Insegnante
Natale distopico (bozzetto)
Ci guardavamo in faccia come se ognuno di noi fosse un pianeta distante, un pianeta muto. No, i nostri sguardi si sfioravano soltanto in un gelo, a volte s'incrociavano come lame. Muti, magari sibilando solo tra le labbra la stessa domanda: cosa accade... cosa accade... ma nessuno aveva il coraggio di parlare. A volte si chiacchierava quasi per dovere di inutilità: dei rincari, del calcio o dell'acquisto dell'auto nuova, di palestra e di come trattare il mal di schiena...ma tutti evitavano di accennare al groviglio di filo spinato che s'avvoltolava loro in testa fino a farla dolere: cosa accade? Al bar, in autobus, in treno, durante la passeggiata domenicale in riviera. Stava arrivando il Natale...ma cos'è questo Natale? Una festa senza festeggiato? Una festa di inutili e sfavillanti acquisti elettronici? Proprio mentre... E nessuno osava rivolgere la domanda; se l'avesse fatto avrebbe incontrato solo gelo, ostilità. Altri evitavano accuratamente di pensare, tanto non serviva. E di fronte a chi avesse abbozzato un semplice "perché" si sarebbero voltati dall'altra parte, magari facendo finta di guardare l'orologio. [...]
Insegnante
Quintessenza della musica.
La musica è... aprire tutto. E' dar fiato e voce all'inesprimibile, è il linguaggio dei linguaggi. Come mi esprimo se le parole non bastano? Con il ritmo, la melodia, lo scorrere delle note nel reale e nell'irreale, percorrendo spazio tempo misure dimensioni. E se non so suonare? Viaggio nella musica fatta da altri e la rendo mia con le mie sensazioni. Oppure fischietto, tamburello, batto il tempo con un bastoncino mentre la mia mente va su colori sapori ed essenze troppo spesso inesprimibili. La musica è un mondo proiettato su tanti mondi, è un adulto ed un bambino che comunicano nell'infinitezza.
Insegnante
Mancato incontro
Io ti cercavo, tu mi cercavi ma...non ci siamo mai incontrati. Una donna, un lavoro, una passione, una casa, un viaggio, magari un cane. La vita è fatta di incontri mancati: passioni inespresse, sentimenti taciuti, cose che volevamo fare e non abbiamo mai fatto. A volte tendiamo le mani verso qualcosa che ci sembra irraggiungibile e in realtà non lo è, ci blocchiamo da soli, ci tarpano le ali mille paure e ostacoli. Eppure era così naturale andare verso la vita. "Quante vite avrei voluto/ quante vite avrei vissuto..." Ma non buttiamoci giù: magari in altre dimensioni queste realtà le abbiamo davvero realizzate appieno, oppure le realizzeremo un giorno. Chissà, abbiamo dimenticato gli insegnamenti che ci impartivano da bambini; uno diceva che la nostra identità non morirà mai.