L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

2022, UN ANNO DI EVENTI DEL GUSTO - 1a PARTE

2022-12-26 17:04:04

Il 2022 è stato un anno ricco di mie attività di degustazione abbinate a cene, parecchi percorsi del gusto si sono alternati nei mesi, in cui il vino e la buona cucina sono stati protagonisti. Molti si sono tenuti a Pianezza, dove esiste un certo feeling con alcuni amici ristoratori, gli altri sparsi a Torino e la sua cintura, qualcuno fuori.

La prima serata dell’anno doveva tenersi il 19 gennaio al Ristorante Cubique di Torino con i Pinot Nero, ma è stata posticipata in data da destinarsi. 

La prima in assoluto è stata questa del 5 febbraio, dove ho iniziato il mio percorso di iniziative organizzate il sabato sera a Pianezza, dal caro amico Alessio, che in tempi ormai lontani, ho apprezzato come collega al CombalZero  di Rivoli, con DALL’ALTO PIEMONTE AL SALENTO, UN VIAGGIO TRA I VITIGNI AUTOCTONI ITALIANI, un percorso ipotetico tra alcuni tra più grandi vitigni autoctoni italiani,  in cui ho spiegato dell'importanza di popolazioni che introdussero il vino nel nostro paese, i Fenici, i Greci e gli Etruschi, Questi furono i popoli che fecero del vino uno dei più importanti prodotti e commerci della nostra Penisola. I Fenici dapprima importandolo soltanto e per la maggior parte in Sardegna e Sicilia, i Greci invece introducendo nuove varietà, addomesticandole e realizzando le prime vere sperimentazioni. Poi Etruschi e Romani completarono questa immane opera che dura da oltre 3000 anni. 

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Una notevole serata con molti apprezzamenti da parte dei partecipanti, in una degustazione storico-culturale tra i più grandi vitigni italiani accompagnati con alcune sapienti preparazioni di Sonia e Luca Abada, genitori di Alessio e con il simpatico intervento, durante la serata, del grande Giuliano Bosio, famoso produttore di Vini e Oli della bassa Val di Susa .

Si è iniziato con lo stupendo Gattinara Pietro di Paride Iaretti 2016, poi con Rosso di Montalcino 2019 di un mostro sacro, Pietroso. Addentrandoci nel sud con un opulento Aglianico Blu Onice di Nativ per finire con un corposo Mammasanta Primitivo di Manduria di Montemajor.

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Ecco il recupero della prima iptetica serata. Infatti il 23 febbraio nel ristorante Cubique degli amici PierLuigi e Alan, si riparte con la serata PINOT NERO CON L’INTRUSO.

In genere le serate col Pinot Nero o col Riesling Renano riescono sempre bene, grazie alla grande qualità dei vitigni in questione e alla ricerca di prodotti di alta gamma. Anche ieri sera il livello è stato molto alto, alla fine se la sono giocata il Pinot nero di Ottin che ha tenuto testa al Savigny-lès Beaune, quello di Gian Luca Colombo che aveva la pecca di essere troppo giovane, e la sorpresa, il Sebino di Ricci Curbastro, che pur essendo di una zona non vocata per il vitigno Borgognone, ha detto la sua. Ma io conoscevo bene questa “chicca”, avevo già apprezzato ampiamente i vini di questa zona, facilitato dalla mia lunga permanenza in Franciacorta. Il Satlner 2018 della cantina di Caldaro francamente mi ha deluso un po' come il Pinot Nero N18 di Tenuta San Giaime, che ho reputato il peggiore.

Il Valle d'Aosta Pinot Nero 2018 di Elio Ottin, elegante, piacevolissimo e di bella armonia è, come tutti quelli di Elio Ottin, un vino di indubbia qualità. 

Il Savigny-lès Beaune Rouge 2017 “Les Pimentiers” realizzato dal Domaine Arnoux all’assaggio ha un buon corpo, raffinato e sottile, con un sorso ampio, che fascia il palato con puntualità.

Questo Langhe Pinot Nero 2020 di Gian Luca Colombo nasce da un vigneto, impiantato nel 1990; oggi due vigneti compongono questo vino: quello “storico”, per l'appunto, tra Barolo e Novello ed uno nuovo, impiantato nel 2013, in frazione Santa Lucia a Dogliani. Sapientemente plasmato dalla terra natia, è un Pinot Nero di qualità, come pochi altri, e merita grande attenzione.

Il Pinot Nero Sebino 2013 di Ricci Curbastro all’occhio si svela di un bel granato, intenso e luminoso. Il bouquet olfattivo si apre su profondi sentori di frutti di bosco maturi, poi seguiti da richiami al tabacco, alle spezie e al boisé. Il sorso è di buon corpo, ben levigato nella trama tannica, di lunga persistenza e caratterizzato da sfumature balsamiche in chiusura.

Veramente ottime le preparazioni che hanno accompagnato i vari vini, interpretate in maniera eccezionale da Alan Spanu e Pierluigi Consonni. https://m.facebook.com/groups/402657900069549/permalink/1604265789908748/

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Pochi giorni dopo, il 26 febbraio ho organizzato questa singolare degustazione che ha avuto un ottimo successo, LO SHERRY A TAVOLA. Se si dovesse compilare una classifica dei vini più complessi da produrre, quelli che richiedono sia la maestria di talentosi enologi, sia il paziente lavoro del tempo e l'insostituibile contributo della natura del luogo, uno dei primi posti spetterebbe senza dubbio allo Sherry. Nonostante sia estremamente difficile da produrre, e capace di regalare emozioni come pochi altri, questo vino è oggi probabilmente fra i vini più sottostimati del mondo, una condizione purtroppo condivisa anche con gli altri vini fortificati. 

Abbiamo dato l'opportunità di assaggiare gli Sherry abbinati a del cibo in una inconsueta serata al Bistrò di Alessio Pianezza. Si è iniziato con il Manzanilla Lustau abbinato al goloso “cuoppo” di pesce fritto seguito dall’Amontillado Napolén di Bodegas Hidalgo accompagnato dall’ottimo risotto con carciofi, bacon e Raschera. E’stata la volta dell’Oloroso Seco Faraòn di Hidalgo con una guanciotta di maialino alle spezie piemontesi, incredibile l’abbinamento. Per finire i pezzi forti: Alvear Pedro Ximes con Blu del Moncenisio erborinato e cioccolato 70%. Una serata fuori dalle righe e interessantissima, superlativo l'Amontillado e naturalmente il PX, ottimo il Manzanilla e l'Oloroso.

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Il 6 marzo, è stata una data particolare, una domenica emozionante, che ho organizzato da tempo con l'amico Roberto Re, in cui ho voluto incontrare tutti partecipanti del corso di Degustazione UNI3 di Venaria, un sostanzioso gruppo di oltre 50 persone che ha voluto passare una interessantissima giornata didattica dal prestigioso Ascheri di Bra, con visita alle  cantine e degustazione di parecchi vini. E’ seguito l’indimenticabile pranzo nell’attiguo Ristorante della casa, i Muri Vecchi.

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Un'altra serie di serate è iniziata il 7 marzo, le cene organizzate per l'Associazione dei Cuochi della Mole, “CUOCHI FANTASTICI E DOVE TROVARLI”. Il primo si è tenuto alla Locanda Regina di Orbassano e si è rilevato un successo, sia di associati sia di qualità, grazie alla cucina straordinaria di Cristiano e Alessandra, ben noti colleghi di tempi indietro, e ai vini di Cascina Moscone di Monforte.

https://www.cam.tv/luomodellatavola/blog/il-ristoro-che-vorresti-trovare/CNT99FFCC

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UN SAINT-EMILION CONTRO TUTTI del 15 marzo, è stato un strabiliante successo, d’altronde non capita così spesso di degustare 5 grandi Merlot così omogenei nella valutazione, tutti di grande piacevolezza e di gran classe, poi se si parla del Merlot di Roberto Voerzio, un mostro sacro di vignaiolo langarolo.  Il Saint Emilion Grand Cru Chateau Barrail Saint André 2018 aveva solo il difetto di essere troppo giovane e i Merlot di Langa hanno fatto un figurone. Alla fine, nessuno ha indovinato il francese. Eccezionale la cucina dei fratelli Diego e Denis Lamarca, i cui piatti hanno reso la serata veramente superlativa. Grazie a Enzo Boglietti, Roberto Voerzio, Beppe Accomo e Roberto Bianco che ci hanno fornito dei loro vini .

Si può rivivere i dettagli della degustazione e della cena con: https://www.cam.tv/luomodellatavola/blog/un-saint-emilion-contro-tutti/CNT99FB2B

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Una settimana, il 24 marzo, dopo siamo ritornati a Pianezza, ma da Fabiana nel suo “covo” gastronomico, Il Ristorante Ricomincio da Tre, con il VIAGGIO DEL GUSTO NEI VINI DELL'ALTO PIEMONTE COLTIVATI SULLE PENDICI DI UN ANTICO VULCANO. Non saprei se in questa abbagliante serata erano meglio i vini di Paride Iaretti o i piatti di Fabiana Spinelli, comunque una grande accoppiata vincente, velluto e personalità contro sapore e prelibatezza. Impressionante il Gattinara Valferana 2016 che ha saputo conquistare tutti i partecipanti.

Si può rivivere i dettagli della degustazione e della cena con:  

https://www.cam.tv/luomodellatavola/blog/i-gattinara-di-paride-iaretti-incontrano-la-cucina/CNT9A087A

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Ed ecco uno dei miei sabato sera a Pianezza: ALLA SCOPERTA DEL BARATUCIAT, IL VINO DELLE COLLINE MORENICHE DI TORINO, il 2 aprile. Mi domando come mai non Torinesi andiamo a cercare vini bianchi in altre zone, quando abbiamo nella zona un vino bianco buonissimo e nostrano, da annoverare, perché no, in una nuova DOC Torino, il BARATUCIAT nato nelle colline moreniche alle porte di Torino, nella zona tra Rivoli, il Musinè e Avigliana. Ritrovato anni fa da Giorgio Falca e ripreso con tanta passione da Giuliano Bosio è saltato da pochi anni alla ribalta. Qualche tempo fa ho partecipato ad un entusiasmante assaggio di diverse annate di questo vino e devo dire che ormai grazie a questo pioniere, questo vino mi ha proprio convinto. L'avevo assaggiato già anni fa, ma devo dire che é molto migliorato. In gioventù è leggermente aromatico, ma col passare degli anni tende a prendere sentori minerali veramente notevoli. Sarebbe interessante se altri produttori della zona imitassero Giuliano e si mettessero a vinificare cose più buone fino ad arrivare appunto ad un'ipotetica denominazione Torino. Commovente il passito di Baratuciat ed il metodo classico che il Bosio mi ha fatto assaggiare, per non dimenticare gli interessanti Bequet e Avanã. Emozionante la passione di Giuliano Bosio che meriterebbe molta più attenzione per un vino bianco che non ha niente da invidiare ai fratelli più blasonati e a Denominazione di Origine Controllata. I vini di Giuliano Bosio sono tutti Vini da Tavola, ma il Sassicaia mi insegna che il vino buono non ha denominazioni o votazioni. Da qualche anno che conosco Giuliano Bosio e il Baratuciat mi sono reso conto che sono due fuoriclasse, il primo con la caparbietà di produrre forse gli unici vini bianchi di gran classe della bassa valle, per non dire di Torino, e l’altro di essere un vitigno tutto da scoprire, con delle potenzialità fuori dal comune, capace di trasformarsi in proporzione a dov’è impiantato, quindi di sapersi adattare a diverse situazioni.

Una sfavillante degustazione questa sera a Pianezza, abbiamo avuto la fortuna di provare tre Baratuciat, abbinati alla cucina di Alessio e Sonia Abada. Tre sfumature di Baratuciat e dall’ottimo Prussian, ottenuto dal Bequet, di Giuliano Bosio, che ci ha allietato con i suoi racconti. Un altro bellissimo PERCORSO DEL GUSTO che continua a essere un proseguirsi di fantastici incontri sul Vino e sulla Ristorazione.

Abbiamo iniziato con il pregiatissimo olio EVO di Peranzana Le Mute da lui prodotto, una rarità da degustare!!!

Subito dopo sono iniziate "le danze" della cucina, col frittino di calamari abbinato al Baratuciat Autvin 2020; con lo splendido brandacujun il Baratuciat Gesia Veja 2019; sui ravioli al sugo (buonissimo di Sonia) il Bequet in purezza El Prussian e sul Bonet agli amaretti il fantastico Baratuciat da uve appassite, a Passeggio.

https://www.cam.tv/luomodellatavola/blog/giuliano-bosio-un-grande-appassionato-la-storia-del/CNT11DDD5

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L’11 di aprile si è tenuto il secondo capitolo degli incontri “CUOCHI FANTASTICI E DOVE TROVARLI” dell’Associazione Provinciale dei Cuochi della Mole, presso l’Osteria delle Ramine del socio e Chef Stefen Lazzarin, e i suoi prelibati piatti accompagnati dai prestigiosi vini di Borgo Maragliano e di Monsparone. L’Osteria è situata in borgo San Paolo, quartiere semi-centrale a ovest della città a pochi passi dal famoso grattacielo della Lancia.

In un ambiente di grande calore fra rossi mattoni e pentole di rame appese alle pareti, scatole di vino sparse per il locale, Steven offre un menu semplice a pranzo che varia tutti i giorni e per la sera un menu alla carta con piatti più elaborati un menu degustazione. Tutte le preparazioni sono concepite con prodotti stagionali e, quando possibile, prodotti km 0. Molti prodotti provengono dalla Val Chisone, formaggi d’alpeggio, trote di fiume, ortaggi sceltissimi e biologici. In sala un vassoio di formaggi ben fornito e, in primavera-estate, buffet di verdure fresche e cotte per preparare la vostra insalata su misura.

La serata offriva la terrina di trota con patate di montagna, asparagi e crescione abbinato allo Chardonnay Brut metodo Martinotti, seguito dal tortino di primule con fonduta di toma d’alpeggio. Il pasto principiale era accompagnato dalle buone bollicine Francesco Galliano Blanc de Blanc Brut di Borgo Maragliano. Gnocchi di seirass e ortiche con asparagi e piselli e il capretto farcito al timo con patate erano i compagni di uno splendido Nebbiolo di Albugnano di Momparone. Finale con fragole gratinate con zabaione al moscato e miele con lo stratosferico Loazzolo Vendfemmio tardiva di Moscato sempre di Borgo Maragliano. Una splendida cena grazie al nostro bravissimo socio. 

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Il 28 aprile siamo tornati dalla nostra amica e collega dei tempi passati, Fabiana Spinelli, con I VINI DEL COLLIO INCONTRANO LA CUCINA DEL RICOMINCIO DA TRE.

Una serata improntata sull’argomento del produttore unico, un’eccellenza del Collio, questa realtà familiare vocata al mantenimento e al rispetto della tradizione delle zone in cui sorge, VOSCA VINI, tra il Collio Goriziano e le zone pianeggianti dell’Isonzo, e un meraviglioso esempio di azienda che offre pregiati prodotti esaltando le caratteristiche del proprio territorio e dei suoi frutti. Portata avanti con entusiasmo da Gabriele Vosca e situata presso Brazzano, nel Friuli più orientale, essa si estende per circa 10 ettari di terreni vitati. Tra i vitigni delle zone collinari, molti sono in prevalenza dedicati alla Malvasia. In generale, inoltre, tutti i vigneti presentano posizioni problematiche per la meccanizzazione del lavoro. A questo è dovuto il fatto che la maggior parte delle lavorazioni e dei processi avvengono manualmente, secondi i metodi più tradizionali. In seguito a tutte le lavorazioni e alla cura che viene posta ad ogni fase del processo di produzione, si ottengono prodotti di qualità assoluta.

Si inizia il percorso del gusto con la tartare di ricciola, avocado e puntarelle abbinato ad un elegante Pinot Bianco. Cappesante, erbe spontanee e burratina affumicata è lo splendido proseguimento, compagno del Collio Friulano, un vino sempre buonissimo. È la volta della pasta, tajarin freschi con fiori di zucchine, lavanda e tartare di gamberi rossi avvicinato ad una Ribolla Gialla del Collio, molto piacevoli entrambi. L’opulenta Malvasia Istriana del Collio al dilagato su un filetto di orata arrosto alla mediterranea. Finale con il cremoso di cioccolato bianco e fragole fresche bagnato con un Moscato d’Asti di Ascheri. Tirando le somme, una serata sempre spettacolare con cucina e vini di gran classe.

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Non è passato un giorno ed eccomi in un'altro incredibile Percorso del Gusto a Ceva, UN SAINT EMILION CONTRO TUTTI, 29 aprile. Organizzare una serata a base di merlot, e quest’anno l’avevo già fatto, è sempre un successo, come traspare già dal gusto del vino, piacione e suadente. Poi aggiungere come ingrediente la cucina di Davide Testa, scusate se è poco, e la splendida platea dei partecipanti è il tripudio, e che platea!!!! Savino Mongelli, ex-stella con la Noce, Massimo Martinelli grande uomo del vino (40 anni di Ratti), Carlo e Rita Montrucchio (grandi ex-Ristoratori, ex stella OstuBacu), Pino Balducci (grande ex-agente), la Signora Lattes e ancora i produttori di Cascina Raflazz (grandi robiole) e altri ristoratori e amici che hanno riempito la sala.

La sequela dei possenti Merlot di Tramin, Terlano, Franz Haas, Bricco Maiolica, Vie di Romans, Marina Cvetic e Chateau de Curlat Lussac si sono combattuti in una degustazione cieca. Poi lo splendido buffet di cose sfiziose che ha allietato la serata, grazie allo Chef Davide Testa che si è superato e Bruno Bella, il titolare ha fatto il resto.

Abbiamo concluso con la prerogativa di ripetere al più presto la bellissima esperienza, e riuscire a promuovere la manifestazione in modo più efficace in questo angolo del Piemonte.

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Il 7 maggio rieccoci a Pianezza, con LA SERATA ALTOATESINA, protagonisti i vini di Johannes Weger e la cucina di Alessio Bistrò. Josef Weger è il nome di una storica cantina sulle montagne di Cornaiano, vicino a San Michele Appiano, oggi gestita da Johannes, che rappresenta la sesta generazione di una brillante famiglia di viticoltori. La cantina venne fondata nel 1820 e, da allora, è rimasta a gestione familiare, incardinata sui soli 3 ettari di ettari di terreno di proprietà, a cui se ne aggiungono oggi pochi altri in affitto. 

Josef Weger è stato un pioniere della vitivinicoltura di qualità in Alto Adige, dopo una lunga esperienza come commerciante di vino. Le centenarie cantine scavate nella roccia sono ancora oggi, come allora, la culla di bianchi e rosso in perfetto stile altoatesino, caratterizzati da grande immediatezza e nitidezza espressiva. Le vigne sono coltivate con uve sia autoctone che internazionali, in grado di raggiungere una qualità molto alta per merito dei terreni argilloso-morenici e calcarei e delle forti escursioni termiche che caratterizzano questa zona a sud di Bolzano. L’obiettivo in cantina è quello di fare esprimere al meglio i sentori tipici di ogni vitigno, esaltati dall’andamento dell’annata e dalle particolarità del territorio.

Speck e pretzel, carne salada, canederli in brodo, spetzle tirolesi e formaggi tipici si sono alternati con l’Alto Adige Muller Thurgau Purg, col Gewurztraminer Artyo, col la Vernatsch Schiava Kol e con il Lagrein Stoa in una caratteristico e inusuale percorso del gusto.

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Abbiamo sospeso la degustazione del 3 maggio al Cubique, MISTER FREISA con la partecipazione di Mimmo Capello della Montagnetta. 

Segue la seconda parte dell'annata di degustazioni......

Antonio Dacomo 26/12/22