✳️Romana Prostamo✳️

Founder Senior

Il Cambiamento.

2019-06-14 08:11:58

Eccoci a voi con il nostro appuntamento settimanale con la Rubrica "Visioni a Confronto", oggi parlerermo di un argomento che riguarda tutti il "Cambiamento". Ci auguriamo che troviate spunti di riflessione interessanti.

Nel Buddhismo c’è un precetto “Non c’è niente di costante tranne  che tutto cambia”.


Romana: 

Come molti di voi sapranno l’essenza del pensiero buddhista ha molto in comune con la fisica dei quanti.
Mi ricordo quanto il Dalai Lama ami confrontarsi con scienziati ed esperti in merito a questo argomento.

Il concetto del mutamento nel buddhismo è chiamato “impermanenza” ( in sanscrito Annica), il cambiamento è inerente ogni cosa fenomenica.


Malgrado sembri facile interiorizzare questo concetto, specialmente dopo la diffusione delle filosofie orientali e della fisica quantistica, noi , in realtà, facciamo molta resistenza ad assimilarlo come dato di fatto.
Spesso le nostre azioni, le nostre prese di posizione, le nostre scelte ne sono la prova.



Partiamo dall'erronea convinzione che solo alcune cose siano destinate a mutare, come l’età, la crescita dei figli, le stagioni.


Tuttavia Il processo di cambiamento racchiude tutto ciò che è fenomenico, in parole povere, tutto ciò che comprende i fenomeni legati alla fisica: materia ed energia.


Siamo propensi a pensare che la maggior parte delle cose non subisca modificazioni, per esempio: posseggo una casa, è un dato di fatto, siamo certi che la casa ci sarà per sempre? Un terremmoto improvviso o lo scoppio di una caldaia potrebbe far crollare il palazzo, oppure possiamo perderla perché i nostri inquilini non ce la restituiscono.  la casa che era un dato che davamo per certo ora è mutato.


Un figlio, pensiamo che ci vorrà bene per sempre, perché lo abbiamo cresciuto e amato, eppure un giorno decide di andarsene o non rivolgervi più la parola per una serie di cause che potremmo non comprendere.


In questo caso soffriremo tantissimo per il rifiuto del nostro amore da parte di nostro figlio, ma non è la sola ragione, nella difficoltà di interiorizzare una verità assoluta come il cambiamento non ci prepariamo ad esso e facciamo l’errore di dare molte cose per scontate.


La sofferenza, di fatto,   aumenta in modo esponenziale al nostro contrastare il mutamento che sta avvenendo.


Ora, ipotizziamo di intraprendre un percorso psicologico, per mesi, non percepiamo alcun miglioramento, allora ci interroghiamo sull’utilità di continuarlo, in un dato momento, una situazione che ci è familiare ci accorgiamo di percepirla in un modo differente, ecco che lì in quell’istante abbiamo chiaro che qualcosa non è più come prima.

Perché? Il motivo è che  noi siamo abituati a riconoscere il cambiamento solo dopo un’esperienza concreta e visibile. una perturbazione dello stato delle cose è sconosciuta alla coscienza, per cui a noi, fino a quando non avviene il passaggio dall’inconscio al conscio e questo gap avviene in 57 millisecondi.



Viviamo in una realtà dominata dalle leggi che regolano materia ed energia, ogni secondo della nostra vita siamo immersi nelle connessioni con altre entità e con i perturbamenti che vengono creati dal nostro pensiero, come dice lo scienziato Robert Lanza La realtà esiste solo nell’attimo in cui le  immagini della struttura mentale vengono proiettare sulla retina, nel preciso momento ove esiste un atto di coscienza”

Se tutto è energia, per cui onde,  tutto è passibile di interferenze , noi stessi siamo la fonte dell’influenza sullo stato mentale degli altri e di noi stessi che si modifica nell’istante in cui ci mettiamo la nostra coscienza.

Lo ha spiegato bene il fisico che inventò il termine “Buchi neri” con il suo Principio Antropico Partecipatorio, John Wheeler che insieme a Robert Lanza formularono il principio del “Biocentrismo” ,  “L’universo si trova in uno stato indeterminato fino a quando non è costretto a definirsi da un osservatore”.

Essere pronti al mutamento delle cose implica un lavoro costante di definizione di noi stessi nel qui ed ora.

Sicuramente non dare nulla per scontato aiuta ad apprezzare le cose di cui facciamo esperienza ogni istante.



Elisa: Romana leggerti è sempre di grande ispirazione.


Siamo abituati a pensare in modo lineare, a partire dalla questione temporale. I secondi si trasformano in minuti, che vanno avanti in ore, giorni, mesi, anni e così via.

La nostra società è fondata sulla linearità, mentre sappiamo che la vita (per fortuna dico io) è in continua trasformazione, attimo dopo attimo.


Bellissima la tua frase di apertura. La ripropongo perché è un concetto non importante ma fondamentale: “Non c’è niente di costante tranne che tutto cambia”.

Durante le mie lezioni di yoga ho quasi sempre un "mantra". Che però attenzione non è in sanscrito e non lo canto. 


È più che altro un'intenzione che metto all'inizio della pratica per me e per le mie allieve (in sanscrito si chiama "sankalpa"). "Ogni respiro non è mai uguale a quello precedente. E nell'attimo in cui respiri ogni cosa cambia. Far parte del cambiamento vuol dire rimanere nello scorrere del fiume della vita".


Tutto è in continua evoluzione: il nostro corpo, le nostre cellule, i nostri pensieri e quindi anche ciò che ti circonda.

È curioso, perché proprio nel momento in cui abbiamo deciso di parlare di "cambiamento", nella mia vita e in quella di parecchie persone che conosco, stanno accadendo cambiamenti parecchio importanti.

Proprio qualche minuto fa ne parlavo con una mia amica e le dicevo dell'importanza di saper rimanere "centrati" all'interno di una tempesta, che poi sia negativa o positiva è uguale. Bisogna rimanere centrati.



Ogni tanto, chiaramente, arrivano le folate di vento che ti destabilizzano, ma la centratura durante i cambiamenti è come un'ancora che ti permette di vedere tutto come osservatore e quindi di distaccarti.

Come esseri umani accogliamo in modo più aperto i cambiamenti positivi.

Che scoperta direte... certo, chi desidera i cambiamenti negativi? Ma la vita, oltre che in continuo mutamento, è un perfetto equilibrio da luci e ombre, bello e brutto, positivo e negativo. Insomma, viviamo nella dualità.

Tu prima hai parlato della sofferenza in relazione al cambiamento. 

È proprio così: soffriremmo di meno se imparassimo a rimanere centrati nella tempesta, senza aspettarci nulla e soprattutto "lasciando andare", ossia lasciandoci trasportare con fiducia dal fiume dell'energia dell'Universo, dove tutto è perfetto e bilanciato, anche se oltre la nostra comprensione.

Il tema è molto vasto. Potremmo scriverci delle enciclopedie sul tema del cambiamento, perché racchiude l'essenza della vita stessa.

Chissà che non ci ritroveremo di nuovo a parlarne.


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