Le Vie della Dea
Da Donna a Dea, lascia emergere la parte più autentica di te
Sacerdotesse
2018-11-29 16:22:15
Le prostitute sacre erano definite "vergini", "sante", "pure" proprio nella loro specifica funzione erotica e sessuale. ...la vergine è colei che conserva intatto in sé lo schema originale (matrice) della generazione di un nuovo essere. Questo non ha nulla a che fare con la verginità fisica e non si perde con i rapporti sessuali. Si riferisce invece alla capacità di generare essere umani sani secondo lo schema originario. Non tutti gli esseri umani sono in grado di fare questo e pertanto non sono vergini.Le sacerdotesse dedite ai rituali sessuali nei templi dovevano essere in grado di farlo per generare loro stesse nuovi essere umani e per aiutare a loro volta le persone che si rivolgevano al tempio per questo motivo.Erano dette anche sante...il santo è "colui che fa il sacer" ovvero che estrae il sacer dalla terra sia sottoforma di cibo sia in forma energetica....in origine era definito santo e sacro tutto ciò che gli esseri umani ricevevano dalla Terra per vivere. (...)"Puro" deriva dal sanscrito pura che significa "che riempie". Quindi è puro "colui che riempie". L'atto di riempire può essere sia fisico sia energetico, riconoscendo in questi due aspetti due caratteristiche inseparabili della vita nella Materia. La figura delle portatrici d'acqua, presente in molte tradizioni, si inserisce in questa logica. (...)...le sacerdotesse dedite ai rituali sessuali venivano considerate pure perché erano in grado di riempire in maniera corretta di energia vitale se stesse e gli altri. Roberta Rio, "Sesso sacro. La via del corpo" Edizioni Arkeios
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La Yoni e la gola: canali di potere
2018-11-29 15:54:37
Se guardiamo con una telecamera le nostre corde vocali e facciamo lo stesso con l'interno della nostra vagina, noteremo una similitudine. Entrambe le cavità sono molto simili. Siccome tutto è connesso, le nostre vertebre cervicali si relazionano a quelle lombari e al sacro attraverso la colonna vertebrale.Quando rilassiamo la nostra mandibola (che solitamente teniamo in tensione perchè mordiamo e ingoiamo parole) inevitabilmente eccheggia nella nostra cavità vaginale, il pavimento pelvico e la vulva.Sono due bocche e canali di potere: attraverso entrambe manifestiamo emozioni, parole, fluidi. Se una è rigida è molto probabile che anche l'altra lo sia. E se non stiamo dicendo qualcosa o tratteniamo qualche emozione, i nostri spazi si chiudono. Se li apriamo, si alleviano. E questo ci connette con il piacere. Facciamo un esercizio: distese o sedute, portiamo tutto il peso al pavimento, respiriamo profondamente come se portassimo l'aria al ventre per due volte, diamo spazio all'utero. Stiamo attente che il nostro coccige e il nostro pavimento pelvico siano disponibili, leggeri, sciolti. Ora rilassiamo la mandibola, solo lasciamo andare e permettiamo che cada pe ril suo proprio peso. Così come sentiamo, percepiamo la cavità vaginale e la vulva e immaginiamo che possiamo fare lo stesso. Più rilassiamo la mandibola, più si apre la nostra vagina.Il corpo si modifica e il rilassamento ci connette con il nostro piacere. Questo è uno stato più naturale che la rigidità e la velocità che ci imponiamo ogni giorno.Ah! E la nostra gola come la nostra vagina e matrice, ora ha più spazio, più aria, più godimento e più apertura.Più ti ascolti e più profondità con il tuo corpo, più disponibilità, apertura e più ti connetti al tuo potere. Testo pubblicato da Útera tratto da: Bendida Yoni
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La via Femminile
2018-11-29 13:09:22