Alessandro Ricchetti
Ora e' chiaro che: NON C'E' GOVERNO CHE POSSA PIEGARE L'UE
2018-12-16 15:43:47
1. SALVINI, DI MAIO E CONTE AVEVANO FATTO I BULLETTI, DICENDO CHE NON SI SAREBBERO MOSSI DI "UN MILLIMETRO" DAL DEFICIT AL 2,4 E POI HANNO DOVUTO ABBASSARE LA CRESTA...2. GLI ELETTORI GRILLINI E LEGHISTI IN RETE HANNO SPERNACCHIATO IL GOVERNO CHE SI E’ VANTATO CON L’EUROPA DI AVERCELO DURO E POI HA TIRATO FUORI LO STRACCHINO: DIFFICILE FAR DIMENTICARE I PROCLAMI SBRUFFONISTI, PIÙ CHE SOVRANISTI, RIPETUTI PER 80 GIORNI 3. ORA E’ CHIARO A TUTTI CHE: 1) CON IL DEBITO CHE ABBIAMO, MEGLIO STARE CALMI; 2) NON C’E’ GOVERNO CHE POSSA PIEGARE L’UE; 2) CHE CI SARA’ SEMPRE UN ESTONE O FINLANDESE A DIRCI COSA FARE; 3) NELL'EUROPA CONTABILE UN GOVERNO NON SERVE, BASTANO BRAVI RAGIONIERIDavide Tripiedi scherza: «Il 2 per cento? Nessun problema, era quello che volevamo, c' è stata una trattativa e abbiamo ottenuto il 2,04. Quindi lo 0,4 in più dell' obiettivo». Il deputato 5 Stelle, scherzi a parte, è convinto che alla fine si porterà a casa il reddito di cittadinanza con le misure previste dal contratto. Ma non tutti la pensano come lui e il timore, che in rete sfocia nella solita ondata di critiche e sarcasmi, è che la trattativa sia sostanzialmente fallita e che il passo indietro sia stato evidente.Uno smacco per i leader - Luigi Di Maio, ma anche Matteo Salvini e Giuseppe Conte - che hanno ripetuto fino allo sfinimento che non si sarebbero mossi di «un millimetro» dalla ridotta del 2,4 per cento. Ma anche un pericolo concreto, quello di disorientare una platea elettorale che sembra già confusa (gli ultimi sondaggi registrano ulteriori smottamenti). Tra i parlamentari c' è un po' di disillusione: «Inutile fare la faccia dura se poi dobbiamo calare le braghe», riassume uno.Ma soprattutto il timore è che il reddito di cittadinanza si riveli un flop. Le spiegazioni dei vertici - «non è cambiato nulla» - non convincono tutti. E lasciano ampi margini di incertezza sulla reale efficacia della misura. Roberto Fico, da Parigi, avverte: «Due pesi e due misure significherebbe un' Europa non equilibrata, con figli e figliastri. Non ci voglio e non ci posso credere».Al termine dell' incontro con il presidente dell' Assemblea nazionale, Richard Ferrand, aggiunge: «Della Tav non ne abbiamo parlato, ma se avessi dovuto parlarne, avrei chiarito i miei dubbi rispetto a quest' opera ormai antistorica». Avvertimento lanciato sul fronte grandi opere, che resta punto debole per i 5 Stelle, costretti a subire l' iniziativa della Lega e a fare i conti con il principio di realtà (ovvero con le penali dei contratti).La minoranza resta sul piede di guerra. Gregorio De Falco, ieri, ha postato la storia del piccolo Victor, «che aiuta a comprendere la crudeltà che si nasconde dietro il decreto "sicurezza"». I vertici minimizzano e rilanciano. A questo scopo è prevista la celebrazione, annunciata da Nicola Morra, dello «spazzacorrotti day», il 22 dicembre. Si cerca di ricompattare la testuggine (copyright Di Maio).A questo serviva la festa andata in scena in una discoteca romana la notte di mercoledì.Duecento peones a fare il trenino, con il ministro Elisabetta Trenta e qualche strascico polemico. Più di uno non ha partecipato, spiegando che a poche ore dalla strage di Strasburgo danze e cotillon decisamente sembravano fuori luogo.Il sacro «2,4%», simbolo della sfida a Bruxelles, Di Maio lo gridava dal balcone, Salvini lo agitava sul web come un drappo rosso. Dopo la bandiera bianca alzata a Bruxelles dal governo, i due leader si defilano e lasciano a Conte l' ingrato compito di sussurrare il «numerino» della resa, il più mite 2,04%. Così si è passati da «me ne frego» a «se indietreggio uccidetemi»Difficile ora far dimenticare i proclami sbruffonisti, più che sovranisti, ripetuti per ottanta giorni e ribaditi fino a poche ore prima del dietrofront. Luigi Di Maio ha dato il via alla gara propagandistica il 27 settembre con la sceneggiata sul balcone di Palazzo Chigi che, guarda caso, ora è incerottato, causa restauro, come un' arto fratturato nel braccio di ferro con la Commissione europea. Tutto è partito con la foto dei ministri grillini affacciati da
Alessandro Ricchetti
Francia di Macron Paese piu' INDEBITATO DELL'EUROZONA. E nessuno FIATA
2018-12-16 15:38:29
Nella classifica del debito pubblico in rapporto al Pil (che in Italia fa 130%, in Francia e Usa 100%, e nella media dell’Eurozona 90%) l’Italia ne esce, da tempo, come tra le economie più “a leva” del pianeta.Nella classifica del debito pubblico in rapporto al Pil (che in Italia fa 130%, in Francia e Usa 100%, e nella media dell’Eurozona 90%) l’Italia ne esce, da tempo, come tra le economie più “a leva” del pianeta. Ma se si amplia lo sguardo al debito aggregato, ovvero ai livelli di indebitamento di tutti gli attori economici (Stato, imprese, banche e famiglie) l’Italia si rivela d’emblée un Paese nella media, senza grossi problemi di debito.Sempre seguendo questa classifica – che però al momento non fa parte delle griglie con cui l’Unione europea giudica l’operato dei suoi membri – si scopre che è la Francia il Paese più esposto finanziariamente; il Paese che ricorrendo al debito sta vivendo l’oggi più di tutti con i mezzi del domani. È vero, il debito pubblico in rapporto al Pil è più contenuto rispetto all’Italia ma se si somma l’esposizione delle società (circa 160% del Pil), delle banche (90% ) e delle famiglie (60%) vien fuori che il sistemaFrancia viaggia con una leva enorme, che supera il 400% del Pil, pari a 9mila miliardi di debiti cumulati. L’Italia, sommando tutti gli attori economici, supera di poco il 350% a fronte del 270% della Germania.Questi numeri devono far riflettere, in particolare i tecnocrati europei che elaborano le soglie che stabiliscono se un Paese è virtuoso o no. Ignorare – o non pesare come probabilmente meriterebbe – il debito privato è un doppio errore. Sia perché c’è una stretta correlazione storica tra debito pubblico e debito privato (è dimostrato che laddove i Paesi sono chiamati a ridurre il debito pubblico con forme di austerità, sono quasi costretti ad andare a “pescare” la crescita attraverso l’aumento della leva privata). E sia perché, se con l’introduzione del bail-in (che stabilisce che i privati partecipano con i propri risparmi ai salvataggi delle banche) passa il principio che il risparmio privato è un “asset istituzionale”, allora forse sarebbe più logico considerare tale anche il debito privato
Alessandro Ricchetti
Tredicesima dipendenti pubblici e privati e pensionati: calcolo e data di arrivo
2018-12-16 08:17:40