✳️Romana Prostamo✳️

Founder Senior

21 giugno 1987, il Coma, Un viaggio nella Multidimensione.

2019-06-21 09:16:36

oggi 21 giugno, entrai in coma per dare alla luce mia figlia. Da allora tante cose sono diverse per me.

Un'esperienza che ha dato una svolta decisiva alla mia vita.





Lo stato di assenza di coscienza chiamato comunemente Coma è un'esperienza che ha incuriosito molti scienziati e ricercatori.


A chi non piacerebbe rompere il "Velo di Maya" di Schopenhauer e sapere cosa c’è Oltre?


Nel tempo sono state raccolte molte testimonianze di persone che hanno vissuto questa esperienza, per capire uno stato di non coscienza difficilmente indagabile se non ascoltando chi l'ha vissuta direttamente.

*C’è chi dice che vede una luce fortissima che abbaglia e andando oltre quella luce si sentono in pace.

*Altri attraversano un tunnel dove alla fine trovano amici e parenti defunti ad attenderli.



Il senso di pace è comune a tutti.


Vi voglio raccontare la mia esperienza.

Che dire la Vita mi ha fatto fare talmente tante esperienze che ripercorrerle con la memoria sembrano “tanta roba” pure a me stessa.


Ritorniamo alla mia esperienza diretta.


Ebbene al momento della nascita di mia figlia il 21 giugno di 32 anni fa, si oggi è il suo compleanno, alle 7,30 di mattina entro in sala operatoria per dare alla luce mia figlia.

Avevano deciso di farmi il taglio cesario perchè rischiavo di diventare cieca ( avevo un problema grave agli occhi) per lo sforzo del parto.

Sono entrata in quella stanza fredda e asettica, mi ricordo che tutto era bianco e grigio.

Mi prepararono per l’operazione, mi legano braccia e gambe, mi ricordo il freddo, avevo tanto freddo.

Nel momento in cui mi iniettarono l’anestesia avvenne una cosa strana, mi arrivarono davanti agli occhi fotogrammi veloci della mia vita da quel momento alla mia nascita.


 

Per quanto sia abituata a cose “strane” vedere la mia vita a ritroso mi procurò una sensazione che non so bene descrivere.


Mi ricordo  che mi dissi che stavo lasciando la vita.

Stavo dando alla luce la mia bambina pechè dovevo lasciare la vita?


Forse perchè arrivai esausta al parto e questo stato d’animo mi predispose in qualche modo ad andare in coma. Ancora non so darmi una spiegazione lgica.



Quello che vidi?


Cominciai a vedere il personale in sala operatoria dall’alto, cercavo di comunicare con loro, ma nulla, tentavo e ritentavo di dirgli che ero li e che sentivo tanto dolore malgrado l’anestesia ma non mi sentiva nessuno.

Andavo da una parte all’altra della stanza cercando di farmi ascoltare, Nulla.

Mi ricordo che ero disperata, non capivo come mai non mi prendessero minimamente in cosiderazione.

Poi a un certo punto, Vidi!


Ero immersa in una dimensione piena di vibrazioni, vagavo in uno spazio-tempo immenso pieno di luce e colori ma non provavo paura, anzi, ero in Pace.


Detta così sembra  quella sensazione che ti viene dopo la serenità, ma, in realtà, non era quel tipo di pace.

Quella di cui parlo è la Pace che ti viene sentendoti parte di tutto, senza distinzione, dove ogni singolo atomo di quello spazio è li per te e tu li per lui.

E’ difficile mettere in parole una sensazione che non ha termini di paragone con cose concrete e conosciute.

Io ero Tutto e il Tutto era me.

A un certo punto lo scenario cambiò, mi trovai circondata da moltissime anime, intendo anime nel vero senso della parola, avevano solo le sembianze umane ma nessun tratto distintivo.

Per quanto la mia vista potesse spaziare tutti i volti indistinti che guardavo erano tutti conosciuti, ero come dire “tornata a casa”. Riconoscevo le essenze delle persone che avevo conosciuto in una vita ( in quale vita non so).


"Loro" erano li per darmi un messaggio e riportarmi alla vita. 

"Non era il mio momento, dovevo tornare per la mia bambina".

Da quel moomento ho capito perchè tante persone non tornano indietro o lo fanno con difficoltà, in quella dimensione ogni atto, pensiero, esperienza  e conoscenza si annulla.

Pace e connessione con tutto sono ciò che permea, perché di quello sei fatto , energia dentro ad altra energia.




A me non fu dato rimanere "Lì"


Fu così che Loro mi riportarono indietro, prima di entrare nel mio corpo vidi infermieri, dottori, anestesisti in fibrillazione perchè non mi svegliavo e non capivano cme fosse possibilie.


Occorse un bel pò di tempo prima che riuscirono a riportarmi a uno stato di coscienza, fu quando venne in mente a un dottore di mettere mia figlia appena nata sul mio cuore.


Da quel momento decisi che avrei seguito le persone in stato di Coma 


Non è assolutamente vero quello che sostengono due neurologi americani Fred Plum e Jerome Posner, che definiscono il coma " Paziente non risvegliabile, non responsivo, che giace a occhi chiusi".


 Loro sentono e vedono tutto quello che succede intorno a loro, sentono l’amore, la sofferenza di un parente, vivono tutto solo che lo fanno da una dimesione differente e questo rende difficilie comunicare con noi.