Gioia Lai

Coming out

2019-06-24 22:04:28

Ormai è diventato quasi una moda fare coming out, non per questo ho deciso di farlo anch'io, per moda intendo, ma è un bisogno fisico che mi scoppia dentro

La mia è una confessione di riflesso,  sono stata la sorella di un contagiato dal virus DELL'HIV... 

ERA IL 1992 QUANDO IL MIO FRATELLO MAGGIORE, QUELLO AL QUALE DEI 4 ERO PIÙ LEGATA È MORTO, LASCIANDOMI UNA RABBIA DENTRO, A CAUSA DELL'HIV...

RICORDO CHE NON POTEVO ESTERNARE IL MIO DOLORE PERCHÉ ERA UNA VERGOGNA, ALLORA COME ADESSO, CONFESSARE IL MOTIVO DELLA SUA MORTE. AVEVA SOLO 33 ANNI.

La mia consolazione è stata quella di quasi invidiarlo perché aveva girato buona parte del nostro pianeta. Ha visto tanto mi dicevo, che i suoi anni terreni son stati pieni di vita e di soddisfazioni, di vizi e stravizi penso ora..


Vorrei inserire foto che non ho, ma se mi capita di vedere tutt'oggi qualche persona che ha lavorato con lui non mi stupisco che anche ora a distanza di 27 anni ne abbia un bel ricordo. Aveva un bel lavoro che lo portava a viaggiare tanto. Era bravo nel suo lavoro, tecnico delle luci per teatro e concerti. Era invidiato ... in questo bel mondo ha provato anche le prime droghe... 

Io lo capivo, sapevo che il rapporto conflittuale con mio padre lo portava a essere ribelle, allontanandosi da casa appena poteva. Lo invidiavo anch'io... lui poteva spostarsi quando voleva... io no... 

L'unica cosa che lo tratteneva e lo faceva rientrare a casa  era l'amore per la mia mamma, vittima anche lei di un marito autoritario, convinto che il solo fatto di essere suo marito e nostro padre le desse il diritto di comandare sui pensieri e personalità di noi tutti. Col teatro riusciva ad evadere e con le droghe forse si illudeva di allontanarsi anche con la testa oltre che col corpo. 

Quando rientrò con il contagio addosso, ancora invisibile, non fu curato come si doveva, ma anche i medici non sapevano che pesci pigliare... era ineluttabile... se ne andò nella prima e unica notte che rimase solo nel reparto infettivo dell'ospedale. Ricordo che per compiacerlo facevo di tutto e davanti al desiderio di bere un frullato corsi a casa a prepararne uno. Per evitare che la banana desse un colore scuro al frullato abbondai col succo di limone... tornai da lui orgogliosa di fare qualcosa di utile ma al primo sorso sputò tutto come mangiafuoco. La sua trachea bruciata dalla candida prese fuoco a contatto con l'acido citrico. Ricordo come fosse oggi  la sensazione di inutilità che provai. Merda! Poi venne a trovarlo un cuginetto. Lo fece avvicinare al suo letto e gli fece promettere che non avrebbe provato mai nessuna droga. Lui lo guardò stralunato perché non sapeva neanche perché fosse lì.  

Ecco questo è l'ultimo ricordo di mio fratello in vita. Alle 5 del mattino mi chiamò l'altro fratello... quanta rabbia da allora... passò poi la notizia in TV che forse si sarebbe arrivati ad un vaccino anti hiv. Mi incazzai ancora di più.. perché tutto questo ritardo, ormai era inutile, niente mi avrebbe ridato il mio fratellone ribelle. Se ci penso... Ricordo come fosse oggi il dolore al petto per quelle lacrime bloccate che non riuscivano a venir fuori, i singhiozzi strozzati... 

ATTILIO NON C'È PIÙ 

MA DOPO QUALCHE MESE ME NE FECI UNA RAGIONE... SEGUITEMI E VI DIRÒ COM'È CAMBIATO IL SENSO DI VUOTO...