Cinzia Giluni

Founder Starter

Storie per riflettere

2019-03-28 06:33:05

Narra del Maestro in viaggio con i suoi discepoli attraverso zone calde, tanto da stremare per la sete i partecipanti. Accampati in una zona ombreggiata Buddha chiamò un giovane…– Ho sete. Puoi portarmi dell’acqua di quel lago?Il discepolo andò al lago, ma quando arrivò, vide che proprio in quel momento lo stava attraversando un carro trainato da buoi. Di conseguenza, l’acqua era diventata molto torbida.Il discepolo pensò: “Non posso dare da bere al maestro quest’acqua fangosa”.Così tornò e disse a Buddha:– L’acqua del lago è molto fangosa. Non penso che possiamo berla.Dopo mezz’ora, Buddha chiese allo stesso discepolo di tornare al lago e portargli dell’acqua da bere. Il discepolo tornò al lago e vide che l’acqua era ancora molto torbida e sporca. Tornato al campo fece presente che era meglio arrivare al villaggio più vicino e chiedere aiuto agli abitanti.Buddha non gli rispose, e non si mosse. Dopo un po’, chiese sempre allo stesso discepolo di tornare al lago e portargli dell’acqua.Il discepolo andò di nuovo al lago perché non voleva sfidare il maestro, ma era furioso perché questo lo mandava avanti e indietro dal lago, quando sapeva già che l’acqua fangosa non poteva essere bevuta.Ma questa volta, quando arrivò sulla riva del lago l’acqua era limpida e cristallina. Così ne raccolse un po’ e la portò a Buddha.Buddha guardò l’acqua, e poi disse al suo discepolo:– Cosa hai fatto per pulire l’acqua?Il discepolo non capì la domanda, era evidente che non aveva fatto nulla.Buddha quindi gli spiegò:– Aspetta e lasciala stare. Perché il fango si deposita da solo e tu hai dell’acqua pulita.Anche la tua mente è così!Quando è disturbata devi solo lasciarla stare. Dagli un po’ di tempo. Non essere impaziente. Troverà l’equilibrio da sola. Non devi fare alcuno sforzo per calmarla.

Cinzia Giluni

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Storie per riflettere

2019-03-28 06:32:06

Quando Dio creò la donna, Lui stava lavorando nel pomeriggio del sesto giorno ……Arrivò un Angelo e Gli chiese: “Perché metterci tanto tempo con lei?”Il Signore rispose: “Hai visto tutte le specifiche che devo compiere per darle forma?”• Lei deve funzionare in qualsiasi tipo di situazione.• Lei deve essere capace di abbracciare più bambini allo stesso tempo.• Deve avere un abbraccio che possa guarire qualsiasi cosa, da un ginocchio contuso ad un cuore rotto.• Lei deve fare tutto ciò solo con due mani.• Si cura da sola quando è malata e può lavorare 18 ore al giorno.L’Angelo era impressionato “Solo due mani … impossibile! E questo è il modello standard?”L’Angelo si avvicinò e toccò la donna.“Però l’hai fatta così dolce Signore”“Lei è dolce! Ma l’ho fatta anche forte. Per sopportare e superare tutto”, disse il Signore.“Può pensare?” chiese l’AngeloIl Signore rispose. “Non solo può pensare, può ragionare e valutare”.L’Angelo toccò le sue guance“Signore, sembra che questa creazione si stia sciogliendo! Hai messo troppi oneri su di lei” “Lei non sta gocciolando… è una lacrima” il Signore corresse l’Angelo.“Per quale motivo questo?” chiese l’Angelo …Il Signore disse: “Le lacrime sono la sua forma di esprimere il suo dolore, i suoi dubbi, il suo amore, la sua sofferenza e il suo orgoglio”Questo causò una grande impressione all’Angelo “Signore sei un genio. Hai pensato a tutto. La Donna è realmente una creatura meravigliosa”Il Signore disse: “Lo è!• Lei ha una forza che stupisce un uomo.• Lei può maneggiare i problemi e portare carichi pesanti.• Lei ha felicità, amore e opinioni.• Sorride quando ha voglia di gridare.• Canta quando ha voglia di piangere, piange quando è felice e ride quando ha paura.• Lei lotta per quello in cui crede.• Il suo amore è incondizionato.• Il suo cuore si rompe quando muore un familiare o un amico, però lei trova la forza per proseguire la sua vita” L’Angelo domandò: “Dunque lei è un essere perfetto?”Il Signore rispose: “No. Lei ha un solo difetto: dimentica spesso quanto vale!

Cinzia Giluni

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Storie per riflettere

2019-03-28 06:31:08

L’abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portar le catene, a subir ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza e quando scopriamo di averla addosso ogni fibra di noi s’è adeguata, ogni gesto s’è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.cit. Oriana Fallaci""

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