GLI EROI DELLE CINQUE GIORNATE. CARLO CATTANEO. Carlo Cattaneo era nato nel 1801 da una famiglia di agricoltori, dopo le elementari entrò nel seminario a Lecco, fece il liceo al Beccaria, prese poi lezioni private da Giangiacomo Romagnosi, uomo per cui ebbe stima infinita per tutta la vita. Aveva una cultura enciclopedica, si interessava di storia, di economia, di critica letteraria. Uomo di grande saggezza, non credeva nelle rivoluzioni, perciò all’alba del 1848 nessuno pensava che a dirigere le Cinque Giornate di Milano sarebbe stato proprio lui. Invece Carlo Cattaneo anche se controvoglia divenne il Capo e lo spirito delle Cinque Giornate. Durante l’insurrezione di Milano, fu lui il Comandante del Comitato di Guerra, fu lui che respinse l’offerta di armistizio di Radetzky, fu sempre lui che rese possibile la caduta di Porta Tosa e la conseguente fuga da Milano degli austriaci. Sul futuro del Lombardo Veneto Carlo Cattaneo aveva le idee chiare, repubblica, niente monarchia, niente Casa Savoia. Nelle Cinque Giornate di Milano fu ostile a una soluzione “sabauda” oltre ad opporsi all’armidtizio proposto dagli austriaci, votò contro L’ intervento piemontese, preferendo a questo punto una soluzione repubblicana della rivolta. Con il ritorno delle truppe di Radetzky nell’agosto 1848, andò in esilio in Svizzera nel Canton Ticino, recandosi poi immediatamente a Parigi per sollevare l’intervento dei francesi ma inutilmente. Riprese a fare il professore fino al 1859 quando tornò a Milano, dove fu eletto due volte senatore nel 1860 e nel 1867, ma rifiutò sempre l’incarico per non dover giurare fedeltà al re. A chi capita di passare in via Montenapoleone 23, si può vedere una targa con la scritta: “In questa casa, dal 1840 al 1848 visse Carlo Cattaneo preparando con La sapienza civile il trionfo degli ordini liberi”. L’incisione sotto raffigura un episodio del 21 marzo 1848. Carlo Cattaneo risponde al conte Martini che voleva si cedesse Milano ancor combattente a Carlo Alberto esclama: “Il Paese appartiene ai cittadini, non sono al servizio del re, ma della Patria”. Dal web
MAI COME IN QUESTO MOMENTO.. : "IO SONO PARTIGIANO"
A Milano c'è un vicolo, si chiama Vicolo di Santa Caterina, si trova su un lato della Basilica di San Nazaro Maggiore.. questo vicolo e questa Basilica sono uno dei punti focali della storia Milanese.. ecco in questo vicolo (dove Manzoni ambientò il tentato arresto di Renzo Tramaglino) c'è un murales, una frase di Gramsci del 1917... VIVO, SONO PARTIGIANO!!! PERCIO' ODIO CHI NON PARTEGGIA, ODIO GLI INDIFFERENTI!
L'opera è del “calligrafo milanese” PIGER , un giovane del 1991 che molto spesso ha lav