Qui animalmente m'era diventato,

tra alte percosse e le più alte faville

ero materia di materia creato,

nell'universo, stellate scintille

bucano il nero velato mantello,

come gli arcieri se son più di mille.

Qui non v'è Dio qui non c'è angelo bello,

qui c'è la regola della coscienza

a render divino il nostro cervello,

Oh, padre e poi madre e poi voi, che a me mi

deste la vita in un corpo perfetto,

da quel pianeta che oggi fu martedi,

l'impegno mio è costruire quel tetto,

la mia famiglia ed il valore audace,

cui crescerà un valoroso fioretto;

che non c'è fuoco più rosso che brace

nella sua testa, oh mio piccolo amore

che la sua bocca ancor tenera tace.

GG