Francesco Cartisano · QUELLI CHE NON SONO UGUALI..........La maledizione del Faraone questa volta ha colpito Ilda Boccassini "la rossa", il celebre magistrato aggressivo e tenace che per anni ha intrapreso fra l'altro una sorta di crociata personale contro Berlusconi e il bordello precolombiano di Arcore, affollato di giovane fauna femminile dal costo variabile, riuscendo comunque solo a spolpare le casse dello Stato con milioni di euro di intercettazioni telefoniche inutili. Indagine che ha rappresentato anche in sostanza il suo tramonto professionale. A questo ora si aggiunge una mezza tragedia personale e familiare, risalente al 3 ottobre e coperta convenientemente, anzi, insabbiata per più di un mese. La sera del 3 ottobre appunto, la giovane figlia Alice Nobili investe sulle strisce pedonali a Milano un celebre medico che si occupava di malati di aids, causandone la morte. Sul posto interviene addirittura in pochi minuti il Capo dei Vigili Urbani, Ciacci, vecchia conoscenza del Magistrato, con cui aveva lavorato per anni alla Procura. Non viene neppure eseguito l'alcoltest, obbligatorio in questi casi e non viene data notizia ai giornalisti che si occupano dei mattinali di cronaca meneghina. Insorge però il Sindacato e denuncia il palese conflitto di interesse del Comandante, aggiungendo inoltre che mesi addietro, nel caso di un semplice furto in casa del Dirigente Generale del Comune, erano state inviate ben sei pattuglie di vigili in supporto alla Polizia. La vicenda è tuttora in divenire e la Nobili rischia fino a 7 anni per omicidio stradale, ma il quesito che nasce spontaneo è: siamo tutti oppure no figli della Boccassini? E se fosse successo a noi, che non abbiamo santi? E se fosse successo a un familiare o parente di Salvini? In questo caso la notizia si sarebbe saputa in tempo reale e sarebbero scesi da tempo milioni di italiani in piazza contro i governanti fascisti privilegiati. Poco ma sicuro.Commenti: 3Condivisioni: 13Nello Iero, Michele Fiorentino e Pino SalvadoreMi piaceCommentaCondividiCommentiMassimiliano Di Giusto Non si augura male a nessuno, ma chi di