Buddismo e vita quotidiana

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Breve storiella del 1920 di Paramahansa Yogananda, a buon intenditor poche parole , e pure molto attuale.🕉 "In un villaggio dell'India vi fu un'epidemia, allora il capo del villaggio, essendo una persona saggia e molto evoluta spiritualmente, andando in profonda meditazione, riuscì a contattare il Fantasma della peste che aveva portato 10 persone del villaggio alla morte. Questi si presentò al saggio e gli chiese cosa volesse, il saggio chiese spiegazioni in merito a quanto fosse accaduto nel villaggio e il Fantasma della peste rispose che ciò era scritto karmicamente e che non poteva farci niente, “ma ti garantisco”, disse, “che nei prossimi giorni prenderò ancora 5 persone e tutto finirà”. Il saggio, dispiaciuto per tale sentenza karmica, a malincuore, acconsentì. Passarono dieci giorni e nel villaggio altre 15 persone morirono. Visto ciò, il saggio del villaggio, in profonda meditazione, riuscì a contattare di nuovo il Fantasma della peste che si presentò al saggio e chiese cosa volesse, il saggio, arrabbiato per non aver mantenuto la promessa fatta di cinque persone da prendere, chiese: "perché ne hai prese 15?" e volle delle spiegazioni. Il Fantasma della peste disse: “io ne ho prese solo 5, come d'accordo, le altre 10 persone sono morte per la paura.”

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Osservare e creare il mondo con gli occhi di un folle Nonostante in questo periodo sia essenziale, per la sopravvivenza dei più deboli, osservare certe norme igieniche e di prevenzione, non dobbiamo dimenticare cosa ci è stato sempre insegnato: i problemi, le preoccupazioni, i desideri e gli ostacoli sono il carburante che alimentano la nostra forza vitale e la vittoria nella nostra vita. Oltretutto, in questo periodo in cui vige l'incertezza individuale, cioè non sappiamo, noi medesimi, se continueremo a vivere oppure no, oppure se un nostro caro immunodepresso verrà contagiato sino a trovarsi in serie problemi, perché siamo sprovvisti realmente delle cure mediche adeguate, che al momento proprio non esistono. Dovremmo pensare che proprio così, cioè con queste incertezze vivevano i nostri avi, eppure sono andati avanti, hanno lottato. Difatti la storia non racconta di quanta paura hanno provato quel giorno o quei giorni così incerti per loro, ma oltremodo hanno cavalcato l'onda delle loro paure, come fossero degli esperti surfisti sull'oceano infinito della vita, conquistando una vittoria dopo l'altra. Nonostante le loro incertezze sul futuro hanno avuto la certezza che ce l'avrebbero fatta. Avrebbero vinto. Avere la consapevolezza che possiamo morire in qualsiasi momento a volte ci crea sconforto e paura, ma con uno stato vitale alto possiamo trasformare questo sconforto e questa paura in coraggio per creare esempi di valore, serenità per gli altri. azione per noi, insomma attraverso la paura che percepiamo, possiamo creare energia per noi e per gli altri a sufficienza da affrontare qualsiasi ostacolo. In definitiva se qualche stupido virus ci ricorda che in ogni momento possiamo morire, ciò può essere anche l'occasione per ricordarci che abbiamo una vita da vivere intensamente dentro e fuori di noi. La morte, alla fine dei conti, mi ricorda che sono vivo. Perciò non credo proprio che questo per me sia un periodo difficile, ma un periodo intenso da poter vivere. Ed è proprio una grande fortuna. Dario Mingione

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- GRAZIE, Quando pronunciamo o udiamo questa parola il cuore lascia cadere le difese e cominciamo a comunicare a un livello più profondo. GRAZIE contiene il rispetto per l'altra persona, nasce dal coraggio e dall'umiltà. Possiede ottimismo. Possiede forza. Quando non sappiamo dire GRAZIE la nostra crescita personale si ferma e vediamo solo le colpe degli altri. Quando invece decidiamo di dirlo ritroviamo grandezza e dignità, in noi e in ogni altra persona. GRAZIE è l'essenza della nonviolenza. Daisaku Ikeda

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