Marco in pentola

Cosa bolle sul fuoco in cucina?

Marco in pentola

Cosa bolle sul fuoco in cucina?

Autunno. Il tempo dei fiori di cenere

2021-10-04 07:59:04

Caro amico, cara amica,

Autunno, il tempo dei fiori di cenere e della cucina.

Questo canale è il luogo in cui inserirò le mie proposte di Cucina, applicando il metodo che ho definito Relazionale, in cui cerco di mettere in luce quel accade negli elementi, nel mondo vivente e in noi, nel momento in cui trasformiamo degli ingredienti in vivande.

Con questo metodo è possibile entrare nel cuore del processo trasformativo e, in qualche modo, accogliere il suggerimento che gli stessi ingredienti ti offrono: potendo realizzare una Vivanda che non è solamente l'esecuzione di una ricetta, ma la TUA ricetta, l'applicazione del tuo sentire e del tuo essere agli ingredienti per creare l'unico piatto possibile, appunto: il TUO.

Per fare questo è importante entrare in Relazione.

Con il nostro spazio, la nostra cucina, gli ingredienti.

E, perché no, anche tra di noi, se lavoriamo insieme.

In cucina insieme è un progetto che è nato lo scorso anno e che riprenderò a partire da mercoledì 20 ottobre. Entro metà di questa settimana, inserirò le modalità di partecipazione e i dettagli.

Voglio però qui intanto condividere con te un pensiero sull'autunno, sul tempo dell'anno che più invita alla trasformazione, al passaggio.

È il tempo dei fiori di cenere, il tempo del quale si percepisce la stanchezza della natura, che dopo l'esplosione rigogliosa dell'estate chiede di poter riposare.

Autunno. La bellezza dei fiori di cenere

Autunno è un tempo di trasformazione.
La freschezza quasi ingenua della primavera, che ci mostra il risveglio della natura, si è trasformata nell’esuberanza dell’estate, ha attraversato il fuoco della vita donando sé stessa in fiore, in frutto.
Ora, con l’autunno, quella che è stata una esplosione gioiosa e vitale trova il suo compimento e la natura si mostra stanca, sa di avere dato a sufficienza: necessita di riposo.

“Non la vita è un dono, ma noi siamo un dono alla vita” (Fausto Taiten Guareschi)

Autunno è il tempo della cenere.

Il tempo nel quale, dopo il dono dell’essere alla vita, resta la “cenere”. Resta il residuo di tutto il lavoro compiuto, quel che è stato offerto viene sublimato, distillato, nell’etere cosmico.
Anche noi. Polvere (o cenere) siamo, polvere ritorneremo ad essere.
Ritorneremo nella materialità dopo che, tramite noi, quel che non si vede con gli occhi, l’essenziale, ha raggiunto il mondo sottile, da cui tornerà ad esprimersi nella materia, fino alla fine dei tempi.
Nulla, fino a che è compiuto, termina il suo ciclo, sempre qualcosa rimane: la cenere, che verrà ripresa da altre forze trasformative per altre forme e successive metamorfosi.
Questo è il ciclo naturale, sotto gli occhi di tutti. Si potrà quindi capire come sia possibile, con uno sguardo meditativo, cogliere la vita che si esprime nella decadenza. Anche in una foglia che si secca e poi marcisce brulica la luce della vita, quella forza di trasformazione che “non si sa di dove venga né dove vada”, che non vediamo in modo diretto ma che possiamo intuire, nel cuore, semplicemente appoggiandovi la nostra attenzione meditativa.
Appoggiando il nostro “sguardo interiore” su un oggetto quale, ad esempio, un frutto appassito, un marciume di foglie, possiamo intuire nel “cuore” (anche qui è necessario virgolettare, non si intende chiaramente il cuore fisico) la vitalità della trasformazione profonda, il vero motore (non pensate a nulla di meccanico: motore, inteso come “ciò che crea il moto!”, quel che “move il sole e l’altre stelle”).

Possiamo così cogliere il “fiore” della cenere, inteso come quella manifestazione vitale che in primavera si rende esplicita e, in inverno, è possibile intuire nella sua potenzialità. È una vitalità trattenuta, “in potenza”, che si coglie dal decadimento.

Si pensi ad esempio ai quadri del grande veggente Gustavo Rol: commoventi rappresentazioni di rose appassite o di paesaggi autunnali e invernali. Erano questi i due soggetti monotematici dei suoi dipinti. Una osservazione meditata dei suoi quadri offre occasioni di vitalità e luce.

In modo simile è possibile leggere la metamorfosi della materia che, da ingrediente, perde la sua forma e si muta in cibo.

La forza donativa che si esprime in questa trasformazione porta a intuire, meditativamente, la vita che viene sacrificata per realizzare un cibo, così come quella che il cibo disgregandosi nel nostro sistema digestivo ci può regalare.
È tutto un sistema donativo in atto.
E “nel mezzo del cammin di questa vita” siamo noi, esseri umani, al confine tra due mondi: quello della materia e quello dello Spirito.
Trasformando ingredienti in cibo realizziamo un atto prezioso, trasferiamo alla materia il nostro sentire, il nostro essere uomini e donne.
L'uomo si distingue dall'animale in quanto trasforma il cibo prima di nutrirsene! qui trovi un articolo in cui ho approfondito questo argomento.

È quindi importante, fondamentale, mettersi a cucinare con gioia, attenzione e rispetto.

Noi siamo l'autunno dei nostri ingredienti!

Siamo noi che li portiamo a disgregarsi e a trasformarsi in Vivande, cibo per la vita. Tramite la nostra azione si trasformano e diventano gioia, alimento, vita nuova che nasce e che possiamo condividere: con i nostri familiari, con i compagni di vita, con amici, con tutte le persone. E con noi stessi, da da questa trasformazione traiamo nutrimento.
Grazie per avere letto fino a qui queste mie considerazioni. Se ti è piaciuto quanto ho scritto continua a seguire questo canale e, se puoi, lascia un like, un commento, o condividi. A presto!
Marco Boscarato

by Marco Boscarato