✳️Romana Prostamo✳️

Founder Senior

Lettera alle famiglie che vivono da vicino l'autismo, la Trisomia 21, le difficoltà intellettive.

2019-03-21 17:10:26

MI è capitato in questi giorni di relazionarmi, qui su Cam.Tv, con persone che, per ragioni diverse, vivono delle situazioni complesse a causa di un familiare con disabilità. L'intervista di Fabrizio Banci mi ha fatto decidere di scrivere questa lettera. La rendo pubblica SOLO per poter arrivare a tutte le persone che qui non ho ancora avuto il piacere di conoscere e che vivono la stessa situazione.

Le nostre differenze sono ricchezza per l'altro.

Carissima famiglia,

ti scrivo questa lettera per confrontarmi con te.

Per anni ho fatto riabilitazione a bambini e adulti con capacità diversa o ridotta. Una volta ero anche una logopedista, ti dico ero, perchè dopo che la grande Associazione ha rifiutato di intervenire per sostenere le famiglie con genitore affetto da Corea di Huntington mi sono così indignata che ho deciso di cancellarmi  dall'Albo dei professionisti.

Ti ho raccontato questo per colmare un gap dovuto alla mancanza di conoscenza effettiva tra noi. 

Le relazioni in genere non sono semplici, ne convieni?

Tutto si regge su equilibri, quasi mai esplicitati, quanto invece intessuti su un'osservazione attenta.

Se poi, i rapporti hanno la necessità di convergere anche su un familiare con caratteristiche particolari allora diventano indispensabili un amore incondizionato e l'accettazione, questo Tu lo sai bene.

Escludendo noi professionisti che prendiamo la decisione con il cuore, di seguire le persone come tuo figlio per dedizione, per essere supportivi, per dialogare con mondi inconsueti, cercando di metterci in pari con il Loro modo di farlo, semplicemente per costruire un ponte di scambio.


 

Spesso non è cattiveria o ghettizzazione, è solo ignoranza ( nel senso di non sapere come fare).

Chi è al di fuori di queste dinamiche , generalmente, ha grosse difficoltà, spesso inconsapevoli, nel rispondere in modo proficuo a chi percepiscono diverso da loro, e non solo nei riguardi della disabilità.

Per paura di sbagliare, per vergogna, per non essersi mai misurati con ciò che è dissimile da loro, per un senso di disagio che li rende impacciati.

 

Mi risponderai che basta il cuore.

Ma se non sai come usarlo al meglio in certe occasioni, per non sbagliare, per non ferire?

 

Occorrerebbe parlarne come hai fatto tu, in Italia non è facile

improntare un'educazione alla disabilità. 

Anni fa ci abbiamo provato, portando un corso  nelle scuole elementari di Milano, per insegnare ad alunni e docenti come fare, solo 20 scuole ci hanno dato questa opportunità.

 

Più saremo e più otterremo risultati positivi. Non demordere, noi tutti che vediamo  nelle differenze una grandissima opportunità per arricchirci e rendere questo mondo un posto migliore non lo faremo.

E, quando sei stanco pensa al fatto che nel toglierti qualcosa la Vita ti ha dato la possibilità di Amare in modo completo e incondizionato.