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Da Il Sole 24 Ore - Affitti brevi, dati dell’inquilino da comunicare online entro 24 ore

2018-12-19 10:15:18

Il decreto sicurezza, convertito in legge mercoledì scorso, estende agli affitti brevi l’obbligo di comunicare alla Questura le informazioni sulle persone alloggiate. La disposizione può suonare pleonastica a molti locatori, già abituati a chiedere e trasmettere i documenti d’identità dei propri inquilini. Ma serve a mettere nero su bianco un vincolo in un certo senso “sospeso”, che negli ultimi anni era rimasto nel limbo normativo e aveva fatto perno su circolari ministeriali e (frammentate) regole o prassi locali.

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Da Il Sole24Ore - Riscaldamento, risparmio solo del 5% a causa dei consumi involontari

2018-11-21 11:04:17

I contabilizzatori di calore, quei piccoli apparecchi che hanno invaso le case degli italiani, presenti su decine di milioni di caloriferi, non stanno dando i risultati sperati. Quanto meno sotto il profilo del risparmio. I dati generali parlano di un risparmio globale di circa il 5% se non sono stati fatti interventi reali come coibentazioni o cappotti termici. E di innumerevoli liti fra condòmini. Un tema, quello dei contabilizzatori, che ritorna di interesse nel momento in cui ormai in tutta Italia sono accesi gli impianti di riscaldamento.I problemi si concentrano in primo luogo sui «consumi involontari», che la nuova norma Uni 10200 (versione 2018) ha accompagnato ai «millesimi energetici». Il termine «consumi involontari» è diventato di uso comune anche se spesso si finisce per denominarli «costi fissi». Questa componente va corrisposta da tutti i condòmini, anche quelli che nell’arco dell’intera stagione termica non hanno generato consumo. Inoltre, e di questo si parla poco, la bolletta condominiale prevede quasi sempre costi fissi che sono determinati da voci presenti in fattura e che non hanno a che fare i consumi, volontari o involontari che siano: impegni contrattuali, nolo del contatore, oneri amministrativi vari e così via. Queste spese, al netto di adeguamenti contrattuali, rimangono costanti e indipendenti dai consumi effettivi. L’impatto delle componenti indipendenti dal consumo sui costi globali della bolletta condominiale varia notevolmente da caso a caso: risulta molto contenuto nelle forniture di gas metano mentre può arrivare anche oltre il 30-40% del totale nei casi di teleriscaldamento. Insomma, un bel pagare per chi non consuma. La nuova norma Uni 10200, pur introducendo un concetto di suddivisione degli oneri, non affronta esplicitamente questo problema. Probabilmente, anche in considerazione del fatto che nel caso del teleriscaldamento i pesanti oneri contrattuali sono determinati dalla potenza contrattuale, e risulterebbe più corretto suddividere queste voci in base ai millesimi di potenza o ricorrendo alle vecchie tabelle di riscaldamento approvate dall’assemblea. L’applicazione richiede un’analisi dettagliata delle bollette della stagione termica e ciò risulta utile anche alla verifica degli importi considerati.La nuova norma Uni 10200, nel tentativo di correggere le ingiustizie, crea un’ulteriore complicazione introducendo la «Quota per potenza termica impegnata» nella quale vanno sia i costi dei consumi involontari sia gli oneri gestionali, questi ultimi intesi come i costi di manutenzione e gestione dei servizi di centrale termica e contabilizzazione del calore. Non è tutto. Altro problema è quello di chi ha la sfortuna di avere l’appartamento nelle zone più fredde dello stabile (primo e ultimo piano, pareti esposte a nord): questi, a parità di metri quadrati, spendono molto più di chi ha la casa in posizione vantaggiosa. Poi ci sono le seconde case: si sa che i costi di impegno contrattuale per mantenere la disponibilità di un servizio energetico vengono richiesti dal gestore anche per i periodi di mancato utilizzo del servizio. Come fare per correggere queste situazioni? Anzitutto, l’assemblea di condominio può alzare la quota di spesa relativa ai «consumi volontari» oltre il 70%, non usando, cioè, la norma Uni se la differenza di consumo tra gli appartamenti «fortunati» e quelli «sfortunati» supera il 50 per cento. La nuova norma Uni 10200 prevede anche per gli «edifici ad occupazione discontinua o saltuaria o parziale» la possibilità di effettuare la ripartizione delle spese tenendo conto degli effettivi prelievi volontari, facendo ricorso al “fattore d’uso” calcolato annualmente: minore il tempo di occupazione della casa, maggiore la quota di consumo involontario.

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Da Il Sole24Ore - Bonus casa, proroga di un anno. Resta il labirinto dei pagamenti

2018-11-04 10:08:19

Proroga secca di un anno per ecobonus, bonus ristrutturazioni, bonus mobili e bonus verde. Senza nessuna riduzione degli sconti in vigore: non ci sarà, insomma, alcun taglio orizzontale dal 65% al 50% per l’ intero blocco dell’efficientamento energetico, come ipotizzato nei giorni scorsi.Sono indicazioni positive per chi sta programmando lavori in casa nel corso del 2019 quelle che arrivano dalle prime bozze del disegno di legge di Bilancio. Anche se - va segnalato - non saranno risolti i problemi applicativi che restano fermi ormai da mesi, come quello del disallineamento dei sistemi di pagamento per i diversi sconti o come il mancato aggancio del bonus mobili a sconti diversi da quello dedicato alle ristrutturazioni (si veda anche Il Sole 24 Ore del 22 ottobre).Il primo rinvio del disegno di legge di bilancio riguarda il bonus ristrutturazioni: guadagna un altro anno di vita, fino al 31 dicembre 2019, e mantiene il tetto attuale di 96mila euro di spesa, senza alcuna modifica di perimetro. Allo stesso modo, ci sarà un altro anno anche per l’ecobonus. E, rispetto alle interpretazioni date dopo la lettura del Documento programmatico di bilancio, viene confermato l’assetto attualmente in vigore.Che - va ricordato - prevede un doppio binario, con alcuni interventi al 65% (riqualificazioni globali, scaldacqua a pompa di calore, coibentazioni, micro-cogeneratori, pannelli solari, domotica, caldaie a condensazione in classe A con sistemi di termoregolazione evoluti) e altri al 50% (caldaie a condensazione in classe A senza termoregolazione evoluta, tende solari, finestre, generatori a biomasse). Non ci saranno modifiche di categoria e, quindi, alcune operazioni continueranno ad essere premiate.Resta in vita anche il bonus mobili, con uno scivolamento in avanti di tutte le date attualmente previste dalla legge. Quindi, chi effettua lavori di ristrutturazione a partire dal primo gennaio del 2018, incassando il relativo bonus del 50%, potrà vedersi riconoscere anche un’ulteriore detrazione del 50%, «per le ulteriori spese documentate sostenute nell’anno 2019 per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore ad A+» e per i forni in classe A. Un assetto che va nella direzione indicata dal presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini che, numeri alla mano, sottolinea «la tenuta dell’incentivo, che è in costante crescita». Dall’analisi delle dichiarazione dei redditi 2018, infatti, - prosegue Orsini - «gli acquisti di mobili effettuati con il ricorso al bonus nel 2017 si sono consolidati attorno a 1,7 miliardi di euro, segno che la misura serve e aiuta il consumatore nelle sue scelte».Chiude il cerchio degli interventi del disegno di legge di Bilancio il bonus giardini, lo sconto del 36% con tetto a 5mila euro dedicato al verde. Inaugurato lo scorso anno, sarà a disposizione dei contribuenti anche nel 2019. Da sottolineare, infine, che non vengono toccati tutti i bonus per i quali era previsto un rinvio pluriennale, come il sismabonus e lo sconto dedicato alle parti comuni condominiali. Andranno avanti, come già era previsto, fino al 2021. In attesa delle probabili integrazioni in arrivo con i lavori parlamentari.

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