Moshe Ferdinando Pitari

Yom Kippur La più importante ricorrenza ebraica

2018-09-18 00:04:13

Si avvicina per il popolo ebraico il giorno più importante dell'anno, il giorno dove veramente riconosciamo Dio sopra il nostro capo. Nei 10 giorni tra Rosh Hashanà (inizio dell'anno) e Yom Kippur, festa dell'espiazione, si ha un periodo di riflessione, un periodo di ripercorrere il proprio anno, cercando quelle cose che potremmo evitare di commettere, oppure di fare perchè abbiamo mancato di farle, cercare di fare che l'esperienza vissuta non vasa sprecata nel dimenticatoio. Yom Kippur è il giorno dove preghiera e perdono dei peccati vengono chiesti a Dio, in sinagoga con una confessione comune, soprattutto attraverso una preghiera chiamata Avinu Malkheinu (Nostro Padre, Nostro Re), nella quale il perdono si chiede per i peccati, in maniera collettiva, non c'è bisogno di raccontare i particolari, il Padre lo sa quello che abbiamo combinato. Dobbiamo specificare che il perdono del peccato è ricucire il nostro rapporto con Dio e gli altri. Il peccato non è inteso come una trasgressione contro Dio, ma come una mancanza piuttosto verso se stessi, o gli obbiettivi che si erano predisposti. Il perdono che si chiede è una purificazione, come un tagliando di controllo per rimettersi in marcia. Questa purificazione viene resa tramite il digiuno che va dal tramonto, al tramonto + un'ora del giorno dopo, dura quindi 25 ore. In questo arco di tempo non si beve e non si mangia, sempre che ve ne siano le condizioni. Io per esempio osservo un digiuno parziale, perchè essendo diabetico non posso fare un digiuno completo. Non si beve neanche. Il tempo può essere trascorso in sinagoga, sono aperte anche di notte, a casa con i famigliari, in mezzo alla natura. Nella giornata di Yom Kippur ognuno prende uno spazio per se stesso, per relazionarsi con se e con Dio. La tradizione prevede che in questo giorno sia posto il sigillo che conclude l'anno sul Sefer HaKhaim (libro della vita), che contiene la nostra storia, ogni anno c'e un piccolo giudizio che ci riguarda. La liturgia prevede che nelle preghiere gli uomini usino il loro abbigliamento completo, sono previste tre liturgie, mattino, pomeriggio e sera per il giorno, mentre dopo il tramonto, il giorno prima un servizio che comprende l'apertura di Yom Kippur, chiamato Kol Nidrè. In tutte le sezioni di preghiera si recita l'Avinu Malkhenu. Chi è nella natura se ha vicino un corso d'acqua getta un pezzettino di pane dentro che simboleggia la volontà di migliorarsi. Finite le 25 ore di digiuno la tradizione prevede un primo pasto a base di latte caldo e biscotti fatti in casa da consumare con tutta la famiglia e gli invitati. SHALOM

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Moshe Ferdinando Pitari

Oggi solo una riflessione

2018-09-11 07:48:58

A volte l'immagine rende più della parola, vi chiedo di guardare questo video fino in fondo, dura solo tre minuti. Un abbraccio

Moshe Ferdinando Pitari

Un Invito del Padre

2018-09-07 04:23:41

Quando Dio decise di formare la terra, il suo obbiettivo era globale, quello di far godere a tutti le meraviglie che ci circondano. La terra è sicuramente di tutti i pianeti conosciuti quello con le bellezze esclusive. Piante, monti, immense distese d'acqua e animali bellissimi, fenomeni naturali che lasciano a bocca aperta. Noi spesso ci dimentichiamo di tutto questo, ci dimentichiamo di esprimere gratitudine verso il Padre e verso la Madre Terra. Ma l'essenza della formazione della terra è insita nel Creatore stesso. Nella Kabalah, ma anche in tutti i testi sacri nell'antico ebraico il Padre è chiamato "Boreh". Boreh è la formazione congiunta di due imperativi derivati dai seguenti verbi: - Lavò, venire = לבוא - Lirot, vedere = לראות La parola Formatore, Creatore, Boreh (בורא) e quindi l'unione di due imperativi: bo! = vieni! / reh! = vedi. Vieni e vedi, quale migliore invito poteva esserci? Un abbraccio.

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