Vincenzo R. Palombo
Top Founder Executive
Un giorno qualcuno bussò alla porta della mia cella e mi disse che fuori esiste un mondo ancora più vasto. Io ci sono nato in questa cella e come me anche i miei avi. Tutti i giorni annaffio i fiori, ho persino continuato a dipingere sulle pareti ciò che i miei antenati non hanno avuto possibilità di concludere. Ci stò bene qui! Com'è bella la mia cella! In quell'istante lo sconosciuto aprì la porta ed io vidi tutto, provai paura! "Forza, vieni con me, usciamo!" - mi disse lo sconosciuto - "Che diavolo aspetti! Adesso lo hai visto anche tu no?". Sì, avevo visto proprio tutto, ma mi mancò il coraggio, le gambe tremavano e la mia mente cominciò a sabotare la verità nuda e cruda con questi ragionamenti: "E' troppo bello per essere vero, quindi non è vero". "Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quello che lascia e non sa ciò che trova, quindi rimani dove sei". "Se esci i carcerieri ti prenderanno, ma chi te lo fa fare di rischiare? Quindi dimentica tutto". "Nella tua cella sai perfettamente come muoverti, è tutto sotto controllo, la tua felicità è solo qui". "Quello che hai visto è meraviglioso, ma non esiste, è pura utopia!" Forse la mia mente aveva ragione, lo sconosciuto venne solo a portarmi noie. In realtà non ho visto proprio niente perché fuori non c'è niente. Alla fine chiusi la porta in faccia allo sconosciuto, avevo gli occhi chiusi, li riaprii, mi guardai nuovamente attorno ed esclamai: "Com'è bella la mia cella!" (Vincenzo R. Palombo)
Vincenzo R. Palombo
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