Graziella Pesce
Founder Junior
A PESCI IN FACCIA E’ successo anche oggi. Ho incontrato un mio amico e mi diceva che nel suo lavoro ora è in esubero e che deve andarsene al più presto. Potrebbe essere una bella notizia per una persona che vede nella pensione un modo per fare una vita più a misura d’uomo, ma quello che accade è che ora lui, nello stesso ufficio di prima, è considerato un peso morto. Quasi non gli si rivolge più la parola. Non è un caso isolato. Incontro sempre più spesso persone che vengono trattate da numeri, che vengono sostituite da macchine, che vengono travolte dalla competizione, che non ricevono nemmeno un “grazie” dopo anni di dedizione al proprio lavoro. Il “mobbing” è diventato un comportamento comune anche se quando lavoravo io non esisteva nemmeno come parola di uso comune. Forse anche tu sei toccato da questa situazione. Se ti sei identificato con il tuo lavoro ed il tuo ruolo, magari questo atteggiamento può sradicare le tue radici. Potresti sentirti come uno straccio, buttato in un angolo perché non servi più. Ti aspetti un qualche tipo di riconoscimento ma non arriva nemmeno un sorriso. Fai attenzione. E’ una trappola. Ma anche una bella opportunità. Chi sei TU veramente, ora che non puoi più identificarti con il tuo lavoro? Che cosa puoi TU offrire al mondo che nessuna macchina potrà mai fare? Questo può essere il giorno in cui crollano tutti gli schemi sui quali avevi costruito la tua vita oppure può essere il giorno in cui abbassi la testa e ti metti in un angolo chiuso nel tuo dolore. Ti hanno preso a pesci in faccia. Puoi allora prenderli e farti una bella cenetta e brindare alla nuova vita che puoi creare ora, libero da ruoli, scrivanie, protocolli. Non perdere questa occasione per scoprire il tuo vero compito nel mondo.
Graziella Pesce
Founder Junior
CON OCCHI SEMPRE NUOVI “Un giorno un papà passeggiava nei giardini con il proprio piccolo bambino. “Guarda papà, quella cosa che saltella!” gridò pieno di meraviglia il bambino. “Oh quello” Si chiama passero, è un uccellino” rispose noncurante il papà che di passeri ne aveva visti tanti in vita sua. Così il giorno dopo, quando incontrarono ancora l’uccellino, il bambino vide una cosa saltellante e disse con voce spenta: ”Ah, quello lo conosco già. E’ un passero”. E andarono oltre.” Quando ricordo questa storiella mi prende una forte malinconia. Saper guardare con occhi sempre nuovi la realtà che ci circonda è un dono che i bambini posseggono e che noi facciamo di tutto per spegnere. Se tu fossi capace di riaccenderlo dentro di te, la tua vita prenderebbe il volo. Ogni incontro, ogni evento, ogni oggetto ti porterebbe incontro la sua meraviglia e tu la sapresti accogliere. Non più cose scontate o insignificanti ma semi in continua fioritura. Vivrai nel Giardino delle Meraviglie.
Graziella Pesce
Founder Junior