Chiara Fogliani

Founder Junior

Sono andata da nonna, le ho chiesto di cucirmi il bottone della camicia. Mi ha guardata, e teneramente mi ha detto : "picciré vieni qua, ti devi imparare a fare tutto. Altrimenti che fai quando io non ci sto più? Butti le cose perché non sai aggiustarle?Tutt s'accong. Ricordatelo sempre. " La guardavo. Con il suo ditale, la sua scatola di legno che ha da quando sono nata, piena di cose per cucire. Mi ha commossa. Perché lei viene da una generazione che cuciva i buchi ai calzini invece di buttarli. Quella generazione in cui si cambiava l'elastico alle mutande e dagli avanzi di un tessuto per lenzuola, si creavano camicette fresche, per i più piccoli. Perché nulla si buttava, nulla veniva sprecato. Mentre la guardavo, fissavo la fede, che non ha mai tolto nemmeno dopo la scomparsa di nonno. E ho pensato a tutte le volte che ha ricucito e rammendato, in 50 anni di matrimonio, invece di buttare. Ha ragione la sua generazione che dava valore alle cose e alle persone. Andiamo dalle nostre nonne e facciamoci insegnare a ricucire i rapporti, a rammendare il cuore e a ricamare nuovamente il valore della vita. "Tutt s'accong." Non lo dimentichiamo. —web.

Chiara Fogliani

Founder Junior

[Er coraggio de ‘na donna] Se vedo questa donna, lo confesso, me sento un po' a disagio e ve lo spiego: mi viene da pensare a quanto spesso invece di combattere mi piego. A quante volte pe' scansa’ rotture ho detto dentro me: – Famme sta zitto... - A quando, sopraffatto da paure, ho scelto apposta d'evita’ er conflitto. C'ha più coraggio lei in un'unghia sola che il sottoscritto in tutta la carcassa e de sicuro nun m'ariconsola er fatto d'esse simile alla massa. De bono c'è però che n'ho mai smesso d'avverti’ questo come una mancanza e finchè provo orrore de me stesso capisco che so' vivo e c'è speranza. E quanno che sarò de fronte ar male, se starò in piedi come 'na colonna sarà grazie a quarcuno de speciale che da l'esempio. Come fa 'na donna. Marazico – © ----------------------------------- Dal web

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Chiara Fogliani

Founder Junior

"Se ci incontri per strada o in locale pubblico, ci riconosci? Siamo le mamme che, entrando in un bar, controllano tutte le vie di fuga e scelgono sempre il tavolo all’angolo. Siamo le mamme che, sedute sul bordo della sedia e con la borsa in braccio, non tolgono mai il giubbotto, vigili e pronte ad acchiappare il fuggitivo o ad alzarsi non appena la situazione al tavolo diventa rovente. Siamo le mamme che sorridono sempre, ma, se ci togli gli occhiali da sole, vedrai che spesso il sorriso non arriva agli occhi. Siamo le mamme che mediano tra il mondo ed il figlio, quelle che spiegano senza difficoltà che il bambino non è maleducato o antipatico, è solo diverso. Siamo le mamme che all’inizio, in tempi non sospetti, venivano accusate di essere delle pazze visionarie perché “il bambino non ha assolutamente nulla”. Siamo le mamme che, sedute su una sedia in una stanzetta di ospedale, sperano che il figlio sia sordo, perché meglio quello dell’altro mostro che si profila all’orizzonte. Siamo le mamme che consolano i parenti quando si comunica la diagnosi. Siamo le mamme che spiegano che quella del ragazzo è una condizione, non una malattia e quindi non si guarisce. Siamo le mamme che piangono nella doccia per non far preoccupare i famigliari. Siamo le mamme che, sedute per ore sui divani rossi delle sale d’attesa, sperano in un futuro più lieve. Siamo le mamme che devono spiegare ai fratelli che, in caso di pericolo, non devono inseguire il fratello e mettersi in situazione di pericolo, ma lasciare che ci pensino gli adulti. Siamo le mamme che al supermercato vengono rimbrottate perché il figlio sta nel carrello e che gentilmente provano a spiegare che toglierlo da quel contenitore sicuro potrebbe essere molto più pericoloso per lui. Siamo le mamme che gioiscono per i progressi degli altri bimbi perché ogni miglioramento è una speranza di crescita anche per i nostri. Siamo le mamme che spesso sdrammatizzano per non far vedere il peso nel loro cuore. Siamo le mamme che soffrono quando vedono i coetanei scattare in avanti verso il loro futuro, mentre i nostri figli restano sempre più soli. Siamo le mamme che vengono cacciate dalla messa perché le stereotipie vocali del bambino disturbano. Siamo le mamme che vedono genitori allontanare i propri figli dai nostri perché tutto quel movimento di mani e le urla spaventano gli implumi pargoli neurotipici. Siamo le mamme i cui figli vengono guardati con ribrezzo da coloro che due secondi prima versavano amorevolmente l’acqua nella ciotola del cane portato in gita al monastero. Siamo le mamme che soffrono quando il comportamento del figlio mette in crisi altre persone, dispiaciute per i nostri ragazzi, per i figli degli altri, per il mondo che non sa ancora capire quanta bellezza c’è in loro. Siamo le mamme che non si arrendono mai, pronte a bussare a tutte le porte del mondo per più ore di terapia, di sostegno, di educativo. Siamo le mamme che trascorrono le notti in bianco mentre i nostri bambini ridono alla luna e cercano di acchiappare la polvere che filtra dalla finestra. Siamo le mamme ke fanno testamento già in giovane età perché quello che verrà dopo di noi è un chiodo fisso. Siamo le mamme che tremano ogni volta che devono affidare i propri figli a qualcun altro perché solo noi li conosciamo veramente. Siamo le mamme che parlano da pari con i terapisti perché attivamente coinvolte nell’abilitazione dei figli. Siamo le mamme che tifano per i loro figli come se ogni giorno giocassero la finale dei Mondiali di calcio. Siamo le mamme che “è colpa del vaccino”. Siamo le mamme che “non è colpa del vaccino”. Siamo le mamme che “la Cease therapy funziona”. Siamo le mamme che ""il glutine la caseina gli integratori"" Siamo le mamme che "l'ABA è l'unica terapia?". Siamo le mamme che “aiutati che il ciel t’aiuta”. Siamo le mamme che “Non lo so… ormai ha già 7 anni 10 o 12 e se non ha parlato finora…” Siamo le mamme che “Il 2 Aprile è tutto l’anno”. Presa dal web

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