Top Founder President
Tutti nudi al pride
Oggi c'è il Torino Pride e, come faccio ormai dal 2013, andrò insieme ad amici e familiari a manifestare per i diritti di tutte e tutti. Dammi 10 minuti per spiegarti cos'è DAVVERO il pride.
Cos'è e cosa vuol dire Pride
I moti di Stonewall del 1969, che oggi compiono 50 anni, hanno iniziato una vera e propria rivoluzione civile.
Il "gay pride" ha dato speranza, desideri e riconoscimento agli ultimi della società, coloro che venivano ritenuti cittadini di serie z.
Ma oggi il PRIDE è la manifestazione civile più grande in diverse Nazioni, compresa l'Italia dove il Roma Pride ha raggiunto quota 700.000 partecipanti.
Stiamo parlando di quasi un milione di persone in piazza a condividere ideali progressisti, per ottenere diritti tutti inseme.
Per chi va al Pride, però, è anche il mese in cui arrivano i classici commenti...
"Ma per avere diritti i gay devono stare nudi?"
"Guarda come usano i nostri soldi... ma il pride non dovrebbe essere gratis?"
"Io non mi sento rappresentato dal pride"
"Alla fine è solo una carnevalata, il pride non serve più"
Eccetera.
Per cui oggi, in onore della giornata del Torino Pride 2019, volevo rispondere a questi classici anche qui.
Con questo titolo provocatorio ma reale (molti commentano così): ma al pride sono tutti nudi?
1) Per avere i diritti i gay devono stare nudi?
Vado al pride di Torino da 6 anni, ho partecipato a oltre 8 pride nello stesso anno quando avevo 16 anni, e sono stato a Milano, Napoli, Roma, Verona, e anche città straniere come Brighton a manifestare per i diritti di tutti e tutte.
Ho visto 1 persona nuda (con sticker per coprire le parti intime).
Te lo ripeto: una.
Ho visto passare davanti a me MILIONI e MILIONI di persone. E ne ho vista UNA nuda. E non era, ovviamente, davvero nuda.
Sai perché?
Il Pride è una manifestazione con centinaia di migliaia di partecipanti, e in quanto tale è ricolma di ambulanze, volontari della croce rossa e... polizia.
L'intera parata è monitorata, per ragioni di sicurezza, da camionette della polizia ad ogni angolo.
Ovviamente il Pride è una manifestazione estremamente pacifica e non ci sono mai stati problemi che hanno richiesto il loro intervento, ma capisci bene che se ci fosse davvero così tanta gente nuda non starebbero di certo lì a fare niente.
Il 95% delle persone al Pride sono vestite normalmente, senza nessun tipo di stravaganza.
E il restante 5% è liberissimo di vestirsi come vuole e usare lastrini, smalti, cappelli stravaganti e leggins attillati.
Il Pride è la giornata in cui tutti possono essere liberi, al 100%. Nasce come manifestazione contro le restrizioni, e così rimarrà per sempre.
Ci abbiamo provato, in passato, a chiedere i diritti in giacca e cravatta. E non ci hanno ascoltato comunque.
Quindi al posto di inventarsi una propria immagine del Pride, vieni a vederne uno!
2) Guarda come usano i nostri soldi
Il Pride è nella stragrandissima parte auto-finanziato.
Ci sono centinaia di volontari fantastici, e io conosco quelli di Torino, che lavorano incessantemente prima, durante e dopo la parata per raccogliere fondi.
Detto questo, ogni tanto dei comuni finanziano l'associazione che lo organizza con patrocini e, a volte, piccole cifre.
Stiamo parlando di cifre spesso "simboliche", ma bastano a fare arrabbiare i contribuenti omofobi, che si chiedono:
"MA IL PRIDE NON DOVEVA ESSERE GRATIS?"
Ora...
Il Pride è, ovviamente, gratuito per tutti i partecipanti.
Ma non è PALESEMENTE gratis per chi lo organizza.
Il Pride è tra le manifestazioni più costose esistenti, in quanto richiede un sacco di autorizzazioni, sicurezza, sanità, licenze, eccetera per gestire un traffico di persone fino a 700.000 nel caso di Roma.
Sul fatto che sia un finanziamento "per i gay" ne parliamo nel quarto punto.
3) Io (gay) non mi sento rappresentato dal Pride
Ok, e va benissimo così.
Il Pride non "rappresenta" i gay. Volontariamente, aggiungerei.
Tutti i Pride focalizzano la loro missione sul celebrare le differenze, per cui ovviamente non hanno la pretesa di rappresentare un orientamento sessuale, che non può ovviamente essere "rappresentato".
I gay non sono un partito politico, ergo il Pride non può "rappresentarli".
Indubbiamente il Pride lotta per tutte le persone LGBT+, ma questo non significa che le rappresenta nella loro totalità come esseri umani, solo che crede che i diritti di tutti debbano essere riconosciuti.
Ma, ovviamente, ogni persona è più del suo orientamento sessuale. E per questo non possiamo, in quanto organizzatori/partecipanti del Pride, pensare di rappresentare tutte le persone del nostro stesso orientamento.
Il Pride è una manifestazione politica, con un documento politico dichiarato, e si schiera contro:
- razzismo
- xenofobia
- politiche repressive
e molto altro ancora.
Nel manifesto di Torino spiccano la volontà di riconoscere le relazioni poliamorose, la lotta contro politiche repressive contro i migranti LGBTI, la pretesa di legalizzare l'eutanasia, e molto altro.
Sono punti "politici", per cui ad esempio un ragazzo gay leghista non si sentirà rappresentato da questo manifesto politico.
4) Il Pride non serve più
Ci sono oltre 65 Paesi al Mondo in cui l'omosessualità è illegale.
Viene punita con l'incarcerazione da 1 anno a infiniti anni (ergastolo), e in alcuni casi estremi addirittura con la pena di Morte.
In Italia, i bambini delle coppie omogenitoriali non sono assolutamente riconosciuti a livello legislativo, e sono di fatto discriminati rispetto agli altri.
In Italia, le unioni civili sono state chiamate così solo per fare un piacere agli omofobi in Parlamento, che non volevano estendere il diritto al Matrimonio alle persone LGBT+-
In Italia, abbiamo avuto casi di violenza inaudita nei confronti delle persone omosessuali, e oltre 1/3 dei ragazzini omosessuali dichiara di aver subito bullismo a scuola.
Non siamo il Paese che pensiamo, ottimisticamente, di essere.
E non siamo il Mondo in cui pensiamo di vivere.
Viviamo in un Paese in cui se tengo la mano a mio marito per strada devo stare attento, in cui se gli do un bacio in pubblico mi guarda mezza piazza, in cui i ragazzini bisbigliano al supermercato "hai visto? sono una coppia gay!!".
Viviamo in un Paese in cui non abbiamo il diritto all'indifferenza (nel senso che è talmente normale che non ti importa).
Cosa che c'è nei veri Paesi civili come l'Olanda, la Svezia, la Danimarca, eccetera.
Paesi in cui, anche se i diritti ci sono, il Pride continua a esistere.
Perché il Pride in Italia serve ancora come misura di rivendicazione sociale, ma non è più il "gay Pride".
Non si chiama più Gay Pride da tantissimo tempo.
Il Pride è la manifestazione di tutti contro tutti i soprusi. Ed è necessaria, molto più di quanto sembra.
Conclusioni
Io al pride ci andrò con lo smalto verde e nero.
Non perché mi piace mettere lo smalto, ma perché voglio sbeffeggiare coloro che pensano che i diritti si ottengano in giacca e cravatta.
E spero di vedere anche te al pride, con i leggins o in giacca e cravatta.
A manifestare ballando o camminando pacificamente.
A fare quello che vuoi, per una volta all'anno, per dichiarare pubblicamente che tutti meritiamo gli stessi diritti.
D'altro canto, si chiamano diritti perché non hanno bisogno dell'approvazione di nessuno.
Ci vediamo al pride!