s.z.Jadav Molai Payeng ha solo 16 anni quando una violenta inondazione distrugge il suo paese e riduce tutto a un campo arido, un cimitero di quello che una volta era un luogo ricco di fauna e vegetazione.
Jadav però non si arrende e inizia, da solo, a piantare ogni giorno bambù vicino al fiume. Dopo poco tempo anche il governo, spinto anche dal suo esempio, attuerà un programma di riforestazione quinquennale. Che però non è sufficiente.
Così Jadav continua la sua missione solitaria. Per ben 38 anni, ogni giorno, pianta specie di alberi di diverso tipo, arriva anche a trasportare formiche da altre zone per ripristinare l’habitat del territorio.
Oggi, quello che sembrava l’ostinazione di un ragazzino, è un’impresa grandiosa: la foresta Molai (in onore di Jadav), una foresta con alberi di ogni specie, popolata da tigri del Bengala, rinoceronti indiani, rettili, cervi, conigli e una grande varietà di uccelli.
La storia di Jadav Molai Payeng ricorda che non sempre ciò che è intorno è perfetto e che non sempre sono gli altri a venire in soccorso e sistemare le cose.
In qualsiasi situazione però abbiamo una grande opportunità: fare.