Giulia Stefanizzi
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2019-03-05 21:36:56
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Giulia Stefanizzi
Confessioni - Lev Tolstoj
2019-03-05 11:24:16
Già da molto si racconta la favola orientale del viandante inseguito nella steppa da una belva inferocita. Per mettersi in salvo dalla belva il viandante balza dentro un pozzo senza acqua, ma sul fondo del pozzo vede un drago che spalanca le fauci per divorarlo. E l'infelice, non usando strisciar fuori per non essere sbranato dalla belva inferocita, non usando neppure saltare sul fondo del pozzo per non essere divorato dal drago, si afferra i rami di un cespuglio selvatico cresciuto nelle fenditure del pozzo e si regge a quello. Le sue mani allentano la presa e degli sente che presto dovrà arrendersi alla fine che lo attende da entrambe le parti, ma continua a reggersi e mentre sta aggrappato si guarda attorno e vede due topi, uno nero e l'altro bianco, che girando uno di qua e uno di là dal fusto del cespuglio a cui sta appresso, si sono messi a roderlo. Ed ecco che il cespuglio è lì lì per schiantarsi e precipitare ed egli cadrà nelle fauci del drago. Il viandante vede tutto ciò e sa che inevitabilmente perirà; ma mentre sta così appresso cerca intorno a sé e trova sulle foglie del cespuglio delle gocce di miele, le raggiunge con la lingua e le lecca. Così anch'io mi reggo ai rami della vita sapendo che il drago della morte, pronto a sbranarmi, mi aspetta inevitabilmente e non posso capire come mai sono sottoposto a questa tortura. E io provo a succhiare quel miele in cui prima trovavo consolazione; ma questo miele ormai non mi rallegra più e il topo bianco il topo nero - giorno e notte - rodono il ramo a cui mi reggo. Vedo chiaramente il drago, e il miele non è più dolce per me. Vedo una cosa sola: il drago inevitabile e i topi - e non posso distogliere lo sguardo da essi. E questa non è una favola ma la vera verità, indiscutibile e incomprensibile a tutti.
Giulia Stefanizzi
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2019-03-03 17:08:07