Stefania Bartolone

Founder Junior

"Che cosa vuol dire addomesticare?" " E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…" " Creare dei legami?" " Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo." (Antoine de Saint-Exupéry)

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Stefania Bartolone

Founder Junior

"L' insegnamento dell'asino" Una mattina l'asino di un contadino cadde in un pozzo.. . L' animale pianse fortemente per ore, mentre il contadino cercava di fare qualcosa per farlo uscire ... Alla fine, il contadino decise che l'asino era già vecchio e il pozzo era ormai asciutto e non serviva e che anzi era giunto il momento di essere tappato in ogni modo, e convinto che davvero non valeva la pena di far uscire l'asino dal pozzo invitó tutti i suoi vicini per essere aiutato a chiudere il pozzo per sempre. Cosi’ afferrarono una pala e iniziarono a tirar terra dentro al pozzo... L' asino rendendosi conto di quello che stava succedendo pianse orribilmente... Poi, per sorpresa di tutti, si aquietó ... Il contadino guardó in fondo al pozzo e si è stupì di quello che videro i suoi occhi... con ogni badilata di terra, l'asino stava facendo qualcosa di incredibile: si scuoteva la terra da sopra e la faceva cadere sotto di se e poi ci camminava sopra appiattendola... Presto tutti videro con sorpresa come l'asino riuscì ad arrivare fino alla bocca del pozzo, è una volta passato sopra il bordo uscì fuori e se ne andò via trotterellando . La vita sta per lanciarti terra, ogni tipo di terra... il trucco per uscire dal pozzo è usarla per fare un passo verso l'alto. Ognuno dei nostri problemi è un gradino verso l'alto... Possiamo uscire dai più profondi vuoti se non ci diamo per vinti... Usa la “ terra “ che ti buttano sopra per andare avanti.

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Stefania Bartolone

Founder Junior

Vorrei che qualcuno mi sentisse. Sentisse quello che non dico, quello che provo a scrivere, quello che nascondo fra parole a metà. Non semplicemente ascoltare, non semplicemente leggere. Sentire. Accorciare una distanza, riconoscere un pezzo di sé nel respiro faticosamente calmo dell'altro, non trascurare i dettagli, chiedersi il perché delle cose, degli atteggiamenti, dei silenzi. Non fermarsi all'apparenza, perdere tempo, prestare attenzione. Vorrei che qualcuno mi tendesse un pensiero, sì, un pensiero, non solo una mano; perché sapere che qualcuno mi sta pensando a volte è più importante di tutto il resto. In quel momento, quando sto a cuore a qualcuno, so che esisto davvero, da qualche parte, anche quando non riesco più a vedermi. Vorrei che qualcuno mi chiedesse "come stai?“ essendo pronto ad ascoltare una risposta vera. Vorrei che qualcuno si sforzasse, almeno ogni tanto, di approfondire, quando si tratta di me. Niente giudizi buttati lì a caso, niente considerazioni gratuite formulate senza pensare, niente consigli non richiesti. Interesse, solo quello. Sincero, vero, gratuito. Vorrei essere dentro qualcuno, come qualcosa che resta, come qualcosa di indispensabile, che non può non esserci, come una parte, come un organo vitale, come l'essenziale. Vorrei sapere, sempre, di non essere sola, indipendentemente dal numero di persone che ho intorno. Vorrei qualcuno che avesse il coraggio di amare proprio quella che sono, così come sono senza se e senza ma, solo me perché sono io. (Laura Messina)

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