Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

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Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Il rapporto subdolo dei ragazzi con l'alcol

2021-11-02 16:59:30

Quando diventa dipendenza...e cosa fare per prevenire tutto questo?

Soltanto nel weekend di halloween molte sono state le chiamate al pronto soccorso per intervenire su ragazzi per eccesso di alcol. 

Di tutte le età, a partire dai 14/15anni.

Il dato da non sottovalutare è che iniziano a bere sin dagli 11 anni di età; il 55% degli adolescenti beve alcolici e il 24% fa mix di più bevande alcoliche nell’arco della stessa sera e beve ingenti quantità di alcol con l’intento di ubriacarsi, spesso all’oscuro dei genitori, completamente ignari dei comportamenti messi in atto dai propri figli.

Il gruppo dei pari 

E' importantissimo. Molti ragazzi, soprattutto quelli con una personalità più fragile, i più timidi, cercano di entrare a fare parte di gruppi di coetanei e, spesso, purtroppo, pur di essere accettati e di far gruppo , "uccidono" la loro vera natura, si uniformano, scendono a compromessi altrimenti..." mi sento solo ed escluso e mi prendono in giro. Così faccio quello che piace al gruppo".

Quante volte mi capita, durante le consulenze, dis entire queste frasi e quante volte i genitori non sanno cosa fare.

atre volte , i ragazzi fanno già parte di famiglie in cui il consumo di alcool è eccessivo, altre volte provengono da comunità o da coppie di genitori dipendenti da sostanze alcoliche. Ed è lì lo scoglio maggiore.

I minori imitano quello che fa l'adulto, soprattutto se è il genitore. Perché vive con questo, perché ogni azione dei genitori è vissuta come la normalità anche se queste azioni di normale hanno davvero poco.

Mi è capitato di ascoltare ragazzi che dicevano di bere "per non pensare a quello che vivo a casa".

E allora che fare? Cosa devono fare i genitori?

I genitori rivestono un ruolo fondamentale in termini preventivi e contenitivi. Significa arrivare prima che un figlio si metta in una condizione di rischio, accorgersi di ciò che accade sotto i propri occhi, contenere, mettere un freno e un cerotto quando serve. La prevenzione deve essere sicuramente messa al primo posto. Come fare?

1. SIATE UN MODELLO POSITIVO. L’apprendimento indiretto vale più di tante parole ed è il più efficace in termini di educazione dei figli. Se i genitori sono i primi a bere molto o hanno un atteggiamento che incoraggia l’uso di alcol, i ragazzi saranno ancora più incuriositi e portati ad emularli, credendo che tale condotta non abbia effetti negativi.

2. MANTENETE APERTO IL DIALOGO. Sin da quando i figli sono piccoli, senza aspettare la piena adolescenza, mantenete aperta la comunicazione. È inutile dire soltanto “non devi bere perché l’alcol fa male”: lo sanno già, ciò che però non conoscono sono i reali meccanismi sottostanti e i limiti del loro corpo. Dovete fargli esempi concreti, confrontarvi con loro su episodi che magari hanno coinvolto i loro amici o su casi di cronaca realmente accaduti, perché altrimenti difficilmente crederanno che possa davvero far male.

3. NO ALLE PATERNALI. È importante anche non esagerare con discorsi lunghi e pesanti, perché altrimenti rischiate di concentrarvi soltanto su quello che i figli fanno o non fanno, perdendo di vista loro come persone. Lamentarsi sempre, porsi in modo rigido e fare continue paternali, porterà i ragazzi a spegnere il cervello, a non ascoltare e a ribellarsi ancora di più.

4. STABILITE REGOLE E CONFINI. Il genitore non deve fare l’amico, ma mantenere il ruolo educativo e mettere i paletti quando serve. I ragazzi hanno bisogno di limiti, anche se poi tendono a metterli in discussione e, se riuscite ad instaurare una relazione basata sul dialogo e l’ascolto, e non solo sui divieti, sarà più facile porre delle regole chiare, che siano condivise con i figli.

5. INSEGNATEGLI A SAPER DIRE DI NO. Fategli capire che in alcune situazioni si può sentire la pressione degli altri verso certe esperienze, ma che è importante pensare con la propria testa e non farsi condizionare. 

SE HAI BISOGNO DI AIUTO CONTATTAM

by dr.ssa Maria Teresa Napolitano
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Dr.ssa Napolitano

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SQUID GAME ED EMULAZIONE VIOLENTA NEI MINORI

2021-10-30 17:29:36

Ma davvero può essere pericolosa la serie diventata ormai un cult e un caso per ragazzi e bambini?

Squid Game è diventato soprattutto un caso oggetto di polemiche e allarmi da parte delle istituzioni. La denuncia più recente arriva dall’Inghilterra, dalla contea di Bedfordshire. 

Il consiglio comunale, a partire dalle segnalazioni del team che si occupa dei programmi di tutela e salvaguardia dell’educazione, ha allertato le famiglie su una serie di casi che hanno coinvolto numerosi minorenni. In una mail rivolta a familiari e tutori legali, riporta il Guardian, hanno consigliato di “tenere gli occhi ben aperti e rimanere vigili”. 

La ragione? “Il numero crescente di report che registrano un sensibile aumento della percentuale di bambini e adolescenti invischiati in competizioni violente ispirate a Squid Game. Prodotto che, almeno da quanto indicato dal network, sarebbe destinato a un pubblico d’età superiore ai 15 anni”.

 Anche dal Belgio la cronaca riporta episodi di percosse tra bambini proprio dopo avere imitato un gioco della famosa serie tv.

In effetti i bambini imparano molto per imitazione e i personaggi che vincono, che hanno un potere sugli altri, attirano molto la loro attenzione, perché essi si percepiscono in una posizione di inferiorità rispetto agli adulti. Se poi i personaggi ‘forti’ vengono proposti in un videogioco dagli stessi adulti, si sentono incoraggiati a imitarne i comportamenti.

La SERIE attira i bambini perché riproduce i giochi tipici dell' infanzia, come "un, due, tre, stella..."..ma le penitenze di chi perde hanno dei risvolti violenti.

La violenza eccita, mette in circolazione adrenalina, suscita emozioni forti, questo è il motivo per cui la violenza può avere la meglio sulla paura e anche sul senso di pietà nei confronti delle vittime.

Un mix di violenza e impatto visivo. Ricorda un po’ Arancia Meccanica di Kubrick: Il contenuto è quello: violenza esasperata e l’uso della stessa senza una risonanza emotiva.

MA LA COLPA è DA ATRRIBUIRE SOLO ALLA SERIE?

Assolutamente no. E' un po' il discorso trito e ritrito del "quello è un satanista perché ascolta metal "...la colpa nn è della serie, della musica, dei film horror.

Davanti scene di questo tipo, e essendo in presenza di minori, voi Genitori dovreste fare da filtro e spiegare che quelle scene sono rese per attirare l'attenzione, non sono e non devono essere realtà.

Dovete aiutare i più piccoli a  decodificare certi tipi di messaggi.

Non diamo sempre la colpa ad uno spauracchio qualsiasi e diverso a seconda delle situazioni. Prendiamoci le nostre responsabilità.

E SE AVETE BISOGNO DI AIUTO PER CAPIRE COME GESTIRE SITUAZIONI DI QUESTO TIPO CONTATTAMI 

Alla prossima 

by dr.ssa Maria Teresa Napolitano
Dr.ssa Napolitano

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LE PAROLE HANNO UN SENSO:USIAMOLE IN MODO CORRETTO

2021-10-28 16:14:12

...soprattutto quando ci rivolgiamo ai figli.

Anche quando un adolescente non risponde o quando sembra che le cose che avete detto gli rimbalzino addosso, sappiate che non è così! 

Gli risuonano dentro e le porterà dentro di sé, anche in funzione di come le ha vissute e le ha percepite. 

Pensate anche a voi stessi, a tutte quelle frasi che vi siete portati dentro per anni, frasi che magari vi hanno detto i vostri genitori o persone che erano per voi un riferimento. 

Frasi positive, che ogni volta in cui le riascoltate nella vostra mente vi fanno sorridere. Oppure frasi negative, giudizi sulla vostra persona che, anche quando sul momento non avete reagito, risuonano ancora in voi e fanno ancora male, anche dopo tanti anni. 

Per questa ragione è importante stare attenti al linguaggio che si usa con i figli, anche quando si sgridano o si riprendono. Non si deve mai e poi mai attaccarli, giudicarli o criticare la loro persona.

 Si devono rilevare i loro comportamenti, senza intaccarli nella loro identità e nella loro autostima.

I genitori devono essere una guida, un esempio, soprattutto quando il minore non ha ancora sviluppato una sua vera identità. Ciò che è più importante, per loro, è sentirsi ascoltati, capiti, è avere un dialogo costruttivo, è avere la possibilità di concordare regole e permessi senza aver bisogno di alzare la voce, di arrivare allo scontro. 

Anche il litigio deve essere un momento costruttivo fatto di confronto, di discussione, non di parole offensive gettate al vento che non fanno altro che fomentare rabbia, vergogna e bassa autostima.

Riflettete, pensate, obiettivamente, a come ,voi genitori, vi comportate in casa con i vostri figli e, da figli, come vi sentite e come reagite.

E, se avete bisogno di un aiuto per ristabilire la serenità familiare, contattatemi e

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chiedere aiuto non è mai una vergogna...

by dr.ssa Maria Teresa Napolitano
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