ENRICA MAPELLI

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Riflessioni

2018-11-30 09:56:55

(Andrea Mazzola)

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ENRICA MAPELLI

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Una poesia, un pensiero per non dimenticare la poesia

2018-11-28 23:37:18

Fresche le mie parole ne la sera ti sien come il fruscìo che fan le foglie del gelso ne la man di chi le coglie silenzioso e ancora s'attarda a l'opra lenta su l'alta scala che s'annera contro il fusto che s'inargenta con le sue rame spoglie mentre la Luna è prossima a le soglie cerule e par che innanzi a sé distenda un velo ove il nostro sogno si giace e par che la campagna già si senta da lei sommersa nel notturno gelo e da lei beva la sperata pace senza vederla. Laudata sii pel tuo viso di perla, o Sera, e pe' tuoi grandi umidi occhi ove si tace l'acqua del cielo! Dolci le mie parole ne la sera ti sien come la pioggia che bruiva tepida e fuggitivi, commiato lacrimoso de la primavera, su i gelsi su gli olmi e su le viti e su i pini dai novelli rosei diti che giocano con l'aura che si perde, e su 'l grano che non è biondo ancora e non è verde, e sul fieno che già patì la falce e trascolora, e su gli olivi, su i fratelli olivi che fan di santità pallidi i divi e sorridenti. Laudata sii per le tue veste aulenti, o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce il fien che odora! Io ti dirò verso quali reami d'amor ci chiami il fiume, le cui fonti eterne a l'ombra che gli antichi rami parlano nel mistero sacro dei monti; e ti dirò per qual segreto le colline su i limpidi orizzonti s'incùrvino come labbra che un divieto chiuda, e perché la volontà di dire le faccia belle oltre ogni umano desiree nel silenzio lor sempre novelle consolatrici, sì che pare che ogni sera l'anima le possa amare d'amor più forte, Laudata sii per la tua pura morte, o Sera, e per l'attesa che in te fa palpitare le prime stelle!

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ENRICA MAPELLI

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Una poesia, un pensiero, per non dimenticare la poesia

2018-11-27 21:27:56

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, Silenziosa luna? Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga, Di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli? Somiglia alla tua vitaLa vita del pastore Sorge in un primo albore Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera:Altro mai non ispera.Dimmi, o luna: a che valeAl pastor la sua vita, La nostra vita a voi? dimmi: ove tende Questo vagar mio breve, Il tuo corso immortale? Vecchierel bianco, infermo, Mezzo vestito e scalzo, Con gravissimo fascio in su le spalle, Per montagna e per valle, Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte, Al vento, alla tempesta, e quando avvampaL'ora, e quando poi gela, Corre via, corre, anela,Varca torrenti e stagni, Cade, risorge, e più e più s'affretta, Senza posa o ristoro Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva, Colà dove la via E dove il tanto affaticar fu volto: Abisso orrido, immenso, Ov'ei precipitando, il tutto obblia. Vergine luna, tale E' la vita mortale

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