Giulia Stefanizzi

Quando non parli

2019-01-26 09:18:27

E l'altra sera poi ti ho vista a parlare in quel pub, circondata da sorrisi vuoti scontati a metà e tu fingevi approvazione ma con gli occhi eri già altrove. E con i tuoi separati, divisi quasi sempre, cresciuta, disillusa, non hai mai creduto in niente; adesso ti circondi di tutta questa falsa gente. E si, sei bella, te lo dicono in tanti ma i complimenti non valgono niente, lasciali fare agli altri che poi torni a casa, ti chiudi in stanza e piangi. Quando ti tieni tutto dentro, quando non parli. Quando non parli, quando non parli, quando non parli,quando non parli, quando non parli. Ma stasera se vuoi ci potremmo annullare con l’universo in pausa che ci resta a guardare. Solo la pioggia che ci fa da colonna sonora in questa notte scura, fino a fonderci ancora. Ma stasera se vuoi ci potremmo annullare con l’universo in pausa fino a farci del male. Solo la pioggia che ci fa da colonna sonora fino a fonderci un'altra notte ancora. E salvati da tutta questa gente, se stai annegando prendi un salvagente. E fa che ad annegare in queste acque scure siano solo le tue ultime paure.

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Giulia Stefanizzi

Le lettere d’amore fanno la loro porca figura anche a distanza di anni.

2019-01-25 16:49:00

Non si scherza con le parole. E badate bene, io non mi arrabbio mai, ma quando qualcuno scherza con le parole divento matta, che quasi non mi si riconosce. Qualcuno pensa che le parole le porti via il vento, ma siamo sicuri? Provate a dire “ti amo”, provate a dire “ti lascio” e poi rimanete a guardare cosa succede. Provate a dire “torno presto” senza poi tornare. Provate a chiedere “torna, ti prego” e non mi dite che basta una leggera brezza a spazzar via la speranza che resiste nonostante le infinite delusioni. Provate a scrivere una lettera d’amore, una di quelle lettere che se non le scrivi non puoi più dormire né mangiare né fare sesso né giocare a carte, niente di niente. Una di quelle lettere che mentre le scrivi pensi “forse così è troppo, riderà sicuramente” e magari è vero, ma c’è anche da dire che le lettere d’amore raramente si dimenticano, tornano in mente nei momenti più impensabili, tipo quando guardi un bambino che sta rincorrendo un pallone e stai per sposarti e ti senti nervosa, poi ti ricordi di quella lettera in cui chissà chi ti scriveva “che bella sei quando cammini verso di me”. Le lettere d’amore fanno la loro porca figura anche a distanza di anni. E di sicuro non le porta via l’inverno, una vita nuova, un nuovo inizio. Rimangono lì. Come le parole che si pronunciano tanto per fare, quelle che sembrano più leggere e invece poi va a finire che sono quelle che fanno più male. Come quella volta in cui un ragazzino con i capelli sconvolti e la faccia da schiaffi mi disse che non ero abbastanza per lui. E io, che sciocca, per anni ho pensato di non essere abbastanza per il mondo in generale. Cioè. Come quella volta in cui camminavo sulla spiaggia e una ragazza mi prese in giro per via delle mie gambe troppo magre, “fastidiose da guardare”, povera stella. Quando si dice la solidarietà femminile, ma non fatemi diventare scurrile. Da quel giorno lì per cinque anni almeno non ho più indossato una gonna. Nemmeno quando c’erano trenta gradi all’ombra, nemmeno quando poi mi sono innamorata e lui mi ripeteva continuamente “come mi piacciono le tue gambe”. Le parole non le porta via il vento: alle parole bisogna starci attenti.

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Giulia Stefanizzi

Non potevo che volergli bene

2019-01-24 09:06:14

Mi era simpatico perché io, quello lì nello specchio, lo sapevo cosa aveva passato nella vita. Sofferenze, dolori, pianti, silenzi, gioie, risate. E anche se non era perfetto, non potevo che volergli bene, tutto sommato.

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