Per poter agire è necessario avere motivazione, oltre alla strategia di azione, quindi alla pianificazione dei comportamenti da tenere e alla definizione degli obiettivi.Motivazione significa avere la benzina per muoversi e per mantenere con costanza la rotta verso il risultato che desideriamo raggiungere. Esistono due leve fondamentali che spingono le persone ad agire: la “LEVA VERSO” e la “LEVA VIA DA“.Alcune persone, in sostanza, si muovono verso i propri desideri, altre si muovono per allontanarsi dal dolore e dal disagio.Nel primo caso la motivazione è rappresentata da una forza di attrazione verso il risultato che ci attrae a sè, appunto, come una calamita. Così, per esempio, sarò motivato a dimagrire e quindi a mettermi in forma perché ho in mente il benessere e soprattutto il risultato finale del mio fisico atletico. Più riesco a muovermi sulla linea del tempo (time line) e a proiettarmi nel risultato finale e a vivere le sensazioni che vivrò il giorno in cui sarò il mio peso forma, in cui il mio fisico sarà tonico e mi sentirò bene, più quella sensazione sarà dettagliata e vissuta e più la motivazione sarà forte e durerà nel tempo. Questa è la leva “verso”.Nel secondo caso l’energia per muovermi mi deriverà, invece, dalla “paura di”, dall’esigenza di “allontanarmi da”. Per rimanere sempre nell’esempio del dimagrimento, se vado dal medico e questo mi dice che se non perderò 20 kg rischio di diventare diabetico, ecco che ciò che mi spingerà a mettermi a dieta e a fare esercizio fisico non sarà tanto il “desiderio di”, quanto la “paura di”.Per fare usare una metafora è come se nel primo caso ci fosse una forza che mi attrae tipo forza magnetica e nel secondo caso una forza che mi spinge per allontanarmi, mio malgrado, da una situazione spiacevole o inopportuna.Esistono persone su cui ha più effetto la leva “verso” e persone su cui ha più effetto la leva “via da”. È’ utile, pertanto, se si vuole motivare qualcuno imparare a riconoscere la leva soggettiva della motivazione per evitare di puntare su quella sbagliata e trovarsi, per esempio, a fare discorsi di obiettivi, risultati, successi a chi è insensibile a queste prospettive e invece sente solo dal lato della “paura di”.
5 consigli per mangiare con consapevolezza. Cos’è la consapevolezza del cibo?
2018-10-30 11:18:54
I principi della mindfulness possono essere applicati in qualsiasi nostra attività. Essere più “mindful”, infatti, vuol dire essere in grado di prestare maggiore attenzione in qualsiasi momento, quando lavoriamo, ascoltiamo gli altri, leggiamo un libro… Possiamo aumentare la nostra consapevolezza anche mentre mangiamo: è un modo per nutrire sia il nostro corpo che la nostra mente, anche se non è del tutto immediato. Spesso, infatti, siamo “sconnessi” da quello che facciamo, soprattutto quando mangiamo. Un momento i nostri piatti sono pieni, mentre poco dopo sono completamente vuoti. Cosa è successo nel frattempo? Probabilmente abbiamo assaporato poco il cibo e non ci siamo goduti consciamente ogni boccone.Mangiare è quasi diventata un’attività meccanica: dobbiamo nutrirci, ma spesso siamo talmente impegnati e di fretta che non ci rendiamo nemmeno conto di ciò che stiamo masticando. Come possiamo cambiare questa nostra tendenza? Prestando attenzione, ovviamente. Questi semplici passi vi aiutano a diventare esperti di mindful eating. 1.Impegnati, un po’ alla volta. Comincia da un pasto, o parti di un pasto, o anche semplicemente un piccolo snack, ogni giorno, poi aumenta la quantità di “piatti” su cui prestare attenzione ogni 10-15 giorni, fino a che non ti viene naturale farlo con ogni pasto.2.Dedica tutta la tua attenzione. Inizia con il prendere un pezzo di cibo, come un chicco d’uva, in mano e fai partire i tuoi sensi. Annusa, nota la sua forma, il colore, come lo senti al tatto, tra le dita… Se ti accorgi che la tua mente comincia a vagare, torna a focalizzarti sull’acino. Poi portalo alla bocca.3.Sii consapevole dei pensieri, delle sensazioni e dei sapori. Potrai avere delle aspettative altissime (“sembra così buono!”), oppure una delusione perché in realtà avresti preferito un cioccolatino. Accetta i pensieri che si manifestano. Poi, non appena cominci a masticare, nota la dolcezza che esplode nella tua bocca, e come il sapore pian piano svanisce.4.Nota la fame e il desiderio. Quando hai concluso questo processo, puoi continuare con altri acini. Nota se ne hai semplicemente voglia o se hai davvero ancora fame. Potresti notare che mangiare consapevolmente un solo acino di uva ti dà una grande soddisfazione, oppure ti fa venir ancora più voglia di un cioccolatino. Se sei preda della voglia matta di qualcosa, la soddisfazione svanisce. La mindfulness ti riporta al momento presente, all’esperienza di mangiare un morso alla volta.5.Assaggia direttamente. Puoi permettere ai tuoi sensi di accendersi assaggiando direttamente il boccone. In questo modo potrai notare cosa ti offre ogni singolo morso o quanti morsi ci vogliono per farti sentire davvero soddisfatto… Ogni boccone ti rivelerà la risposta.Man mano che entri sempre più in sintonia con il mindful eating, riconoscerai sempre più il valore del cibo e questa pratica ti accompagnerà ogni volta che mangerai.