Ciao, benvenuto e benvenuta.
Prima di iniziare ad approfondire queste due diverse situazioni, cioè stanchezza ed affaticamento mentale, ti racconto una storia.
In questo modo la tua comprensione dell’argomento sarà più chiara ed immediata.
Francesco è un libero professionista.
Esausto per il lavoro, finalmente può godersi una meritata vacanza.
Così stabilisce una strategia d’azione per quando riprenderà a lavorare.
Tornato dalle ferie è determinato a mantenere fede al proprio proposito.
Vediamo che accade.
Primo periodo lavorativo
Rientrato dalle ferie Francesco trova un concentrato di situazioni da gestire, ma inizia ad affrontare tutto con calma.
E’ deciso a risolvere una situazione per volta: prima le più urgenti, poi le altre e a rimandare a domani ciò che non riesce a fare oggi.
La sera è stanco, ha lavorato molto, ma è contento del lavoro fatto e di come ha mantenuto fede al proprio proposito.
Secondo periodo lavorativo
Dopo un certo numero di giorni Francesco è oberato dalle tante cose da fare: si accorge che non riesce più a portare avanti il lavoro con lo stesso ordine e la stessa concentrazione di prima.
Avverte una sorta di tensione nel corpo.
Mentre gestisce una situazione, nella sua mente iniziano ad accavallarsi altre situazioni: le vorrebbe affrontare in un secondo momento, ma non gli è possibile interrompere completamente questa tendenza della mente a disperdersi.
In più fa fatica a far fronte alle richieste dei propri clienti ed avverte un fastidioso nervosismo.
Ricordandosi del proposito fatto durante le vacanze cerca di governare questa condizione mentale usando la forza di volontà, ma la cosa non gli è facile.
Tornato a casa la sera si ritrova irritabile, insofferente e ha difficoltà a distogliere la mente dalle situazioni lavorative che continuano a girargli in testa come un disco che non si vuole fermare.
Terzo periodo lavorativo
Ormai la situazione gli è fuggita di mano: Francesco è travolto dal sovraccarico lavorativo.
Anche la forza di volontà non lo supporta più.
Ricominciano i problemi digestivi, il sonno disturbato, prende facilmente raffreddori ed influenze, ecc. ecc.
I rapporti interpersonali ne risentono, poiché scatta per niente.
Cerca rifugio in situazioni di qualunque tipo, pur di distrarre la mente e sfuggire a un senso di frustrazione e impotenza che non vorrebbe avere.
A volte si chiude mettendo barriere.
Non riesce più a vivere e godere della propria vita privata, delle proprie passioni, dei propri affetti come desidera…
Si domanda:
“Come faccio a dominare questo vortice che, nonostante il mio impegno e la mia volontà, prende il sopravvento?”
Per rispondere a Francesco, scopriamo cos’è successo in realtà.
Primo periodo lavorativo di Francesco
Ciò che sto per dirti è il punto cardine, fondamentale per guardare la situazione dalla giusta prospettiva.
La stanchezza mentale è un fenomeno naturale dovuto al metabolismo cellulare del sistema nervoso.
Come libero professionista, freelance o imprenditore ti trovi a dover assimilare molte informazioni, a elaborare tutta una serie di situazioni organizzative e a risolvere vari problemi.
Questa intensa attività mentale è possibile grazie al tuo sistema nervoso cerebrale.
Il cervello è fatto di cellule nervose e può funzionare per mezzo dell’attività metabolica di queste cellule che producono energia nervosa.
La mente, soprattutto quando sei entusiasta per l’attività che stai svolgendo, andrebbe avanti per ore ininterrottamente. Ma...
Come scrive il biologo molecolare Bruce Lipton:
“Noi esseri umani siamo organismi pluricellulari, quindi condividiamo congenitamente i modelli base di comportamento essenziali delle nostre cellule. ...se potessimo diventare piccoli come una cellula e vedere il nostro corpo da quella prospettiva, avremmo una visione del mondo completamente diversa. Da quella prospettiva non ci concepiremmo più come una singola entità, ma come una popolazione in fermento di oltre 50 trilioni di cellule individuali.”
( La biologia delle credenze: come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula )
Alla fine le tue cellule sono tante piccole e invisibili, ma preziose parti di te che ad un certo punto hanno bisogno di recuperare energia, così da permetterti di continuare a svolgere le tue attività.
Ecco che allora subentra la stanchezza, che è un processo fisiologico naturale.
Quali sono i segnali che l’organismo ci manda per riconoscere la stanchezza mentale?
Oltre all’attività mentale, esiste un altro elemento che favorisce la stanchezza: stai seduto a lungo, fermo su una sedia.
Questo rallenta la circolazione sanguigna e quindi l’afflusso di sangue al cervello, causando un leggero torpore.
Ora apro una piccola parentesi e ti suggerisco un rimedio di pochi secondi per riattivare la circolazione sanguigna e uscire da questo stato di leggero torpore.
Alzati in piedi, porta in alto le braccia e intreccia le dita delle mani.
Mantenendo le dita intrecciate lascia che i palmi si aprano e ruotali verso l’alto.
Quindi stira il corpo tirando con le braccia verso il soffitto, mentre fai qualche passo camminando per la stanza.
Se riesci a camminare sulla punta dei piedi è ancora più efficace.
Bastano 5 o 6 passi, è più che sufficiente.
Se hai problemi ad alzare le braccia. Lasciale rilassate lungo il busto.
Rientra lievemente il mento verso le vertebre e tira verso il soffitto con la nuca.
Immagina una corda che tira la tua nuca verso l’alto.
Quindi fai qualche passo, se riesci sempre sulla punta dei piedi.
Secondo periodo lavorativo di Francesco
L’affaticamento mentale subentra quando al cervello è richiesto uno sforzo eccessivo che il metabolismo delle cellule nervose non è più in grado di sostenere.
Lo stato di affaticamento non è una malattia, ma un segnale d’allarme.
Andare oltre può causarti situazioni veramente difficili da gestire.
Quali sono i segnali di uno stato di affaticamento?
In questo caso sforzare la mente con la volontà non può funziona poichè il problema è metabolico, cioè il problema è legato all’affaticamento eccessivo delle cellule nervose cerebrali.
Quindi non è una mancanza di forza di volontà da parte di Francesco.
Ma questo purtroppo Francesco non lo sa.
Non lo sa perché nessuno glielo ha detto.
Non lo sa perchè nessuno gli ha insegnato a riconoscere i segnali dell’affaticamento e a farvi fronte.
In questa seconda fase è facile cadere nella trappola di credere di avere delle mancanze o dei problemi di tipo psicologico.
La buona notizia è che non è così.
Come ormai avrai capito è solo una condizione legata al metabolismo del sistema nervoso che non può reggere un affaticamento prolungato e, come si suol dire, va in tilt.
Detto in altri termini una situazione di origine lavorativa e non psicologica ma che, se trascurata, può arrivare a creare anche problemi di ordine psicologico o comportamentale di vario tipo.
Terzo periodo lavorativo di Francesco
So che a volte ci sono delle giornate lavorative in cui le cose si accumulano e uno stato di affaticamento è inevitabile.
Una situazione occasionale di questo tipo non è un problema, se però in seguito recuperi le forze perse.
Il problema insorge quando l’affaticamento mentale diventa una condizione quotidiana, continua e costante nel tempo.
Ormai hai capito che l’affaticamento è un segnale d’allarme che va preso in considerazione.
Se protratto troppo a lungo, scivola verso un vero e proprio stress cronico.
La conseguenza di questo stress cronico è un logoramento psicofisico che si aggrava sempre più conducendo al burn-out, dove arrivi al punto di dover sospendere l’attività lavorativa.
( Stress da lavoro, il burnout è ufficialmente riconosciuto )
Come fare?
Esiste un metodo di Rigenerazione Mentale.
Lo scopo di questo metodo non è quello di curare, ma di rigenerare la mente durante l’attività lavorativa.
Il suo scopo è prevenire l’ affaticamento mentale.
E’ un metodo molto pratico perché:
Vuoi saperne di più su questa tecnica e sulla differenza che c’è tra rilassamento e rigenerazione mentale?
Perché la rigenerazione delle cellule nervose è così importante?
Te ne parlo nel prossimo articolo.
Lo trovi qui