Sfruttando il linguaggio del corpo
Stai usando una comunicazione univoca? Allora rischi di non essere compreso dal 78% delle persone che ti circondano.
Se ti sembra che non riesci a farti capire anche dalle persone a cui tieni, e ti senti in un vortice, è perché stai sbagliando quest'unica strategia...
Lo sapevi che ogni individuo ha un suo "codice comunicativo" per esprimersi e farsi comprendere, così come predilige un certo tipo di "espressione comunicativa" in base all'interlocutore che ha di fronte?
Pensare di utilizzare una propria comunicazione univoca, per tutti, è l'errore più grande che si possa commettere.
Specie se in ballo vi è qualcosa di importante:
- educare i figli
- ottenere assenso dal partner
- dai dipendenti
- dal datore di lavoro
Ogni individuo predilige un certo tipo di "atteggiamento" comunicativo, oltre il quale non risponde agli stimoli prodotti, anzi, potrebbe rispondere con "antipatia o stizza".
Se ti stai chiedendo per quale motivo ciò accade, la risposta ti è presto data:
- il tono della voce: grave o soave
- la gestualità: più o meno marcata
- le espressioni del viso: sorriso o sdegno
- colore dei nostri indumenti
- comunicazione simbolica: ad asta o triangolo (vedi foto sotto)
sappi che tutti questi "particolari" ci riportano, inconsciamente, a ricordi passati con persone dalle quali abbiamo ricevuto piacere o sofferenza, gioie o dolori.
Ciò accade, ad esempio, quando qualcuno ci risulta antipatico "a pelle" piuttosto che simpatico e in sintonia con noi piuttosto che l'esatto contrario.
Intercettare la modalità comunicativa preferita dal tuo interlocutore può farti risultare più efficace nell'ottenere assenso e consenso.
Vedi, come ho già trattato in un altro articolo, spesso si cade nell'errore di affidarsi ai "Guru" che ti insegnano ad "atteggiarti" e parlare come un "robottino".
Non esiste errore, anzi ORRORE, più grande che porsi agli altri con un copione espressivo SEMPRE UGUALE.
OK? (espressione/esclamazione tipica dei robottini)
Ognuno di noi è in grado di essere un comunicatore rimanendo se stesso, l'importante è risultare coerenti fra ciò che diciamo con la parola e ciò che esprimiamo con i gesti, i suoni e la postura.
Devi comunicare come l'interlocutore richiede che tu lo faccia
E non si tratta di manipolare l'interlocutore, che lo è già di suo, bensì essere in grado di definire il suo "modello comunicativo" al fine di evitare di disturbarlo e non fargli comprendere, come merita, ciò che hai da dirgli.
Vedi, in base alla disciplina che tratto, che ho studiato tanti anni fa e che utilizzo per insegnare alle persone ad auto generarsi entusiasmo nel modo di comunicare, esistono delle tipologie comunicative espresse in base al loro vissuto genitoriale:
- Comunicazione ad ASTA
- Comunicazione a TRIANGOLO
Questo tema l'ho trattato con esempi pratici e test in questo articolo
L'esempio che porto è quello del genitore che comunicando la stessa cosa ai figli, alcuni comprendono altri NO.
L'atteggiamento ad ASTA (foto sopra col dito puntato) è proprio di chi vuole imporsi con la forza e il comando e non ti da mai la soluzione, ti indica la strada.
L'atteggiamento a TRIANGOLO (foto sopra B.Vespa) , al contrario, utilizza una comunicazione più dolce e materna, a tratti smielata, spesso con tono di voce suadente e calmo. Se ti trovi in difficoltà ti aiuta in prima persona e, addirittura, può anche svolgere quel compito al posto tuo.
Ovvio, sto generalizzando, in realtà ognuno di noi ha in sè entrambi i "modelli" MA uno è predominante sull'altro e accettiamo, dagli altri, l'uno o l'altro atteggiamento.
Ecco uno dei motivi per cui qualcuno ci risulta antipatico piuttosto che simpatico.
Come dicevo, sia ad ASTA che TRIANGOLO, corrispondo non solo degli "atteggiamenti" bensì tonalità vocali e musicali che li disturbano o che, invece, gradiscono e se vuoi approfondire ti suggerisco questo piccolo TEST.
- utilizzare il tono di voce adeguato
- essere assertivo piuttosto che accomodante
- utilizzare i gesti appropriati
- utilizzare delle musiche piuttosto che altre
- utilizzare, nel vestire, dei colori piuttosto che altri
la risposta è SI, DEVI
E con il pubblico?
E in gruppo?
Di base funziona allo stesso modo, dovrai però essere te stesso, facendo coincidere ciò che dici verbalmente con COME lo esprimi, con i segnali non verbali, e alternare e modulare con tutto ciò che hai appena letto.
A tal proposito mi permetto di suggerirti qualsiasi video in rete in cui il Sig. Berlusconi espone in "comizio" al pubblico. Noterai che utilizza i simboli asta, e triangolo con relativi suoni vocali e tonalità:
- forti, imperativi, accusatori, indicativi, piuttosto che
- dolci, rassicuranti, protettivi