Antonio Arioli

Operatore Olistico

Antonio Arioli

Operatore Olistico

2021-10-30 04:39:55

Il piede, il nostro contatto con la realtà 

Questo complesso reticolo di nervi, muscoli e tendini estremamente importante è composto da 26 ossa, 150 legamenti e una miriade di terminazioni nervose, alle quali impediamo di essere stimolate correttamente perché non camminiamo più scalzi.

Ogni passo trasmette lungo le nostre ossa una vibrazione che mette alla prova la flessibilità del ginocchio, del fianco e delle articolazioni della parte bassa della schiena.

Anche il modo in cui trattiamo con la realtà è espresso dal contatto che hanno i nostri piedi col terreno, infatti si soliti dire: “Avere i piedi per terra”.

Se non abbiamo “carattere” i nostri piedi lo dimostreranno, saranno inadatti a sostenerci, forse saranno troppo piccoli e cedevoli, oppure con le arcate troppo rigide e troppo alte.

Forse le vittime di storte e traumi alla caviglia dovrebbero porsi la domanda:

“Perché le mie montagne non sono scorrevoli come fiumi?”

oppure “Quali cose potrei fare se non avessi quella catena così stretta attorno alla mia caviglia?”.

Se osservandoli uniti sembra che il piede destro vada in una direzione mentre il sinistro in un’altra è meglio fermarsi un attimo perché in questi casi diventa diffìcile raggiungere le proprie destinazioni mentali e gli obbiettivi che ci siamo prefìssati diventano sempre più difficili da raggiungere, sembrano sempre più lontani. È come se i piedi fossero fermi davanti a un bivio e non sapessero quale direzione prendere.

In questo caso la domanda che dovremmo fare a noi stessi e a chi stiamo osservando è:

  • Dove vuoi andare?
  • Che cosa vuoi veramente?
  • Sei sicuro di volerlo?

Spesso il risultato dell’andare avanti a tutti i costi senza farsi le domande giuste sono distorsioni alla caviglia e al ginocchio, anche nello sport.

La rigidità del piede può riflettere la rigidità del carattere della persona dicevamo, che si accompagna spesso a un passo pesante e rumoroso, tipico di un approccio materiale con la realtà.

L’arcata alta e rigida può riflettere una incapacità ad avere contatto con il terreno e una tendenza a essere sradicati, poco pratici, a vivere nella torre del castello della mente, lontano dai piani bassi e dalla realtà pratica. Alcuni sembrano quasi camminare su dei trampoli o sulle uova e molte persone si logorano le ginocchia, sviluppano un alluce valgo o deformazioni delle dita.

Spesso quando l’arcata del piede perde la sua tensione - durante un trattamento di riflessologia plantare - e il piede viene finalmente schiacciato a terra dal peso del corpo, la persona entra forzatamente in contatto con il suolo, e in questo modo prova una maggiore quantità di vita ed entra in contatto con se stesso in modo più profondo.

Quando siamo insicuri dei sentimenti di un’altra persona verso di noi, spesso camminiamo come se fossimo “sulle uova”, estremamente cauti nel nostro incedere. Il piede ha anche molto a che fare con il nostro scambio di energia con la terra, è la base di tutta la nostra struttura e trasmette agli altri anche le nostre debolezze.

È proprio questo scambio con la terra che procura un senso di connessione col mondo, con lo spazio che occupiamo e con la nostra verticalità. Sentendo la terra, sappiamo se ci sta dando appoggio, se è troppo dura o troppo soffice, sappiamo dove stiamo appoggiando i nostri piedi, ne abbiamo le coordinate attraverso i recettori meccanici che costantemente dialogano con il nostro cervello.

Allo stesso modo abbiamo la consapevolezza, a volte inconscia, di conoscere le nostre percezioni, gli atteggiamenti, le idee e i piani, cioè sapere se i nostri obiettivi sono basati su un terreno solido oppure no.

Essere in contatto con la terra dà lo stesso tipo di sicurezza all’intero tessuto della nostra vita. C’è un’intima connessione fra il “sentire” la terra con i piedi e l’essere in contatto con la realtà, “lo stare con i piedi per terra”, per questo motivo prima di prendere decisioni importanti sarebbe necessario camminare a piedi scalzi, magari in un prato.

by Arioli Antonio
Antonio Arioli

Operatore Olistico

2021-10-26 20:10:11

Trattamento meridiano di vescica biliare.

Il punto 1 del meridiano è situato al lato esterno dell’occhio e dopo avere percorso tutta la lateralità, termina il suo decorso al quarto dito del piede.

Questo “fiume del fianco” offre la possibilità di guardarci attorno per poi fare le scelte, anche quelle difficili che richiedono coraggio.

Quando cogliamo l’attimo nutriamo  la vescica biliare.

La vescica biliare è la sperimentazione di un nuovo inizio che elimina le memorie dolorose, guardando la vita con l’innocenza di un bambino.

Molto efficace nel trattamento di cefalee, fibromialgia e dolori articolari.

È il meridiano della rinascita, che possiamo sentire dentro di noi e vedere nel mondo.

È l’inizio della primavera, l’inizio di ogni giorno, di ogni cosa nuova è l’inizio della vita. 

by Arioli Antonio
Antonio Arioli

Operatore Olistico

2021-10-25 21:14:52

Lo shiatsu è una disciplina evolutiva.

Non è un massaggio sportivo o estetico.

E’ una relazione in cui l’operatore, attraverso la pressione esercitata con mani, gomito o ginocchio su alcuni punti, aree o canali energetici (meridiani), contatta la vitalità del ricevente favorendone il suo fluire naturale.

Le pressioni esercitate attraverso abiti leggeri (non è necessario un contatto diretto con la pelle) producono uno stimolo a cui l’organismo della persona trattata 'risponde', recuperando e manifestando “dal profondo” le proprie risorse vitali.

Peculiarità dello shiatsu biodinamico è l'applicazione dei principi della biodinamica che insegnano, attraverso l’ascolto dell’altro, il rispetto e la valorizzazione dell'unicità che ognuno di noi rappresenta, favorendone la migliore espressione secondo le potenzialità, i tempi e le modalità proprie di ciascuno.

I benefici dello shiatsu nascono da un naturale processo evolutivo connesso al generale miglioramento della vitalità e all’ottimizzazione delle risorse personali.

Genera una migliore qualità della vita qualsiasi sia l’età, la condizione e lo stato di benessere/disagio della persona coinvolta.

by Arioli Antonio
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