Schiena Leggera

Risolvere i dolori prima e meglio

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Risolvere i dolori prima e meglio

I 6 fattori per la fascia perfetta

2021-07-14 06:33:09

Respirazione, Idratazione, Digestione, Riposo, Psiche e Mister X determinano la qualità del tessuto più studiato negli ultimi trent'anni

Il dolore costante durante la notte a letto che si sposta dal gluteo al centro della schiena e il riposo che è sempre parziale bastano già da soli a far iniziare male la giornata. Quando la schiena si scalda, il dolore si sente meno ma in alcune giornate sembra proprio non voler passare ed è necessario ricorrere ad un antidolorifico. La domanda:”Chissà quando tornerò a stare bene?”, non ha una risposta certa.

Chinarsi sul lavandino è devastante, alzarsi dalla sedia è “fantastico”, il sedere si stacca e dopo dieci centimetri di sollevamento la fitta a lato dell’osso sacro è mondiale, la si conosce così bene che si riesce perfino a predire in che momento arriverà; e l’auto? Non si ragiona più dove si va ma quanto lungo è il viaggio perchè quando parte quel fastidio solo un potente antinfiammatorio può lenire il dolore.

Gargamella e la “pozione del dolore”

Il mal di schiena però non è un sortilegio di Gargamella (o Waldemor): è meccanica. Se l’auto sbanda a destra significa che uno dei pneumatici di destra è troppo sgonfio, intendo dire che c’è una spiegazione oggettiva. Il dolore nell’area dell’osso è dato da una eccessiva compressione causata dai muscoli (tiranti); uno di questi ad esempio è il piriforme che origina a lato dell’osso sacro stesso e termina sul femore (il lungo osso della coscia).  Lo stile di vita sedentario irrigidisce il tessuto miofasciale trasformandolo da una condizione elastica e fluida (viscoelastico) in una situazione rigida e fibrosa. Il dolore che senti è tale perché questi tiranti sono diventati rigidi e creano compressione, schiacciamento.
Se vuoi approfondire sfoglia questo articolo, sul tessuto miofasciale.
(https://www.cam.tv/schienaleggera/blog/liberati-dai-dolori-una-volta-per-tutte/NID0235C0?shun=schienaleggera)

I 6 fattori che regolano il tessuto miofasciale

Se ti ricordi nel post di qualche giorno fa ti avevo chiesto di indovinare quali sono i fattori che influenzano la miofascia, tentando di riconoscerli dalle immagini, ovviamente era un gioco e se ci hai fatto caso erano cinque.
L’equilibrio tra le parti, l’omeostasi corporea è il modo in cui il nostro sistema corpo-mente cerca di orientarsi, il nostro stile di vita dovrebbe favorire le azioni di questo binomio e per fortuna i fattori che influenzano la miofascia sono molto utili non solo per risolvere i dolori ma anche per altre parti del corpo.

Respirazione

  • la respirazione diaframmatica, ovvero quel calmo respiro che permette alle cupole del diaframma di abbassarsi creando lo spazio per l’espansione dei polmoni nella loro porzione inferiore permette la massima ossigenazione naturale possibile. L’ossigeno è quindi ben scambiato a livello polmonare e un sangue ricco di ossigeno è il primo step per ottenere anche i tessuti ben ossigenati.

Idratazione

  • la miofascia è particolarmente idrata soprattutto se stimolata adeguatamente da uno stile di vita sano ed equilibrato ma purtroppo perde la naturale idratazione se le abitudini sono troppo sedentarie, bere il giusto quantitativo di acqua è fondamentale ma non basta per mantenere la miofascia in condizioni ottimali e quindi dedicati ad attività come Pilates e Yoga per scappare dallo stile di vita sedentario.

Digestione

  • oltre che alla tipologia di alimenti di tipo infiammatorio che non devono essere consumati in quantità eccessive come ad esempio prodotti caseari, farine raffinate o zuccheri complessi anche la qualità che riserviamo alla digestione è fondamentale. La masticazione ad una velocità adeguata, per tritare finemente il cibo, la verdura cruda all’inizio del pasto per una migliore attivazione del sistema immunitario e la “pausa” subito dopo aver mangiato per favorire il corretto avvio della digestione sono delle abitudini che mettono l’apparato digerente in grado di fare il suo compito senza stress, questo vuol dire sentirsi subito più leggeri.

Riposo

  • la carenza di sonno irrigidisce notevolmente il tessuto miofasciale, il “riposino” pomeridiano a livello miofasciale è consigliatissimo permette di abbassare i livelli di attivazione degli altri sistemi utilizzati fino a quel momento che altrimenti potrebbero rimanere attivi per molte ore inutilmente. Con un bel riposino la frequenza cardiaca rallenta, il ritmo del respiro è più calmo e il diaframma può lavorare meglio, la funzione dei reni è meno sollecitata, a livello nervoso l’attività rallenta così fascia e muscoli iniziano a rilassarsi.

Pische

  • la parola giusta è stress, quella più tecnica è cortisolo, questo tremendo ormone messo in circolo dalle ghiandole surrenali (proprio appoggiate sopra i reni) necessario per attivare ulteriormente le nostre funzioni a discapito però della qualità del tessuto miofasciale se rimane per troppo tempo in circolo. Questo punto è strettamente collegato con il precedente, meno si riposa più è alto lo stress e meno tempo ha il corpo per ripristinare i valori ideali. In questo caso le tecniche di respirazione, la meditazione e le tecniche di rilassamento sono portentose e sono molto simili come effetto miofasciale al riposino pomeridiano.

Ma il fattore che prima non c’era, che ha riscritto il “come e quando” stare bene è il sesto fattore, la “pietra filosofale” del benessere

Mister X - autotrattamento miofasciale

  • gli attrezzi miofasciali, che in pochi secondi rotolando sui muscoli ripristinano elasticità lubrificando i tessuti. E’ il fattore più potente di tutti quelli che ti ho elencato fino ad adesso, perché questo ha permesso di azzerare l’assunzione di farmaci a molte persone per il semplice fatto che i tessuti sono ritornati a scorrere l’uno sull’altro. Rispetto alle normali procedure il beneficio è istantaneo. Gli altri fattori rappresentano insieme lo stile di vita ideale a cui tutti dobbiamo puntare, questo fattore invece è immediato, si rotolano rulli e sfere sui muscoli al massimo per sessanta secondi per distretto corporeo questo vuol dire guadagnare benessere in pochissimo tempo.

Se penso all'autotrattamento miofasciale, mi viene in mente Andrea, che non frequenta più i miei corsi da qualche anno, ma mi ha detto che usa tutte le sere le sfere sotto i piedi per azzerare i dolori dell'arco plantare e che il rullo è riuscito a risolvere una contrattura su entrambi i polpacci che neanche i massaggi erano riusciti a risolvere. Ammette anche che dovrebbe usare il rullo più spesso per il tratto cervicale per le tensioni che si creano per le troppe ore davanti al pc, ma io la vedo così:”il mondo perfetto non esiste, però sapere che esistono delle possibilità per stare bene in poco tempo da casa è di gran lunga molto meglio di non saperlo proprio!”.
Ti ringrazio per aver letto il mio articolo e per avermi dedicato la tua attenzione, ripensando ai fattori che influenzano il tessuto miofasciale qual è quello su cui dovresti lavorare di più? Su quale ti piacerebbe approfondirne la conoscenza?




by Gabriele Sellan