“L’uomo spinto a osservare, quando comincia a sostenere una lotta con la natura, prova dapprima l’irresistibile impulso di subordinare a sé gli oggetti. Ma ben presto questi gli si impongono con una tale forza, che egli capisce quanto abbia ragione di riconoscerne il potere e di rispettarne l’azione.
E, appena si convince di questo reciproco influsso, ha coscienza di un doppio infinito: dalla parte degli oggetti, la molteplicità dell’essere e del divenire, e di rapporti che si intrecciano in modo vivente; da parte sua, la possibilità di un perfezionamento illimitato, sia e in quanto egli adatti la sensibilità e il giudizio a forme sempre nuove di ricezione e reazione”
(J.W. von Goethe, "la Metamorfosi delle piante")