Stefano Gasbarroni

PRELIEVO FORZOSO ECCO COME FUNZIONERÀ E COME DIFENDERSI. Il nostro debito pubblico alla fine dell’anno arriverà attorno al 160% di Pil, dal 134% prima dello scoppio dell’emergenza. Il rapporto deficit/Pil salirà probabilmente al 6%, ma c’è chi stima possa spingersi fino al 10%. Questi livelli di debito sono insostenibili per i nostri conti nel lungo periodo. Alcuni economisti e analisti, e qualche politico, pensano che andrebbe studiato un provvedimento una tantum per abbassare lo stock di debito dello Stato. Una strada è quella del prelievo forzoso: ecco come funzionerà e come difendersi. Secondo gli ultimi dati di Bankitalia sui conti bancari italiani, ci sono oltre 1400 miliardi in giacenza. Tra l’altro solo nel bimestre marzo-aprile questi sono aumentati di 20 miliardi. La tentazione del Governo di arrivare a questi soldi è forte. Un prelievo forzoso sui soldi depositati sui conti correnti potrebbe essere una strada che un Governo potrebbe seguire. Funzionerebbe più o meno come quella che il Governo Amato fece nel 1992.Con il Decreto legge n° 133 dell’11 luglio 1992, il Governo Amato impose un prelievo una tantum forzoso su depositi bancari e conti correnti, pari al 6 per mille. Ovvero una tassa di 6 lire ogni mille depositate. Se fosse applicata oggi e magari ritoccata al 10 per mille, per ogni mille euro depositati sui conti, si dovrebbero pagare 10 euro. Su diecimila euro si pagherebbero 100 euro. Su centomila euro, 1000 euro di prelievo. Probabilmente verrà applicato a partire da una certa soglia di importo. Potrebbe essere quella dei 5mila euro. Sotto questa cifra il prelievo è possibile che non si applichi. Quindi avere meno di 5000 euro sul conto è il primo sistema per difendersi. Dove mettere i soldi? Investirli in titoli è la soluzione. Per esempio obbligazioni. Buoni del tesoro Poliennali, oppure BOT se si vuole investire in strumenti liquidi. Non vi fidate dell’Italia? Potete investire in bond esteri, come buoni del Tesoro tedeschi decennali. Oppure in titoli di Stato americani. Ma in questo caso occhio al cambio. In caso di perdita di valore del dollaro contro euro, perdereste nel cambio. E la soluzione di aprire un conto corrente estero? In teoria può funzionare. Ma i depositi su conti esteri se si superano i 5 mila euro di giacenza media, vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi. E’ però vero che tassare un conto corrente estero diventerebbe difficile. (Proiezioni di borsa)

Stefano Gasbarroni

Incoraggia gli altri nei loro punti di forza e non sminuirli mai per le loro debolezze. Nel dare forza agli altri, anche tu diventerai più forte. Al contrario, mortificando gli altri,mortificherai solo te stesso. Il colore con cui dipingi una ringhiera è lo stesso colore che ti resta sulle mani. (S.Kriyananda)

Stefano Gasbarroni

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