'ULTIMA AGGREGAZIONE FAMILIARE:Pare che, in un'epoca tormentata e difficile e in cui i sentimenti e la solidarietà si stanno velocemente dissolvendo, l'ultimo baluardo rimasto dell'unità familiare sia davvero un bel funerale, meglio ancora se di centenario venuto meno per semplice noia di vivere. Se proprio non riusciamo ad andare a trovarlo a casa, perché ci opprime l'odore penetrante e osceno delle corone di fiori e ci impressiona la vista del vecchietto ben sistemato sul letto padronale col vestito blu della festa e la scarpe nere definitive, quelle classiche a punta, possiamo sempre andare in chiesa il pomeriggio o l'indomani. Entriamo con l'aria compunta e le mani sudate, diamo rispettosamente la mano ai familiari e parenti stretti o li baciamo, poi chiediamo permesso e ci accomodiamo fuori, dove si celebra il rito autentico del ritrovamento e delle corporazioni. Insomma, il vero funerale è sempre fuori. Infatti, sul sagrato della chiesa, si sono già formati da qualche ora i capannelli e i gruppuscoli, secondo attitudini e affinità elettive o semplice principio di conoscenza antica. Il gruppo dei ferrovieri, che da noi abbondano, è il più numeroso, poi quello dei professori, che fra un sospiro di rimpianto per l'anima del defunto e qualche bestemmia per il declino ineluttabile di una categoria un tempo rispettata, ma ora oltraggiata pure dagli alunni dodicenni, attende pazientemente l'uscita del feretro. Magari è presente anche qualche personalità politica solitaria e sdegnosa e scortata dall'autista. Uno di quelli che diventano cordiali e sorridenti solo in prossimità delle elezioni. Ci guardiamo attorno circospetti, ci saranno senz'altro tutti i parenti diretti e laterali, ma non si possono amare tutti, anzi. Poi un lampo, ecco il mitico zio Michele, un balzo, un abbraccio e l'uscita geniale: "Sei molto cambiato,zio, non ti vedevo da vent'anni!"Nello spazio di tre quarti d'ora si ha comunque la possibilità di una panoramica generale. Ci sono naturalmente anche i parenti che si sono molto amati, soprattutto i cuginetti, qualche altra zia che ci ha regalato cento lire per il gelato quando eravamo piccoli, qualcuno malefico da evitare perché si è intestato la casa popolare della nonna rincoglionita e così via. Finita la selezione e salutati i parenti migliori, ora possiamo andare via con l'animo in pace. Abbiamo fatto il nostro dovere e ora, al prossimo funerale. Ah, dimenticavo. Se il caro estinto era davvero centenario, potrete sempre apporre di soppiatto la vostra firma sul manifesto mortuario. Pare porti bene e in ogni caso, anche se non funziona, è sempre un bel gesto.