Sabrina Rotaris

plurinteresse=dispersiva=debolezza o multipotenziale=punto di forza?

2019-04-12 22:27:25

Avere molte scelte è un vantaggio, ma dover escludere alcune opzioni in favore di altre può far sorgere il dubbio: “E se poi faccio la scelta sbagliata?”.. è partito un articolo-fiume!

Con il sondaggio di cui vi ho già parlato, ho scoperto che non  sempre le nostre qualità o competenze vengono riconosciute come tratti positivi. 

E viceversa,  qualcosa che hanno sempre detto essere sbagliato in noi si può rivelare un nostro pregio.   O essere entrambe le cose, a seconda di come lo sviluppiamo.


Nelle varie risposte dei miei amici  questo aspetto per me ha preso il nome di "dispersione",  "eccesso di multitasking" e anche "poliedricità" (qui un’amica ha cercato di darle un’accezione positiva, anche se l’ha infilata tra le cose da migliorare).


Ne sono sempre stata consapevole, è la caratteristica che più spesso mi ha spinta ad intraprendere con facilità strade nuove, e con altrettanta facilità a lasciarmi arenare: a fare tante cose, se ne seguono bene poche..  è facile auto convincersi che si è bravi in tutte..ma anche in nessuna.


La maggior parte del mio percorso si potrebbe riassumere tutto qui, in questa prima caratteristica che mi hanno riconosciuto in tanti. Nel suo lato buono e in quello “oscuro”.


Mentre ci riflettevo, due mesi fa, mi stavo abbattendo. E poi ho tirato diritto, come faccio sempre... ma.. con che modalità? 

Prima di scrivere l’articolo sull'argomento, e descrivere questo processo, un attimo fa mi sono imbattuta in un video:

niente accade per caso, ne sono sempre più convinta.

Ho scoperto un nuovo punto di vista: se penso di avere troppi interessi, troppe passioni che mi infiammano, e soprattutto non so quale scegliere, probabilmente sono multipotenziale!! 


Mi sono lanciata a leggere al volo quel che trovavo su questa definizione: e ce n'é a bizzeffe... solo io lo scopro ora??


Tipico del multi potenziale: essere immerso in un vortice di fuochi creativi che lo portano a fare nell’arco della sua vita cose molto diverse e poco collegate tra loro, oltre a essere inclini alla noia: spesso una volta avviato un progetto perde interesse e lo stimolo iniziale si affievolisce” (cit.)


Ed io che facendo Analisi transazionale vedevo in me solo tutti i tratti negativi distintivi (lavorativamente ed affettivamente) del bambino ribelle! sciocca! Guarda, una nuova definizione!! Mi piace!


SONO IOOOO!!!! 


Quindi, concretamente, ora che lo so?

Cosa dovrei, o avrei dovuto, fare?

Cosa dovrebbe fare un multifunzionale appena scoperto(si), per non disperder(si)?


NIENTE 

decisioni “estreme” (quindi NO scegliere una sola cosa, rinunciando completamente a tutte le altre→ equivale a stendere il tappeto rosso alla materializzazione del refrain “se avessi fatto… ”,  e NO affrontare in parallelo tutte le attività→equivale a  materializzare la dispersione di cui abbiam parlato)


MA

scegliere un’attività principale tra quelle più amate, integrando 

nel nuovo brand le altre,  trasformandole in valore aggiunto, al fine di renderlo unico nel suo genere;


trovare un fil rouge che unisca le  diverse passioni riunite, in modo che la nuova attività integri ciò che abbiamo da offrire rendendolo omogeneo (e non un agglomerato sconclusionato);


ricordare che ciò che si mette in secondo piano non è eliminato completamente e per sempre, ma il fatto di averlo a disposizione può aiutare a identificare una  nicchia di mercato, oppure può trasformarsi , finalmente, davvero in un hobby personale, fatto per il puro piacere di farlo.



Fantastico: ho trovato tutte queste informazioni oggi…e mi sono resa  conto che mi sembravano  dipinte addosso. Aver saputo questo prima! Ma TANTO prima! Perché ora, di fatto, ho già seguito il percorso suggerito  da Emilie Wapnick (donna imprenditrice, consulente professionale, blogger… insomma, una tosta).


Ve lo racconto.


Io: dispersione o multifunzionalità, dicevo. 


Ho sempre avuto interessi contrastanti. Fatto cose diverse.


Basti pensare alla bivalenza Spagna/Irlanda nel mio cuore.


O parliamo di danza classica/ballo liscio/Sevillanas? 


Ero portata per lettere, volevo fare la veterinaria. 

Ma studiare solo animali mi privava di altri aspetti.. e allora mi sono iscritta a Scienze Forestali: dove potevo spaziare dalla botanica alla geologia, dall’economia all’ingenieria, dalla zoologia di montagna al diritto.


Nel mentre, lavoravo come Baby sitter, facevo la guida naturalistica a una Casa delle Farfalle, e ero segretaria all’Istituto di Economia Agraria.


Poi, ho iniziato a lavorare in un’agenzia di eventi, così passavo da cercare hostess a trovare artisti, da telefonare a un Comune a trattare con un Centro Commerciale. Per poi aprire partita Iva, continuare a fare tutto questo E anche l’accompagnatore turistico.

Nel mentre, ho anche fatto supplenze alle scuole medie, e sono stata responsabile di un negozio.


Non chiedetemi come sono poi finita a lavorare alla Coop, per quasi 10 anni, oltretutto. E lasciarla per andare in Aldi!  ( o_O )


Scegliere - è evidente - non è mai stato il mio punto forte: gli interessi sono sempre stati molti, e difficilmente una cosa mi veniva davvero molto male, da dimostrarmi che forse era il caso di metterla da parte.  Questo, era un difetto o una risorsa?


A febbraio, dopo aver svolto per 9 anni un lavoro che mi rappresentava solo in parte, dopo aver toccato con mano che persistendo nell’ambiente avrei sbagliato, la paura di ripetere l’errore è sorta spontanea.


E' stato a quel punto che ho lanciato il messaggio agli amici, e sono saltate fuori, dentro questo macroscopico contenitore, le mie tante sfaccettature.


Forse non era stata una mossa risolutiva. Illuminante, però, si.


Dovendo scegliere tra cose che amo in uguale misura, il pensiero di dedicarmi a una sola non mi piaceva, e già ero partita a mille cercando di ricostruirmi di nuovo, senza rinunciare a nulla.


Grazie al cielo, mi sono fermata in tempo. Ho guardato indietro,  e visto, che per quanto potessi essere brava, era evidente che se avessi perseguito troppi obiettivi contemporaneamente non ne avrei raggiunto alcuno al livello a cui punto. Cosa giá vista.


Avevo già sperimentato questa strategia: molta fatica e si, tanta soddisfazione, ma pochissimo in termini economici, rendendo quasi tutte le attività a me più care sostanzialmente dei passatempo e nessuna riconosciuta come vero lavoro cui dare valore.


Non sarei coerente con la mia neoscoperta natura multipotenziale se giurassi di focalizzarmi su una cosa soltanto; onestamente sono incapace di fare UNA sola cosa alla volta. Mi annoio.


Quindi: 

Dopo aver letto le risposte degli amici, ho pescato a piene mani  da quello che ho studiato nel corso degli anni, e che riprende in pieno l’articolo di Alessandra Vassilli che avevo citato l'altro ieri: è bene che mi concentri sui miei valori, punti di forza e sul mio quid  unico che mi può permettere di costruire il mio personal brand..   [e vai di latino e inglese...fortuna che insegno spagnolo....]


In questa mia multidimensionalità [mò ho creato un altro termine.. passatemelo per buono] come faccio ad evitare autoboicottarmi, con fisime, fastidi, vecchi modus operandi (tipo la sindrome dell'impostore dell'articolo di Elvino Miali)?


Dunque: ho fatto una lista delle cose che mi piacciono. Dentro tutte.


E poi? Ci ho aggiunto quello che gli altri vedono in me come tratto peculiare. Qual’è la mia versione migliore? Qui ricompare il sondaggio: una stessa visione di me, declinata in  mille varianti ( e non avrebbe potuto essere diversamente), è tornata in tutte le risposte dei miei amici. 


E, beh, questo mi ha facilitato molto il compito che gli esperti dicono di fare: quando fate tante cose diverse, trovate qual è il filo conduttore perché ce n’è sempre uno, uno su tutti.


Ebbene mi riesce facile insegnare (che sia una lingua, una materia scolastica, un metodo di lavoro, un gioco), mi piace davvero tanto vedere gli altri crescere.  E mi piace scrivere.


Mi sono anche chiesta: ho una mission? Si, l’ho trovata al Leadership.. e l’ho messa come descrizione in prima pagina..  Direi che le cose corrispondono.


Ho trovato scritto che “Il multipotenziale è apprezzato perché riesce ad assumere diversi ruoli a seconda delle esigenze del cliente”


Questo mi è piaciuto. Tanti dicono che è importante avere un buon piano B: averne parecchi può solo essere meglio, no?  

Si parla tanto di flessibilità… un po’ è il concetto di R.Re: “Cambiare senza paura


Un po' in modo inconsapevole, un po' volutamente allenata, alla fine risulta che  uscire dalla mia zona di comfort, è la mia zona di comfort.



Vogliamo considerare un’ultima cosa? Il web ha fatto sì che il mondo sia fatto ad hoc per i multi potenziali ( oltre che per i dispersivi veri, hihihi): grazie alla rete è facile gestire attività anche molto diverse. 


Guarda Cam.tv .. mi permette di avere più canali per gestire le mie diverse passioni (scrivendo) !!


Una piattaforma multifunzionale come me :)


Namastè Camers