Sabrina Rotaris

Come promesso, vi presento il matrimonio celtico, nei suoi passaggi e nel suo significato..

2019-07-02 04:41:05

Da dove viene? Quali simboli usa? Che significato hanno? Vi voglio accompagnare in questa scoperta...

Sposarsi con rito celtico fino a poco tempo fa non era cosa molto diffusa, almeno in Italia, e di fatto lo è ancora poco, perché nel nostro Paese ha un puro valore simbolico e a questa unione non è riconosciuto un valore legale.


Questo è un rito molto antico e la sua storia risale all’epoca neopagana-druidica.

Noi abbiamo fatto questa scelta per il mio fortissimo legame con il popolo celta e le sue tradizioni. Un legame che va oltre il tempo e la razionalitá, talmente profondo che non puó essere messo in discussione da nulla...


E’ anche detto “rito della sacra unione” ed era considerato un contratto che legava due famiglie o due domini, o le amicizie, e non sempre coincideva con i sentimenti. 


Prima di celebrare il rituale gli sposi avevano un periodo di “convivenza”  (o una specie di “contratto a termine”), dopodichè decidevano se ufficializzare l’unione oppure sciogliere la coppia.

I vari passaggi della cerimonia variano leggeremente tra una tradizione e l’altra, gallese, irlandese, scozzese… io vi parlo di quella che abbiamo seguito noi.

Innanzitutto si decidono la data e il  luogo. 

Entrambi, nella sacra unione celtica sono molto importanti: non tutti i luoghi tutte le date sono opportuni. Il calendario celtico é legato alla natura, ai cicli lunare e solare, agli equinozi e ai solstizi..l'armonia prima di tutto!


Per quanto riguarda la data, ci si riferisce di solito a un periodo possibile che va dal 21 marzo al 20 settembre, anche se i momenti più consigliati per la loro forza sono l’equinozio di primavera e il solstizio d’estate. Ma, se si é credenti dell'antica religione, come io sono, o comunque ci si vuole attenere realmente alla vera tradizione antica e rendere davvero omaggio alla Dea Madre, si dovrebbe scegliere  la notte di Beltane tra il 30 aprile e il 1 maggio. 


Noi abbiamo scelto giocoforza il 30 giugno,  perché il Triskell festival cadeva quella settimana, e la possibilità di celebrare il rito a Trieste nella cornice di quell’evento era unica…


Relativamente al luogo va considerato che Per gli antichi Celti l'unione dei due sposi nel matrimonio, la fusione delle due anime , dei due corpi in uno, era benedetta dallo spirito della Terra. Così il rito e la festa si celebravano nel cuore delle foreste, vicino a fonti sacre oppure nelle radure delimitate da cerchi di pietra.In questi luoghi il connubio con la Dea Madre era perfetto, completo e in relazione con la solarità del Dio. Trieste ci ha fornito il Boschetto del Ferdinandeo..

Per tradizione la coppia in procinto della sacra unione sette giorni prima attua una serie di atti purificatori con l’utilizzo dei quattro elementi .


Noi ci siamo recati in un bosco, abbiamo scelto una radura ci siamo scambiati reciprocamente le promesse, impegnandoci a rispettarle e mantenerle nel corso dell’anno “di prova” ( e che poi la celebrate ci ha fatto ripetere durante il rito): nel mentre abbiamo intrecciato insieme un nastro di colore bianco e uno rosso lunghi poco meno di un metro (Dea e Dio, Femminile e Maschile) in un unico nastro, rappresentante la nostra unione e con la sola natura come testimone.


Nello specifico, la terra delle pietre meravigliose che ci circondavano, l’aria che pervadeva la radura, il fuoco dei nostri cuori..e l’acqua non solo del ruscello che scorreva con energia, ma anche della pioggia battente che ci bagnava come pulcini...


In quell’occasione abbiamo anche provveduto a fare un’offerta alla natura, per ringraziare di essere stata loro testimone in questo momento così importante per la loro unione: sono sufficienti una frutto o del pane..noi avevamo portato una mela divisa a metà.


Lì vicino alla mela, abbiamo trovato la pietra che ci era stato detto che avremmo dovuto scegliere come il ricettacolo della loro memoria storica.

Nella stessa settimana, come richiesto, entrambi ci siamo recati nei paesi dove siamo nati e abbiamo raccolto un po’ di terranatìa” ( un cucchiao a testa, o poco più).


Il giorno del rito, le abbiamo portate con noi, ciascuna chiusa separatamente in due quadratini di stoffa legati con un nastro: le due terre di provenienza quel giorno sono state unite durante il rito a simboleggiare la nostra unione, e quella con la madre Terra.

 

Il giorno della cerimonia, è stato meravigliosamente emozionante. Il clima di accoglienza, serenità e gioia che abbiamo trovato al Triskell, ci accompagna ancora.


La sacerdotessa ha pronunciato la "Caim" (protettore) ,  la Preghiera che si recita mentre viene tracciato il cerchio sacro in cui far entrare agli sposi, e che come ogni preghiera agisce misticamente, per creare nel proprio interno una dimensione sacra. Poi sono stati fatti entrare anche i testimoni. Tutti gli altri, sono rimasti fuori dal cerchio.

Ora non ho il ricordo esatto della successione degli eventi (nonostante lo abbiamo ripetuto 2 volte, ma eravamo troppo emozionati…) comunque :


Oltre ad aver consegnato le terre, abbiamo anche portato con noi la pietra che avevamo scelto ( o ci aveva scelto lei??)che è stata lavata e purificata, le energie e il ricordo delle nostre famiglia e dei nostri cari sono state  da noi impresse attraverso il tocco,  tramandando così la tradizione e la pietra stessa alle generazioni future. 


Infatti, guidati dalla celebrante, c’è stato un toccante momento in cui sia noi che i testimoni abbiamo poggiato le nostre mani su quella pietra, che oggi ci ricorda ogni giorno quegli istanti, perché è in bella vista sul mobile della cucina…


Con quel piccolo rito la nostra promessa era diventata un giuramento solenne consacrato dalla terra e dagli antenati. Anticamente si incidevano simboli o i nomi degli sposi su un albero o su una pietra, e c’è chi ancora oggi sulla pietra incide le proprie iniziali con la data del matrimonio… noi l’abbiamo semplicemente messa nel punto più vissuto della casa.

E’ seguita poi la purificazione della nostra coppia con i quattro elementi … per la terra il sale, per il fuoco una candela, per l’aria l’incenso e per l’acqua..l’acqua :)  e la conferma delle promesse fatte una settimana prima.  

Infine c’è stata l’unione delle mani con il nastro bianco e rosso intrecciato da noi nei giorni precedenti. A questo, abbiamo aggiunto lo scambio di un pegno, che per noi è stato un ciondolo con una trichetra e quindi la consacrazione con l’idromele (e noi abbiamo un caro amico che per entrambe le cerimonie ce ne ha regalato una bottiglietta splendida, di idromele fatto da lui). 

La promessa di matrimonio con rito celtico, prevede a distanza di un anno e un giorno, idealmente, la riconferma o lo scioglimento naturale. 


Puntuali come orologi, dopo un anno ci siamo ripresentati

Per chi desidera confermare la sua unione, è importante aver conservato tutto e  portare con sè: la pietra che è stata consacrata come altare dell’unione l’anno prima, il nastro rosso e bianco dell’handfasting, i testimoni (noi li abbiamo cambiati) e un’offerta simbolica per Madre Terra (un pugnetto di semi, cereali o legumi... qualcosa che possa germogliare nella terra e creare nuova vita: noi abbiamo piantato un bulbo di giglio). 


La parte carina è, nel caso in cui ci siano testimoni, che viene richiesta la loro partecipazione attiva all’inizio del rituale (quando devono cercare di dissuaderti dallo sposarti... hi hi hi). In tal caso bisogna munirsi anche di un piccolo coltello e di qualche metro di spago sottile o di filo di lana o di cotone, di qualunque colore. Dopodichè seguono i rituali come per l’unione dell’anno prima. 


In alcune tradizioni esiste il salto della scopa, noi abbiamo avuto l’onore grandissimo di avere il guardiano del cerchio e la moglie che ci hanno ripetuto la domanda “siete sicuri della scelta che avete fatto” bloccandoci con l’arco di spade che poi hanno sciolto per il nostro “ingresso”nella vita insieme



E ora?


Ora che è trascorso il secondo anniversario dalla promessa, e il primo dalla conferma..beh, prepariamo per l’anno prossimo anche quello riconosciuto legalmente.


In Chiesa. 


Controsenso? mmm...mmm


Sicuramente in parte si… ma le famiglie hanno le loro esigenze, e farli contenti non ci costa troppo anche perché la data l’abbiamo scelta noi… 


02.02.2020


Una bella data palindroma, che cade di domenica, festa Cristiana della Candelora e…

allo stesso tempo Imbolc , antica festa celtica del culmine dell’inverno, che cadeva, nel punto mediano tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera… 


La festività celebra la luce, che si riflettea nell'allungamento della durata del giorno, e nella speranza per l'arrivo della primavera.


Era tradizione celebrare la festa accendendo lumini e candele.. insomma, una festa dove una religione si mischia nell’altra, i confini sfumano..


E tra le nebbie.. Avalon si lascia intravedere…