Rosalia Stellacci

Fisica Biomedica, Yoga e Meditazione

Rosalia Stellacci

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2018-05-19 08:46:26

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by Rosalia Stellacci
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Fisica Biomedica, Yoga e Meditazione

II CHAKRA - Svadishthana Chakra (Centro delle Sensazioni)

2018-05-18 17:17:27

Il secondo chakra è associato con l’elemento acqua e al colore arancione. A questo chakra sono associati il sistema riproduttivo, il bacino, la schiena, la vescica, i reni e il senso del gusto. L’equilibrio di questo centro porta movimento fisico, emozionale e sessuale nella propria vita. Le persone che hanno l’abilità di seguire la corrente, di accettare gli eventi con serenità, di vedere la bellezza all’interno del mondo e il piacere della propria sensualità e sessualità godono di un buon bilanciamento di questo chakra. Le persone che invece si sentono rigide, sempre impegnate, che tendono a farsi prendere dal lavoro e dagli impegni, che resistono ai cambiamenti e hanno problemi a connettersi con i propri sentimenti, soffrono di una deficienza nel funzionamento dello Svadishthana Chakra. Dall’altra parte se ci si sente fuori controllo, senza nessun limite emozionale e sessuale si ha una iperattività di questo centro. Fisiologia Occidentale: Questo chakra o centro energetico corrisponde agli organi genitali che producono gli ormoni sessuali ( Androgeni, Estrogeni e Progestinici) coinvolti nel ciclo riproduttivo. La carenza di estrogeni causa la debilitazione delle funzioni cognitive (es. concentrazione, memoria, energia, iniziativa), funzioni affettive (es. ansia, depressione, irritabilità), funzioni neurovegetative (es. vampate di calore, sudorazione, insonnia) Una sovrapproduzione di androgeni aumenta ira ed aggressività con tendenza all’omicidio e ad abusi sessuali. Una scarsa produzione porta invece a stati di ansia, depressione e tendenza al suicidio.

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Chakra e Fisiologia Occidentale I primi scritti in cui si fa accenno al concetto di chakra sono i Veda, la cui origine risale a circa 5000 anni fa. Ulteriori riferimenti ai chakra come centri psichici di coscienza sono presenti nelle Upanishad ( circa 1500 a.C. ) e più tardi negli Yoga Sutra di Patanjali (circa 200 a.C). Questi modelli vedici furono successivamente adattati al Buddhismo tibetano e alla teoria dello Shakta Tantra. Il concetto di chakra fu poi introdotto in occidente dall’inglese Arthur Avalon nel suo libro “The Serpent Power” pubblicato nel 1919. I testi Sat-Cakra-Nirupana (1577) e il Padaka-Pancaka (decimo secolo d.C. ) contengono le descrizioni dei chakra e le pratiche yogiche ad essi associate. C’è un altro testo del decimo secolo, il Gorakshashatakam, che descrive in dettaglio le meditazioni relative ad ogni chakra e costituisce il testo di base per la comprensione attuale di questa teoria e delle tecniche di risveglio della kundalini.

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