Daniele Ventola

Founder Starter

E quindi ci si spoglia di se' per imparare a volare

2018-12-11 20:05:47

Il viaggio continua con la solitudine che mette sempre in compagnia di se' stessi...

Lajosmize

# Day130
Finito di scrivere nel bar l'ultimo post ho conosciuto Charlotta e la sua ciurma, mi hanno accolto con amicizia e dolcezza e, dopo avermi offerto un panino, sono andato in cerca di un posto dove dormire: due possibilita' un cimitero o vicino una chiesa...
Per prima cosa ho messo piede nel cimitero, ma l'unica parte che ho trovato disponibile era troppo esposta alla strada e, devo dire, che le candele accese sopra ogni lapide aumentavano ancora di piu
la suggestione e di esperienze con fantasmi gia' nebbiamo avute... Dunque mi sono avviato alla chiesa che pero' era circondata da mura e porte chiuse quindi altro non mi restava che mettermi sulla panchina del parco vicino li' vicino.

E maledetto quel cane che sentendomi sistemare lo zaino ha iniziato ad abbaiare svegliando tutto il vicinato. Apro il sacco a pelo, lo adagio sulla panchina. Abbasso lo zaino affinche' i Rendorseg (polizia) che passano non lo vedano e mi diano probelmi. Lo zaino mi scivola, cigola, il cane esce da non so quale foro nella recinzione della villa, lo sento dietro di me, mi giro. Un cane bianco, bellissimo anche se, data la situazione, lo avrei preferito legato. Sta lontano, mi guarda, abbaia, ma non si avvicina.

"Bene", penso "se non si avvicina la prima volta non lo fara' neanche la seconda, ne' la terza e cosi' via". Cosi' e' stato, ma a un certo punto mi si avvicina abbaiando e svegliandomi ripetutamente nel sonno per cui lui e una macchina di Rendorseg mi hanno tenuto sgradita compagnia fino a quando, finalmente, alle 2.00 del mattino riesco a prendere sonno.

Alle 5 del mattino inizia a piovere. Mi sveglio. Intorno a me mancano un cane e i Rendorseg ma la pioggia e la nebbia che sfumano la luce dei lampioni mi fanno quasi credere di stare ancora sognando. E' invece no. Ancora e' buio, fa freddo, ma se il sacco a pelo si bagna non si asciuga piu' per cui non posso rimanere a dormire sotto la pioggia.

Ieri il cammino e' iniziato molto presto, ancora nell'ombra cammino a fianco a case adornate di luci natalizie, poi abbandono la strada di asfalto per sentieri fangosi nei quali scivolano gli scarponi e seguo parallelamente le rotaie del treno. Gli alberi malinconici sono spogli dei loro colori, poche foglie che mi salutano vibrate dal vento ricambio il loro saluto e penso...
"viaggiare a piedi in questo modo mi fa vivere due sentimenti estremamente contratanti. A volte quando passo come un fantasma notturno avanti alle case delle persone e vedo le luci soffuse o luci di film che colorano la stanza e mi prende al petto un senso di solitudine misto a malinconia; contemporaneamente quando penso che non so dove dormiro', con chi parlero', apprendere l'abilita' di dormire e vigilare nello stesso tempo, questo odore di avventura si propaga nel mio essere. E' un odore misto di erba umida, legno, paglia e qualcosa di arcaico. E mi sembra di abbandonare la mia veste di uomo e divento un uccello migratore che sta appena imparando a volare."

Cammino pensando e ho perso la cognizione dello spazio, anche quella del tempo.

E' buio e al paese arrivo quando arrivo. Taborfalva e' il piccolo paese che mi accoglie. Vedo un bar, Retro Bisztró, mi avvicino sperando che facciano da mangiare. Alla porta c'e' un uomo a fumare mi vede arrivare con lo zainone e sorride. Lali diventera' nella sera il mio migliore amico. Dentro conosciamo Tomas, Brigitta, Lajos, David e Imola, Kata, Sabi, Bandi e parliamo fino a tardi in un misto di ungherese, tedesco e russo, lingue di cui non conosco nulla, ma ci riusciamo. Le palinke (grappa ungherese) da loro offerte sono state sicuramente d'aiuto.

Tomas mi invita a dormire a casa e, dopo aver dato un grande abbraccio a Lali che ormai mi aveva addottato come un figlio, ci siamo diretti lui. Ancora una lunga chiaccherata prima di andare a dormire col sacco a pelo sul pavimento, con un tetto sulla testa e un amico conquilino del quale fino a qualche ora prima non ne sapevo l'esistenza. Stamani gli leggevo in volto il dispiacere nel vedermi partire e dispiaceva molto anche a me.

Due sconosciuti che si dispiaciono di salutarsi perche' senza neanche parlare una lingua in comune hanno trovato un amico.

Scrivo ora da Lajosmize e mi domando... dove dormiro' stasera?

Jo ejt!