Iacopo M. Savi

Founder Starter

"un mare calmo, non crea marinai esperti" E' attraverso le difficoltà che cresciamo, sono le sfide più complesse che ci spingono ad apprendere ed elaborare nuove strategie. L'essere umano ha una grande capacità adattiva... dobbiamo solo decidere come indirizzarla, verso l'apprendimento ed il superamento delle sfide attraverso l'elaborazione di nuove strategie, oppure verso l'impotente accettazione della nuova situazione. Ci è dato un grande potere, la scelta... usiamolo

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Iacopo M. Savi

Founder Starter

Tra i numerosi problemi nell'ambito del passaggio generazionale, in ambito familiare, troviamo, innanzitutto, quello motivazionale. Di solito i fondatori erano spinti dal piacere, al centro della loro attività c’era il piacere, il sogno di realizzare quel qualcosa di specifico e di costruirlo a loro immagine e somiglianza. Le seconde generazioni, viceversa, lo sentono più come un dovere piuttosto che come una scelta. Lo sviluppo, poi, del business ha una matrice prettamente genitoriale ed il figlio, soprattutto nelle situazioni maggioritarie, in cui il genitore è molto presente, sente di essere schiacciato e di non poter fare emergere la propria identità. Del resto il fondatore crea delle aspettative irrealizzabili individuando dei “requisiti” per la successione totalmente scollegati dalla situazione contingente. Questa situazione mi fa pensare alla regola dei due, canonizzata, nella saga di Guerre Stellari, dal Lord Sith Bane che recita: "Sempre due devono essere. Né più, né meno. Uno incarna il potere, l'altro lo brama" Bane resosi conto che la natura bramosa per il potere dei Sith aveva indebolito l’ordine; non sempre, infatti, era il più potente a detenere il potere, alleanze e tradimenti erano all'"ordine del giorno". Attraverso una contorta macchinazione riesce ad eliminare in un colpo solo tutti i Sith (e molti Jedi) diventando l’unico Sith vivente. Poco dopo avrebbe preso una prima apprendista per poi declinare la famosa regola dei due, regola che impone la permanenza in vita di due soli Sith, un maestro ed un allievo. Quando il primo fosse stato superato in potenza dal secondo, non avrebbe più avuto il diritto di considerarsi Leader e sarebbe stato sostituito dal proprio apprendista. In pratica sarebbe sopravvissuto il Sith realmente più potente, rendendo così l'Ordine sempre più potente. Ecco nell’ambito “dinastico” italiano mi sembra di rivedere la regola dei due. Il maestro è il fondatore, l’apprendista il figlio/a che dovrà succedergli. Spesso senza “eliminazione” del maestro non vi è un vero e proprio passaggio generazionale positivo per l'Organizzazione. Ed allora va “ucciso” il maestro per far sì che l’organizzazione viva ed evolva. Perché: 1) Il Maestro esprime l'intenzione positiva di lasciare le redini quando l'allievo sarà pronto. Ma questo non potrà mai accadere in quanto le vecchie generazioni (tendenzialmente) fanno più affidamento all’esperienza che agli aspetti razionali dell’economia.. E come può un giovane allievo, per quanto bravo, eguagliarlo in esperienza? 2) Il Maestro vive la realtà che ha creato non come una semplice fonte di reddito, ma come una creatura da lui partorita e, quindi, come una parte di sé ed è difficile lasciare spazio alle nuove generazioni quando è l’azienda stessa che viene vissuta come figlio. 3) Spesso il Maestro è anche il Genitore dell'Allievo e la commistione relazionale, genitore/figlio, genera confusione di valutazione. Il Manager viene comunque visto come il figlio che ha imparato a camminare, che è stato adolescente, che ha fatto gli errori e non come il Professionista che è cresciuto in azienda ed ha sviluppato competenze e qualità manageriali anche importanti. Uccidere (metaforicamente) il maestro è l'unica strada che rimane. Uccidere il maestro perché superare il maestro equivale a rendere le sue conoscenze superate perché innovate dall’allievo che nel suo percorso deve essere in grado di aggiungere nuovi elementi e competenze rispetto a quelle già note al maestro. Allora l’esperienza esterna alla realtà organizzata, diventa una necessità e non più una scelta per poter dare fondo alla propria crescita personale e professionale con nuove esperienze e fare evolvere l’Ordine superando il Maestro. L’unica soluzione è, quindi, uccidere metaforicamente il genitore. Tagliare il cordone ombelicale e fare la propria esperienza.

Iacopo M. Savi

Founder Starter

Emozioni ambivalenti alla fine di un percorso di coaching

2019-03-28 15:41:55

Ieri è terminato un percorso con una giovanissima nuotatrice che ha dimostrato, a sè stessa, le proprie capacità, determinazione ed intraprendenza. "Ah! Iacopo, ho usato la strategia messa a punto per migliorare i tempi, anche per lo studio... E ho preso due 10!!!!" Una grande fortuna aver potuto affiancare questa splendida persona per un pezzetto del suo cammino. #coaching #cammino #evoluzionepersonale #conflictcoaching #strategie #integrativecoaching #avvocoach

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