Guido Zanchin

Founder Senior

Perché mi devo impelagare in un articolo sull’autostima dei bambini?

2019-08-11 16:42:22

Forse perché ci riguarda un po' tutti?

Sei il solito pasticcione! Non ne azzecchi una! Guarda tuo fratello! Lui si che….

Può essere che non tutti ricordino queste parole, ma son pronto a scommettere che moltissimi le hanno sicuramente sentite e poi messe nel cassetto in basso a destra…

Ma loro, le parole, quelle che dicono i grandi, fanno il loro lavoro anche da lì!

Mandano messaggi all’autostima dei piccoli, creando problemi che negli anni crescono proprio come loro, insieme a loro.

Ora, abbandoniamo per un attimo quell’idea di autostima stra-abusata da paraguru o semi-formatori e più in generale di persone fondamentalmente imbranate che imitano una sicurezza che non hanno, attraverso tecniche e mimica precostituite.

Parliamo proprio della stima di sé, vera, non basata sull’apparenza. Quella basilare risorsa che permette di superare le difficoltà, di realizzare i desideri.

Quelle parole, dicevamo, rimangono nel cuoricino dei piccoli...

...fino a strutturare, più avanti, il proprio dialogo interiore.

Esso potrà essere positivo ( come faccio a… mi organizzo per…sono capace di…) oppure negativo (non ce la posso fare..non ci provo neanche…non riesco nemmeno a…)

I riferimenti, le critiche, le accuse etc.. non faranno altro che limare quotidianamente l’autostima del “futuro adulto”. Fare attenzione a queste parole vuol dire investire sui giovani adulti e sui mattoni che formeranno la struttura della loro felicità.

MI PREOCCUPANO DI PIU’ I BAMBINI CHE NON COMBINANO DISASTRI

Tuo figlio ha combinato un pasticcio? Critica l’atto in sé, ma non il bimbo!

“Hai fatto una cosa stupida” e non “Sei sempre il solito stupido”. Cerchiamo insieme una soluzione (anche se l’adulto la conosce già 😉), invece di mortificarlo portatelo a riparare l’errore. Imparerà a cercare soluzioni. Imparerà a non rimanere terrorizzato: gli errori basta non ripeterli. Sarà un adulto che non si fermerà e non si paralizzerà davanti agli errori.

Fagli raccogliere, con aria di complicità, l’acqua che ha rovesciato. Affidagli piccoli compiti (bagnare le piante, apparecchiare e sparecchiare) per dimostrare che la fiducia in lui è rimasta immutata. Se fatica, se è in difficoltà, non fiondarti a dire: “Lascia che faccio io “, aspetta che te lo chieda lui. Diventerà un giovane adulto con autostima (vera) autonomia, orgoglio e creatività nel problem solving. Non dargli compiti troppo facili: si demotiverà. Non troppo difficili : potrebbe cercare di rinunciare.  

              Come chiudiamo questo articolo?  


                                                   Con un accortezza:


                   Fatelo sentire amato per quello che è e non per ciò che fa.


                      La stima per sé stessi nasce e si consolida proprio qui