Rita La Cucina Pugliese

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❁ PANZEROTTI FRITTI ❁ I Panzerotti fritti sono una vera e propria delizia per il palato! Sono delle squisite frittelle di pasta lievitata, a forma di mezzaluna, ripiene con mozzarella, pomodoro e origano. Il ripieno di base può essere arricchito con numerose aggiunte, come olive, acciughe o salumi, e può anche essere cotto in forno, per renderlo più leggero! ˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙ I Panzerotti fritti li possiamo definire il nostro “street food”, ovvero il cibo da strada, da consumare passeggiando durante le feste paesane o sul lungomare delle tantissime località marine E' sempre un delizia per gli occhi vedere quelle vetrinette delle rosticcerie all’aperto con i panzerotti fritti caldi e invitanti, e come si fa a resistere alla sua straordinaria bontà? Ma è anche bello prepararli in casa! E allora...siete pronti per preparare e gustare questa delizia? Vi lascio la ricetta! ❁ RICETTA ❁ PER 4 PERSONE: PER LA PASTA: ➝ 1 kg farina; ➝ 1 cubetto di lievito di birra; ➝ 400 mg acqua-sale (q.b.); ➝ 1 cucchiaino di zucchero. PER IL RIPIENO: ➝ 400 gr mozzarella; ➝ q.b salsa di pomodoro; ➝ q.b sale; ➝ q.b pepe; ➝ q.b origano. PER LA FRITTURA: ➝ q.b olio di semi. PREPARAZIONE: ➝ Iniziare la preparazione facendo riscaldare dell'acqua in un pentolino con un po' di sale. ➝ Prendere la farina, porla sul piano dove si intende lavorarla e disporla con un buco al centro, ove va messo dello zucchero. Proprio al centro, poi, versare l'acqua riscaldata facendovi sciogliere il lievito di birra. ➝ Cominciare quindi ad impastare e, se necessario, di tanto in tanto, bagnare con acqua calda l'impasto per amalgamare il tutto, per velocizzare i tempi, potete benissimo utilizzare anche una planetaria se ne possedete una. ➝ Ottenuto quindi l'impasto, lasciarlo per un paio d'ore in un posto caldo per la lievitazione. ➝ Trascorse le 2-3 ore, lavorare l'impasto per formare un lungo cordone; tagliarlo in pezzi più o meno uguali in dimensione, in modo che si possa dar loro la forma di palline. ➝ Porre successivamente queste ultime su un tavoliere e coprirle con un panno: lasciar lievitare ancora per un'ora, meglio lasciarle leggermente distanziate per evitare che si attacchino durante la lievitazione. ➝ Nel frattempo procedere alla preparazione del condimento unendo pomodoro, mozzarella a pezzettini, un giro di sale, pepe e origano in una ciotola e mescolare il tutto. ➝ Stendere allora le palline di impasto con un mattarello, formando dei cerchi, su cui, con un cucchiaio, porre il ripieno, dovete usare molta precisione perché troppo ripieno potrebbe far aprire i vostri panzerotti durante la cottura. ➝ Richiudere con molta attenzione il panzerotto con una forte pressione delle mani (spesso si utilizzano i denti delle forchette) sui bordi. Riscaldare quindi l'olio, e cucinare in olio bollente i panzerotti ottenuti girandoli da entrambi i lati, fino a quando non saranno dorati. ➝ Scolateli su carta assorbente e servite i panzerotti fritti ancora caldi! Per la ricetta: ➸https://lacucinapugliese.org/cucina-pugliese/panzerotti-fritti-pugliesi/

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Rita La Cucina Pugliese

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Uno dei dolci simbolo del Salento è il Pasticciotto leccese! Il Pasticciotto leccese è un dolcetto gustoso e profumato che sembra racchiudere tutto il colore e il calore del sole salentino! ˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙ STORIA: Il Pasticciotto nacque nel 1745 a Galatina, in provincia di Lecce, nella pasticceria Ascalone. Durante la festa del Santo Patrono, data l'affluenza di persone che si recavano alla Basilica di S.Paolo, il signor Nicola utilizzò la pasta frolla avanzata e della crema pasticcera e creò un dolce paffuto che fu subito chiamato "Pasticciotto". Chi lo assaggiò, caldo e profumato, ne restò conquistato così la sua fama si sparse per tutta la provincia: nacque così il Pasticciotto de lu Ascalone, subito ribattezzato Pasticciotto leccese. ˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙ E' uno scrigno di pasta frolla che racchiude un’anima di crema pasticcera. Realizzato con lo strutto, non è certamente un dolce leggero ma ha sapore davvero unico, friabile e gustoso: insomma, una vera bontà! Inoltre, come accade per ogni ricetta della tradizione, ne esistono molte versioni. Noi prepariamo la ricetta originale! :) Per realizzarlo servono ingredienti semplici ma di ottima qualità e soprattutto è fondamentale seguire attentamente tutte le fasi della ricetta per far sì che venga bene e con la classica consistenza della frolla che lo contraddistingue. E allora...siete pronti a preparare il Pasticciotto leccese? Vi lascio la ricetta! ❁ RICETTA ❁ PER 15 PASTICCIOTTI INGREDIENTI: PER LA PASTA FROLLA: ➝ 500 gr farina; ➝ 4 tuorli d'uovo; ➝ 250 gr strutto; ➝ 250 gr zucchero; ➝ scorza grattugiata di mezzo limone; ➝ una bacca di vaniglia (o essenza di vaniglia); ➝ 1 pizzico di sale. PER LA CREMA PASTICCERA: ➝ 1 lt latte; ➝ 320 gr zucchero; ➝ 180 gr farina; ➝ 6 tuorli d'uovo; ➝ 1 baccello di vaniglia. IN AGGIUNTA AL RIPIENO: ➝ q.b amarene PREPARAZIONE: Se volete scoprire la preparazione di questi speciali dolcetti...vi lascio il link per la ricetta: ➻https://lacucinapugliese.org/cucina-pugliese/il-pasticciotto-leccese/

Rita La Cucina Pugliese

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Uno dei tesori della Puglia è il Fico d'India! Il Fico d'India (Opuntia ficus-indica) è un vegetale appartenente alla famiglia delle Cactaceae, la stessa del cactus e di altre piante succulente. E' originario del Messico ma, data la sua resistenza e la relativa facilità di coltura, in seguito alla scoperta delle Americhe ed ai successivi scambi commerciali (tra il XV ed il XVI secolo), venne importato con successo in molti paesi del bacino del Mediterraneo (oltre che in Asia e Oceania); tant'è che ad oggi il fico d'India è considerato il principale alimento estivo delle popolazioni nord-africane. ˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙ DESCRIZIONE: E' una pianta a crescita molto rapida che può raggiungere i 3-5 metri di altezza, le cui radici sono generate dalle “foglie” carnose (le pale) che si sovrappongono, dando vita alla caratteristica forma dell’albero senza tronco e senza rami, che contraddistingue questo vero e proprio miracolo della natura. I fiori sono gialli e vistosi, mentre i frutti dalla forma ovoidale si formano in cima alle foglie e sono ricoperti di spine. La sua caratteristica peculiare è il “cladodio”, cioè la pala, che in realtà e’ un otre per contenere la preziosa acqua. La parte interna del cladodio a cui è demandata la funzione fotosintetizzante, è costituita da un tessuto che assolve la funzione di immagazzinamento dell’acqua e che determina l’adattabilità del fico d’india a condizioni di estrema siccità. Sotto il tessuto vi è una fitta rete, simile a una ragnatela, verde e flessibile finchè la pala serve da riserva d’acqua e da supporto a fiori e frutti; ma che si trasforma in lignea, resistente e rigida quando al cladodio è richiesto di trasformarsi in tronco. La coltivazione del fico d’india è semplice perchè attecchisce facilmente e non richiede interventi onerosi. Resistentissimo al caldo e alla siccità si moltiplica usando le pale di circa 2 anni di eta’ che si staccano dalla pianta madre, si espongono in pieno sole per cicatrizzarne i tagli e poi si interrano per i due terzi. In fatto di terreno questa pianta non ha esigenze particolari, si adatta anche a quelli poveri e sassosi. Ancora oggi il fico d’india è coltivato allo stato naturale ed e’ uno dei pochi frutti sul quale non sono fatti trattamenti chimici. Una particolare tecnica per ottenere frutti grossi e saporiti consiste nell’ eliminare dopo la fioritura buona parte dei frutticini allegati, i quali si riformeranno in autunno con caratteristiche qualitative eccezionali. In Italia sostanzialmente ci sono solo tre tipi di fichi d’india, che differiscono per la colorazione del frutto: gialla (Sulfarina), bianca (Muscaredda) e rossa (Sanguigna).  I primi frutti sono tondeggianti, quelli più tardivi hanno una forma allungata e peduncolata. Ogni frutto contiene un gran numero di semi, nell’ordine di 300 per un frutto di 160 gr. ˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙ La raccolta dei primi frutti è effettuata ad Agosto e quella dei tardivi può protrarsi fino a tutto Novembre. La raccolta destinata al mercato è eseguita a mano e con le dovute protezioni mentre i frutti vanno manipolati sempre con cura essendo molto sensibili. Nei magazzini di lavorazione essi vengono lavati e despinati prima di essere confezionati. Il processo di despinatura, necessario per presentare sui mercati i frutti in modo che risultino maneggiabili dai consumatori, si effettua oggi con apposite macchine che attraverso spazzolatura e aspirazione privano il frutto delle spine. ˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙ CALORIE: I fichi d’india sono frutti poco calorici: 100 gr apportano infatti al nostro organismo circa 55 calorie. C'è da considerare però che un singolo frutto pesa intorno ai 200-300 gr arrivando solo in rari casi a 400 gr. Per saperne di più: ➻https://lacucinapugliese.org/articoli/il-fico-dindia/

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