Martina Ghezzi

2021-06-03 05:56:39

L’ARTE DEL PIANTO

La lacrima è la forma più pura e materica delle nostre emozioni.

La più leggera e potente.

Quella piccola goccia sempre trasparente e mai impura contiene le emozioni più forti ed è capace di esprimerle tutte.

ogni emozione forte si esprime nel pianto e ogni bel pianto è seguito da un sospiro profondo che è esattamente ciò che si manifesta nei processi di guarigione.

È l’alito con cui il soffio maestro se ne va da noi perché sa che abbiamo integrato il suo messaggio.

Il nostro pianto scoppia per tristezza, paura, gioia, rabbia, vergogna…e questo perché tutte le lacrime passano dal Fegato come sangue.

Le emozioni sono anche in altri liquidi del corpo come le urine e il sangue e in medicina cinese si usa far sanguinare alcuni punti in cui si annidano le emozioni patogene.

Se queste emozioni vengono trasformate e purificate escono dagli orifizi dell’alto o del basso, se invece ristagnano e non vengono espresso si crea una carico nel corpo come accumulo di sangue che non permette alla nostra energia di fluire indisturbata.

Se poi permane a lungo si asciuga e cristallizza e si può trasformare in materia solida e patologica fino malattie gravi. Se questo può sembrare forte, saperlo può ridurre drasticamente il rischio.

"Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell'anima"

Hermann Hesse

Concedersi il pianto da una società che ci vuole perfetti e splendenti, con il trucco intatto e non che scorre lungo le guance, a meno che non sia per impressionare il pubblico televisivo.

Niente lacrime in ufficio o al cinema in cui bisogna mantenere un certo tono perché il pianto è sinonimo di debolezza. Se poi sei un uomo… se piangi sei gay…

“Ti emozioni?”, “ti sei commossa?” , “non sai mantenere il controllo…”, “contieniti!!”, “sei una femminuccia”

Certo! siamo umani dotati di un sistema perfetto per liberarci da emozioni forti e per comunicare agli altri che siamo vivi ed emotivi, perché dovremmo rinunciare a questa capacità?

Ho imparato a piangere liberamente quando è morto mio cognato, evento che mi ha insegnato tanto sulla morte, sui sentimenti e sulle emozioni.

Tempo fa si facevano riti del pianto per i cari defunti: nel Nord Italia con orfanelli, in Sardegna con le lamentatrici, in Sicilia con le prefiche, donne moto povere e di basso ceto sociale che cantavano nenie e narravano le gesta del defunto e nell’antichità egizia e greca con le reputatrici.

Che questa pratica possa essere vista come celebrazione di morte per il buon passaggio dell’anima o come sceneggiata sociale, resta il fatto che il pianto era relegato a persone considerate di scarso valore sociale.

Questa immagine ha segnato lo stereotipo di correlazione tra pianto e debolezza/svalutazione.

Hanno inventato lo “yoga della risata” perché non ridiamo abbastanza ed è una pratica molto utile per molti motivi che consiglio di praticare. Richiede molta energia, ma è liberatorio.

Non è però solo ridendo e allentandosi al sorriso che diventiamo felici.

Credo che nessuno abbia mai tentato lo “yoga del pianto” eppure durante lo yoga classico nelle varie declinazioni e anche durante lo yoga della risata e così durante le meditazioni spesso il pianto fluisce spontaneo e irrefrenabile.

Per piangere a volte occorre fermarsi e cedere il controllo.

Le lacrime sono una risorsa ed è esauribile come forse molti di noi ha provato.

Nelle situazioni di estremo dolore, il pianto non è solo disperazione scenografica, esiste anche un’eleganza del pianto che corrisponde alla stessa classe della trasparenza di una lacrima e alla consapevolezza.

E se anche volessimo fare un po’ di scena perché in quel momento abbiamo bisogno di gridare il nostro dolore perché non usare la modalità che conosciamo di chiedere aiuto e conforto.

Non c’è un modo universale di vivere le emozioni, ma se sentiamo che è il pianto abbiamo la forza di essere trasparenti e liberi come una lacrima che evaporerà la nostra sofferenza o la nostra felicità.

In ogni caso, per liberazione o gratitudine, restituiamo al cielo l’esperienza che ci è stata offerta e lasciamo che il cuore sia vuoto.

Non dimentichiamo che le lacrime lavano anche gli occhi, se siamo puri da emozioni potremo avere una visione più chiara e senza filtri su ogni cosa.

“Co

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Martina Ghezzi

2021-06-01 04:48:11

GIUGNO

Giugno è il mese centrale dell’estate nella cultura della Cina antica.

Giugno prende il nome di “mese del Sole” o “mese della libertà”.

In questo mese infatti abbiamo il solstizio cioè il giorno in cui l’inclinazione terrestre garantisce la massima luce.

Giugno è il mese del grano in cui il contadino raccoglie i frutti delle sue fatiche.

Si narra che nacquero, infatti, dal corpo del Dio, ventotto spighe come simbolo di eterna abbondanza.

In occasione della ricchezza di giugno voglio raccontarvi qualche curiosità che per qualcuno potrebbe essere remunerativa:

“Grano” era il nome della moneta del Regno delle Due Sicilie.

Pochi anni fa il grano illustrava alcune monete come le “10 lire spighe” coniate la prima volta nel 1951 e dimesse dal 2000.

Il valore delle monete varia inoltre a seconda del suo stato:

- BB “bellissimo” - bellissimo, moneta che ha circolato e in cui i rilievi maggiori presentano segni di usura, nonostante la perfetta leggibilità

- SPL “splendido” - moneta che ha circolato pochissimo e in cui tutti i rilievi sono integri

- FDC “fior di conio” - moneta che non presenta segni di circolazione, può al massimo presentare limitati segni di contatto con altre monete dovuti al processo produttivo

- FS “fondo specchio” – speciali produzioni per collezionismo

Se avete ancora qualche moneta potete fare un po’ di “grana” ricavando un valore che va da 0,40 € a 4 € per gli esemplari che raffigurano spighe corte, da 15 a 20 € per le spighe lunghe a seconda dell’anno di produzione per i pezzi normali o di più se avete i pezzi fallati.

Per le monete “10 lire spighe” del 1954 la qualità fior di conio può arrivare fino ad un valore di 110€.

Gli esemplari a spiga lunga sono stati coniati dal 1996 al 1998 per un totale di 7 milioni di pezzi.

Nel 1991 la Zecca dello Stato coniò 5 milioni di pezzi della “10 lire spighe”, ma per errore alcuni vennero con rovescio capovolto. la quotazione attuale degli esemplari fallati può superare i 60 euro a pezzo.

Il valore del singolo esemplare darà valutato da un esperto in materia.

Il grano, il sole e il denaro ci portano all’oro.

L’oro è il segno della gloria divina e celeste.

Per la Cina l’oro è simbolo di illuminazione e il fagiano dorato di energia cosmica, mentre in Idia rappresenta la verità.

Secondo i testi cinesi in Giugno è bene diminuire l’acido a favore dell’amaro per la loro buona azione su Fegato, Reni e Cuore e per consolidare il Jing che rischia il depauperamento a causa di una maggiore attività dovuta a giornate più lunghe in cui è importante stare all’esterno godendo della luce e del calore del sole, riducendo le ora di sonno rispetto all’inverno come suggerisce la Natura celeste.

Per lo stesso motivo i pasti devono essere consumati con calma come si fa sulla spiaggia e bisogna preservarsi da ogni agitazione fisica ad emotiva che aumenterebbe anche la sudorazione e quindi il consumo di Qi.

Il cuore deve rimanere calmo e non farsi prendere da un eccesso di passioni e desideri.

L’amaro è sapore tipico del mese centrale dell’estate perché consolida i raccolti impedendo di disperderli e purifica il calore calmando lo yang.

Associato ad un acido moderato e al piccante porta le risorse all’interno e tiene dinamica la circolazione.

Il dolce della frutta risulta molto utile per garantire i liquidi e la loro ricchezza grazie l’apporto di vitamine e sali minerali con un nutrimento leggero.

Tra i frutti di giugno ci sono pesche, albicocche, ciliegie ( che dopo il 24 giugno non si mangiano più perché la cultura popolare dice che vermificano), nespole, prugne.

Tutti frutti che parlano di cuore e per la maggior parte tiepidi perché nonostante giugno sia il mese centrale, non è ancora il più caldo.

Allo stesso modo tra le verdure arrivano le solanacee.

Riguardo le solanacee, che personalmente uso, di rado vi propongo la mia ricetta della caponata siciliana leggera.

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10220293715710699&id=1162899921

Enjoy the sun!

Martina Ghezzi

MTC & Healthy recipes writer

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Martina Ghezzi

2021-04-25 14:29:01

LA LIBERTA’

La libertà è il valore più prezioso.

Molti possono pensare che sia l’Amore, ma in fondo sono la stessa cosa dal momento che un amore con le catene non è Amore.

Mi fanno ridere quelli che dicono “la tua libertà finisce dove inizia quella dell’altro” pensando che agire la propria volontà precluda la volontà altrui… forse se vediamo ancora l’altro come separato da noi…come si può parlare di libertà e di confini allo stesso tempo se non per parlare di come superarli?!

La verità è che la libertà è lo scopo di ogni anima incarnata.

Siamo qui per compiere la libertà, per liberarci dalla paura che è l’origine di tutti i confini.

La paura è la grande barriera e di base si tratta della paura di non essere amati.

Paura di non piacere, di ingrassare, di fallire, di tradire ed essere traditi, di non essere rispettati, di non essere come gli altri, di non essere adeguati, di non essere all’altezza, di perdere denaro, di morire, di vivere.

Non pensate che la libertà sia la libertà di viaggiare, di uscire, di dire, di fare fine a sé stesse… queste azioni sono solo mezzi per esprimere sé stessi attraverso ciò che più ci rappresenta, attraverso il nostro migliore mezzo di comunicazione per arrivare ad altri cuori.

Quando non abbiamo argomenti interessanti di cui parlare, non sappiamo che mestiere fare, non abbiamo obiettivi siamo molto lontani dalla libertà, ma abbiamo anche infinite possibilità perché tutto si deve ancora compiere. Dobbiamo solo partire e intraprendere il viaggio di ritorno alla ricerca di noi stessi.

Nasciamo con una grande paura innata che è la nostra sfida nella vita, poi intervengono le sovrastrutture acquisite dall’esterno ( educazione dei genitori, credenze, legge, educazione religiosa, scienza, educazione scolastica, la morale, l’etica, …) e pian piano ci allontaniamo da noi stessi, ci sentiamo frustrati, depressi, tristi, stanchi, subiamo gli impegni della vita quotidiana, la noia, il dover fare ciò che non piace, insomma diventiamo schiavi di un sistema di potere e controllo.

Ubbidiamo ai genitori, ubbidiamo alla legge, andiamo in chiesa, stiamo composti, cerchiamo di essere bravi a scuola, tutto per essere accettati, riconosciuti, aspiriamo alla perfezione per meritarci l’amore grazie al fatto che siamo stati bravi, per essere uguali agli altri, per essere come gli altri ci vogliono o come noi pensiamo che loro ci vogliano.

Bravi! Applausi! Burattini da 10elode!

Eppure dopo il complimento, dopo il bel voto, dopo l’approvazione della nostra cerchia sociale e familiare, resta ancora un vuoto perché per questa volta ce l’abbiamo fatta, ma era solo per questa volta e poi il grande vuoto dentro per aver fatto qualcosa senza ascoltare ciò che veramente siamo, sempre più lontani da noi stessi e dalla libertà per cui siamo venuti al mondo.

Peggio ancora quando invece che fare i “bravi” facciamo i “cattivi” e non abbiamo neanche un minimo di soddisfazione e ci circondiamo di odio, rabbia, invidia e altri sentimenti che scavano il cuore come larve, aumentandone la sofferenza, che a volte diventa una dipendenza perché in essa ci identifichiamo

In entrambi i casi di conseguenza sentiamo che poco a poco la vita perde senso e significato perché non rispetta la nostra chiamata e l’anima si allontana dal corpo.

Se l’anima non è nutrita il corpo lentamente muore.

Se questo processo di schiavitù accade ed è inevitabile, è evidente che in qualche modo è anche necessario.

È previsto che sia esattamente così! Non dobbiamo vederlo come qualcosa di negativo, ma come una grandissima opportunità per scorgere appunto quei confini che ci separano dall’altro ed è questo il vero significato della frase sopracitata: la mia libertà finisce dove io pongo i confini che mi separano dall’altro pensando che l’altro possa invadermi perché entro quei limiti non posso essere me stesso.

Se non lasciamo che gli altri ci invadano mettendo in luce i nostri limiti, non abbiamo possibilità di ricongiungimento con gli altri esseri.

Eliminare questi confini è la chiave per la libertà di tutti.

Ogni barriera che mettiamo è un ostacolo alla libertà.

ci sono leggi universali che conducono alla libertà:

- ri-conoscere sé stessi ( microcosmo)

- ri-conoscere che l’Universo è Maestro (macrocosmo)

- armonizzarsi con il Maestro e appl

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