Carmine DIDO

Founder Junior

Il treno cinese in grado di fare Milano-Roma in meno di un’ora arriva nel 2021 Il più grande produttore cinese di treni ha svelato il prototipo di un mezzo a levitazione magnetica in grado di trasportare i passeggeri ad un’incredibile velocità di 600 chilometri orari, consentendo di coprire una distanza pari a quella che separa Milano da Roma in meno di un’ora. La China Railway Rolling Stock Corporation, come riporta la CNN, avvierà ora un periodo di test per valutare l'efficienza del nuovo mezzo di trasporto, per poi entrare nel pieno della fase produttiva nel 2021. In Cina il treno consentirà di coprire la tratta che separa Pechino da Shanghai in circa tre ore e mezza. Per fare un paragone, attualmente la stessa tratta in aereo richiede un volo di quattro ore e mezza contando anche la fase di pre-volo e i controlli in aeroporto. Gli attuali treni veloci, invece, richiedono circa 6 ore per andare da una città all'altra. In macchina si parla di un viaggio di circa 13 ore. Il nuovo mezzo di trasporto è in grado di raggiugnere queste velocità grazie al suo design e all'utilizzo della tecnologia di levitazione magnetica. In breve, il treno non viaggia a contatto con le rotaie ma "scivola" su un cuscinetto d'aria creato grazie al potere magnetico che è in grado di sfruttare. Una tecnologia già utilizzata in alcuni paesi dell'est, compresa la Cina, dove l'attuale treno magnetico più veloce è in grado di viaggiare ad una velocità di 431 chilometri orari tra Shanghai e l'aeroporto della città: attualmente è il treno più veloce del mondo. Le velocità promesse dal treno della CRRC, invece, restano ancora appannaggio dei prototipi: oltre a quello cinese, anche il Giappone sta progettando un treno a levitazione magnetica in grado di raggiungere una velocità di 505 chilometri orari che collegherà le città di Tokyo e Nagoya a partire dal 2027. Nel 2015 sempre il Giappone aveva battuto un record di velocità testando un treno in grado di correre a 603 chilometri orari.

Carmine DIDO

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Il 5 maggio 2019 ho pubblicato un articolo in cui scrivevo che la criptovaluta RIPPLE con molta probabilità sarebbe salita a 0.40 centesimi entro fino maggio 2019. Ora è realtà. Puoi trovare il post al seguente link: https://www.cam.tv/carminedido/blog/oggi-vorrei-presentarvi-ripple-xrp-ripple-e-una-criptovaluta/PID07D6F6?shun=carminedido

Carmine DIDO

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Il colosso cinese corre ai ripari dopo lo stop di Google su Android. Il sistema operativo «made in Huawei», dopo lo stop di Google su Android, sarà lanciato al più presto in autunno e non oltre la primavera del 2020. È quanto ha detto Richard Yu, capo della divisione consumer business del colosso di Shenzhen, a conferma delle indiscrezioni che circolano sui media cinesi. La mossa, scrive il Global Times, «riflette la strategia di Huawei di diventare indipendente e trovare soluzioni alternative» alle forniture di componenti hi-tech dopo l’ultima stretta alla vendita decisa dagli Usa. «Siamo disponibili a continuare a usare i software di Google e Microsoft, ma non abbiamo altra scelta» che lo sviluppo di un sistema autonomo, ha affermato Yu, nel mezzo delle tensioni commerciali tra Usa e Cina. Yu ha assicurato che il sistema sarà di ampia portata e utilizzabile per l’operatività di smartphone, computer, tablet, tv, automobili e dispositivi portatili smart, nonché compatibile con tutte le applicazioni di Android. I rumor hanno movimentato i titoli di sviluppatori domestici in Borsa, come Wondertek e Ningbo Bird, balzati ieri a Shanghai del 10%, al limite massimo dei guadagni quotidiani consentiti. La vicenda mostra i limiti della Cina nel settore: Huawei non ha uno sviluppatore sufficientemente valido sul mercato interno tale da sostenere l’evoluzione di prodotti e aggiornamenti, come Android di Google o iOs di Apple. E ha per altro verso rimarcato l’importanza di possedere tecnologie core, nonché quanto sia urgente accelerare, dall’ottica di Pechino, l’autosufficienza. Alcuni media cinesi hanno menzionato in settimana già l’avvio delle fasi di test del sistema operativo di Huawei destinato a sostituire gradualmente Android. Gli sforzi del gruppo di Shenzhen, includendo gli sviluppi interni dei microchip, serviranno a ridurre il peso delle pressioni esterne. La «finestra» di 90 giorni concessa dall’ amministrazione Trump per gli acquisti dai fornitori Usa punta a mantenere la piena operatività dei network esistenti. Alla scadenza, senza svolte nel contenzioso commerciale, è difficile che Google possa continuare a vendere i suoi prodotti.

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