✳️Romana Prostamo✳️

Founder Senior

Femminicidio. L'oggetto dei desideri, infranto

2019-07-18 13:02:16

Foto: www.fiorellascatena.com

 Siamo nel XXI secolo oppure nel Mondo Antico?


Si parte da molto lontano, e forse, e dico forse, si può pensare che anticamente non fossero così illuminati da percepire la donna come pari dell'uomo, allora si potrebbe fare un sforzo per scusare se non comprendere.


Ma entrambi i sessi non fanno parte della stessa specie vivente?


Eppure nell’essere umano c’è sempre stato questo senso atavico di predominio, di dimostrare a se stesso che è padrone di Tutto.

È nel nome di questa intelligenza che scienziati e biologi hanno tramandato nei secoli l’ideale del "Superuomo" che a buon diritto possa usare e abusare di qualsiasi forma vivente.



Ipazia di Alessandria.



Torniamo, per un attimo all’antica Grecia, all’antico Egitto, ai Sumeri e ai Babilonesi,


Le donne, hanno una storia antica e ricca, a quei tempi hanno contribuito significativamente allo sviluppo delle scienze, e della società eppure già nell’antica Roma i casi di stalking e omicidi sulle donne era una pratica già presente; mogli, madri, sorelle, figlie, vittime di un ideale misogino .


Erano scienziate, matematiche, biologhe, fisiche, filosofe, sacerdotesse, politiche, astronome o semplicemente casalinghe, ancelle, operaie  .



Vi ricordate di Ipazia di Alessandria?

E’ stato uno dei femminicidi storici. Torturata e uccisa per il suo sapere, per la sua emancipazione e per la sua generosità a tramandare le sue conoscenze.



Si dice donna, si dice danno”,Una rondine non fa primavera ma tre donne fanno una fiera”.
"Alla donna il silenzio reca grazia" , "La donna quando pensa da sola pensa male": così dicevano, per esempio, il poeta tragico Sofocle e Publilio Siro nelle Sententiae, lo stesso filosofo Aristotele derideva il potere generativo della donna.


Già anticamente, la cronaca offriva un'impressionante repertorio di sopraffazioni, violenze e femminicidi.

Nel tempo, siamo state accusate e poi condannate per eresia, semplici guaritrici ed erboriste erano accusate di stregoneria dalla Chiesa, che ad oggi, ha un debito morale pesantissimo su milioni di donne accusate di essere streghe e arse vive.


In effetti, c'è un'impressionante continuità d'uso di ghettizazioni che fanno della donna un "ambiguo malanno", così come viene definita nel V secolo a.C. da Euripide nell'Ippolito.




Ma questa misoginia così diffusa, incancrenita nelle maglie della maggior parte delle società mondiali a cosa è dovuta?

Cosa scatena questi istinti di annientamento in una parte del genere umano maschile?


È come se nel dare la morte riaffiorasse il diritto arcaico degli uomini di sopprimere donne colpevoli di trasgressioni socialmente inaccettabili, come l'adulterio che metteva a repentaglio la "purezza del sangue", oppure la colpa di non essere state madri o mogli perfette così come dipinte nell'immaginario collettivo.




Disegnare un ritratto psicologico dell’uomo maltrattante è piuttosto complesso in quanto concorrono tantissimi fattori.


Nell’esaminare le storie dei killer seriali ho notato che le motivazioni a volte non riescono a dare una spiegazione esaustiva dell’odio e dell’istinto omicida; ci rapportiamo con la mente, un universo controverso e tuttal’altro che scontato e di facile lettura.





Di fatto questi uomini partono da un rapporto conflittuale con la madre, con la società , con il padre, dive l’empatia non è mai affiorata.



Per i figli, la madre rappresenta il loro universo, il primo contatto, prima di tutto con il mondo femminile e poi con l’ambiente esterno, dal quale devono apprendere ogni sfumatura e con il quale, per necessità, sono portati a intessere relazioni proficue.



Se  la genitrice ha una personalità forte può mettere in atto comportamenti oppressivi nei confronti del figlio; il loro rapporto tende a diventare unidirezionale ed oppressivo, fatto di proibizioni, comandi, punizioni, il dialogo intergenerazionale risulta inesistente e il senso empatico e L’accudimento sono per la maggior parte del tempo manchevoli.



In questo modo i rispsettivi ruoli madre-padre risultano ribaltati e i bambino vive la figura femminile della madre come castrante.



Madri con queste caratteristiche tendono a rifiutare anche qualsiasi contatto fisico con il suo bambino che crescerà privo di quello scambio profondamente affettivo che trasla dal contatto fisico tra i due.



Altro fattore è la mancanza di identificazione personale di un figlio che cresce con padre assente che sviluppa un’elaborazione della mascolinità identificandosi con le immagini di quest’ultima che vengono traghettate dalla società di riferimento.





Per questi figli la difficoltà sta nel disidentificarsi con il significato negativo e di rifiuto del femminile, senza potersi rispecchiare in un modello positivo di figura maschile.


Noi donne abbiamo il dono della procreazione, che genera un legame con la prole  già nell’utero, un’ interdipendenza che crea anche conflitti specie se la cultura vuole la madre assoggettata a dei dettami servili.



Impariamo il significato della parola Amore nel periodo che va dalla nascita ai sette anni, se i genitori, in modo differente, non rivestono appieno i loro ruoli, se la genitorialità non è una scelta ma una condizione sùbita, se i due protagonisti adulti non sono stati in grado di elaborare essi stessi dei loro vissuti dolorosi, il figlio si troverà a farsi carico di una comunicazione falsata, disfunzionale, con conseguenti errate identificazioni che lo spingeranno a formare un’ideazione illusoria che si proietta su false figure di riferimento.




Una cultura disseminata di stereotipi e pregiudizi non solo non aiuta ma crea mostri, in menti labili.



E così nella rabbia della frustrazione, nella solitudine emozionale cosa si annienta? Un nemico, un traditore dell’ideale, la parte più debole della medaglia , la Donna.

Chi è quest’uomo-mostro?



Partiamo dal fatto che questi uomini hanno elaborato nel tempo una mappa ben precisa di come deve essere la sua donna ideale e da quella non si sposta.


Quali sono le tipoogie di questi Mostri?

 


  • Il rabbioso-colpevolizzante

  • L'insicuro-persecutorio

  • Il controlante-ossessivo

  • Il narcisista egocentrico

  • Il tossicodipendente

L’Italia vanta uno dei primari più infelici che si possa annoverare, quello della violenza sulle donne.


Ancora le leggi, alcune esistenti, non vengono messe in atto per salvaguardare e difendere le donne da un costume sociale riprovevole come quello dello stalking e della violenza che sempre di più sfocia nell’assassinio.

Cìè ancora tanto  da fare, e nel frattempo le donne anche se denunciano sono ancora alla mercè di uomini violenti e sopraffattori. 


Neanche le denuncie servono se non vengono presi provvedimenti contro gli stolker.

Esiste un hashtag per le donne maltrattate, #MeToo.

D'altra parte le donne sanno anche uscire dai ruoli di subordinazione definiti dalla tradizione che ha tentato di relegarle nella sfera domestica, prigioniere del ruolo femminile.


Tante donne raccontano il cammino per l'emancipazione fino a diventare persone di grande successo e di potere del mondo che combattono con forme di protesta organizzata contro regole scritte da un potere maschile.



Riflettere sul Passato ci aiuta a comprendere l'Oggi e fare del domani un futuro di rispetto delle diversità di genere e di ruoli da cui si può trarre tanta ricchezza.