Il Libro, Il Sogno, Il Viaggio
L'arte, in tutte le sue forme, esiste per comprendermi e non per intrattenermi, esattamente come l’amore. Qualsiasi genere di critica di fronte all’opera si rivela, ai miei occhi, come un “sempliciotto” compiacimento dell’ego, che adora sentirsi parlare. L’unica reazione ammissibile di fronte all’artista è l’espressione dei sentimenti che ho provato ammirando il capolavoro scaturito dalla sua ricerca, il cui valore non è certo determinato dalla vanità dei dotti o presunti tali.
Colombo fu un grande artista e la sua opera è, ancora oggi, il nuovo mondo. Dal suo “Giornale di bordo” (redatto dal capitano e censurato dai curatori dell'epoca) emerge, tuttavia, un pessimo narratore, non in quanto privo di competenze letterarie, bensì in quanto ossessionato dalle logiche di mercato. Quando l’esploratore raggiunge San Salvador e stabilisce il primo contatto con gli indigeni e con la natura rigogliosa dell’arcipelago di Bahamas, non fa trapelare alcuna emozione o entusiasmo, tantomeno si dilunga nelle descrizioni di ciò che vede per la prima volta. Esprime molto chiaramente, invece, l'ossessione per gli obiettivi commerciali dei suoi sponsor, i re cattolici di Spagna. Invece di onorare la conoscenza di un nuovo uomo e aprirsi all’incontro con l’altro, Colombo e i suoi, già intrisi della logica della convenienza, automatismo dell’uomo bianco medio d’Occidente, interroga subito i malcapitati nativi sulle pietre gialle che pendono luccicanti dalle loro collane intrecciate a mano. Oro! Rapiti dal miraggio del successo e della ricchezza, gli esploratori divengono immediatamente sfruttatori e i pappagalli vestiti di arcobaleno sono solo souvenirs da portare ai parenti, vivi o impagliati poco importa, alla stregua di un selfie scattato sulle montagne rocciose per impressionare i followers.
Certo, Cristoforo Colombo non era un assassino, lo sterminio avverrà per mano dei suoi successori, ma di fronte alla sua opera, mi sono sentita triste per la maggior parte del tempo.
Simona Colomba
Il Libro, Il Sogno, Il Viaggio
"Il libro è itineriario alla ricerca di sé,
Il sogno è strumento di conoscenza,
Il viaggio è scoperta del nuovo mondo"
Il Libro, Il Sogno, Il Viaggio
Quando una donna fa qualcosa per sé stessa, lo fa per tutte le donne
Il viaggio, la poesia, i sogni, sono tre tematiche fondamentali della scrittura di Simona Colomba, come era già emerso nella sua precedente opera Notti d’acqua , un itinerario spirituale che si compieva attraverso la dimensione onirica e la parola poetica. In Tre donne matte alla ricerca di un paio di ciabatte , il sentimento che muove le vicende dei personag- gi principali è la Wanderlust , intesa non solo come mera voglia di viaggiare ma come un’energia che spinge verso l’ignoto, lasciandosi alle spalle abitudi- ni e punti di riferimento ormai stantii. Qui il Wanderer si incarna in tre protagoniste molto diverse tra loro, declinazioni del femmini- le che sembrano richiamare gli elementi naturali: la giovane Fatima, impetuosa e dalle chiome ros- se come il fuoco; l’intensa Marena, il cui nome già evoca l’irrequieta bellezza del mare; la carismatica Dora, leggiadra ma solida come un albero in fi ore. Con una prosa sciolta ed elegante, l’autrice tesse le fi la di questa storia, in cui gli eventi scorrono e si susseguono con aerea leggerezza, innescati dalla voglia di rinascita delle tre donne.
I riferimenti a spiritualità di epoche e culture di- verse costituiscono l’ordito che si interseca con la trama, conferendo alla storia quel tocco di mistero che la rende accattivante. Si intuisce un invito a riconnettersi con l’aspetto sacro del femminile, prima di poter intraprendere un qualsiasi cammino di rinascita, laddove per “sa- cralità” non si intende solo ciò che è connesso alla divinità o a un culto particolare, ma in modo più ampio a quelle fi gure di donne che hanno svolto un ruolo cruciale, di guida, nella vita delle protago- niste. Femminile è anche il personaggio catalizzatore che dà il via a questo percorso intenso e fuori dal comune, alla ricerca delle “ciabatte” che, come i calzari alati di Hermes, potranno rendere più age- vole il viaggio animico. La “via dei sogni” non è solo il nome di un luogo fi sico, ma un segnale ben preciso, un’indicazione da seguire senza troppe remore, per poter capire fi nalmente chi siamo e cosa conta davvero, prima di riappropriarci della nostra libertà individuale.
(Gloria Falcone)