Maria Teresa Cremonese

Cammino di Santiago: storia e origine

2019-03-18 09:13:25

Home > Guide > Cammino di Santiago: storia e origineCammino di Santiago: storia e origineCammino di Santiago: storia e origineIL CAMMINO DI SANTIAGO NELLA STORIA E LE SUE ORIGINI Molti credono che il Cammino di Santiago sia un sentiero che attraversa la Spagna settentrionale e, partendo dai Pirenei conduce fino alla cattedrale di Santiago de Compostela in Galizia e termina sulla Costa da Muerte, sull’Oceano Atlantico, a Finisterrae o Muxia. In realtà è molto di più. Il nome Cammino di Santiago indica non un solo percorso, bensì infinite strade e sentieri che, da ogni parte d’Europa conducono e condussero i pellegrini fino a Santiago de Compostela e alle sponde dell’Oceano. Perché nel Medioevo, come per pochi fortunati tradizionalisti moderni, il Cammino di Santiago inizia a casa propria. L’intero continente europeo è attraversato da mille anni da una rete infinita di percorsi tracciati dai pellegrini medievali che per fede o imposizione hanno camminato ad limina Sancti Jacobi, alla tomba di San Giacomo e che oggi sono riconosciuti e tutelati dall’UNESCO come itinerari storici e culturali e, quindi, Patrimonio dell’Umanità. Home > Guide > Cammino di Santiago: storia e origineCammino di Santiago: storia e origineCammino di Santiago: storia e origineIL CAMMINO DI SANTIAGO NELLA STORIA E LE SUE ORIGINI Molti credono che il Cammino di Santiago sia un sentiero che attraversa la Spagna settentrionale e, partendo dai Pirenei conduce fino alla cattedrale di Santiago de Compostela in Galizia e termina sulla Costa da Muerte, sull’Oceano Atlantico, a Finisterrae o Muxia. In realtà è molto di più. Il nome Cammino di Santiago indica non un solo percorso, bensì infinite strade e sentieri che, da ogni parte d’Europa conducono e condussero i pellegrini fino a Santiago de Compostela e alle sponde dell’Oceano. Perché nel Medioevo, come per pochi fortunati tradizionalisti moderni, il Cammino di Santiago inizia a casa propria. L’intero continente europeo è attraversato da mille anni da una rete infinita di percorsi tracciati dai pellegrini medievali che per fede o imposizione hanno camminato ad limina Sancti Jacobi, alla tomba di San Giacomo e che oggi sono riconosciuti e tutelati dall’UNESCO come itinerari storici e culturali e, quindi, Patrimonio dell’Umanità. ORIGINI DEL CULTO JACOPEOIl moderno percorso noto come “Camino Francés” o Cammino Francese, che conduce i pellegrini dal versante francese dei Pirenei, attraverso tutta la Spagna settentrionale fino alla cattedrale di Santiago de Compostela e poi a Finisterrae o Muxia, ricalca il viaggio narrato nel quinto libro del Codex Calixtinus, scritto, secondo la tradizione, da Aiméry Picaud nel XII secolo (la redazione del Codice in sé viene però datata attorno al 1260). Tale volume è dedicato alla gloria di San Giacomo Maggiore e al suo culto in Santiago de Compostela ed è una fonte imprescindibile per studiare le origini del Cammino di Santiago. La paternità e la committenza del Codice sono oggetto di dibattito, in quanto esso venne corredato, per anticiparne artificiosamente la data di realizzazione, da una bolla di papa Callisto II, morto nel 1124. Probabilmente, esso venne realizzato nello scriptorium della cattedrale di Santiago ed ora è conservato a Barcellona.

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Maria Teresa Cremonese

La danza nei Paesi Baschi.

2019-03-17 16:29:42

Il filosofo Francese Voltaire ha descritto i Baschi come un “popolo che balla ai piedi dei Pirenei”. La danza nei Paesi Baschi è sempre stata un atto sociale e religioso profondamente legato alla propria tradizione.La Euskal Dantzak (nome in Euskera) la danza nei Paesi Baschi protagonista in riti, presentazioni, saluti, cerimonie e feste in tutti i Paesi Baschi ma anche fuori dai suoi confini geografici. Non esiste paese, quartiere o festa padronale che si rispetti senza questi caratteristici balli accompagnati da musiche e canti popolari.Durante i secoli ha subito innumerevoli influenze dalle vicine provincie Aragonesi e Catalane ma sempre ha mantenuto il suo carattere fortemente autoctono, tramandandosi da generazione a generazione.Anticamente erano più che altro gli uomini a ballare, anche perché la censura ecclesiastica vietava all’uomo di prendere la mano alla donna durante i rituali pubblici, tantoché nei balli di coppia era obbligatorio l’uso del fazzoletto tra le mani per evitare il contatto fisico diretto.Nella prima parte del XX secolo incominciano a sorgere gruppi di danza con la crescente integrazione di donne nelle compagnie, grazie alle quali si sono recuperate danze che si erano perse con il passare dei secoli come per esempio la danza deEl Ciego.I balli baschi sono pieni di colore e i vestiti tipici sempre molto eleganti, possono cambiare da zona a zona.Alcune delle danze più caratteristiche delle quali sicuramente avrete il piacere di assistere visitando i Paesi Baschi, in quanto molte sono gratuite e si ballano nelle piazze, sono:L’ Aurresku cheè come un saluto, un omaggio, e si balla a modo di reverenza. È interpretata da un txistulari(musicista che suona il txistustrumento che assomiglia a un flauto) e un dantzari,il ballerino. Di solito si balla in atti pubblici o nei matrimoni come omaggio agli sposi.La Kaxarranka tipica danza della cittadina di L’insolito palcoscenico è una cassa di legno sostenuta da otto arrantzales(i pescatori) sopra la quale il “maggiordomo” o “sacerdote di cerimonia” vestito di bianco con un frac nero e un fazzoletto rosso legato al collo, la danza si ripete in vari punti della città. Questa cerimonia simboleggia il cambio annuale del maggiordomo che è il tesoriere della confraternita dei pescatori.Il Fandango è forse la danza più conosciuta a livello internazionale e anche quella con più contaminazioni in quanto non è esclusiva del Paesi Baschi. Composta da velocissimi movimenti e salti acrobatici è una danza che tradizionalmente si balla in coppia. Di solito i ballerini accompagnano la musica con delle nacchere.La Dantzari Dantza è una delle più rappresentative dei Paesi Baschi, grazie al ritmo, alla forza e alla bellezza delle figure dei ballerini.

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Maria Teresa Cremonese

Pamplona

2019-03-17 14:33:16

Pamplona è la città degli estremi opposti: bagni di folla, fiumi d’alcol e pazzie durante la settimana di San Fermín, una pacifica e sorniona atmosfera d’altri tempi in tutto il resto dell’anno. La capitale della Navarra, una fiera regione della Spagna settentrionale, è una città dell’entroterra immersa nel verde della fertile pianura di fiume Arga. Di origine romana, è ricca di storia e orgogliosamente legata alle sue tradizioni. Una delle città spagnole con il più alto livello di qualità della vita, per più di undici mesi all’anno Pamplona è un’affascinante città da visitare per farsi ammaliare da scorci romantici senza folle di turisti, gustare le prelibate specialità della cucina locale e trascorrere una serata di allegria in uno dei tradizionali bar de pintxos (l’equivalente basco delle tapas) nella città vecchia. È anche una delle tappe più suggestive del celebre Cammino di Santiago. In un’unica settimana, a luglio, Pamplona si trasforma in una delle città più deliranti d’Europa durante una festa tradizionale che è diventata uno dei festival più famosi al mondo, ovvero quello di San Fermín. Orde di turisti spericolati provenienti da tutto il mondo si uniscono ai giovani e meno giovani del luogo in una corsa per le vie della città inseguiti da tori liberi. Una follia che almeno una volta nella vita val la pena vedere… meglio se al sicuro da una finestra o da un balcone, per poi darsi ai pazzi festeggiamenti quando i tori sono tornati nei loro recinti. -

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