroni, FANNO i lazzaroni, e genitori e docenti hanno il dovere di aiutarli a capire il perché.

Laura Abeni Life Coach